arablu

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Autrice: arablu, buona fortuna!

Don. Don. Don. Don. Don. Don. Don. Don. Don. Don. Don. Din.

Undici rintocchi più uno. Undici e mezza.

La città è avvolta dal silenzio e la notte regna sovrana.

Nelle case nessun rumore interrompe la quiete, i cittadini dormono sereni nei loro letti, nessuna luce filtra dalle finestre. In centro le insegne dei negozi sono introvabili, oscurate dalle tenebre presenti nell'aria. Le luci dei lampioni hanno perso la loro potenza e lentamente si sono spente abbandonando le strade all'oscurità.

Nell'assordante silenzio creatosi risuonano dei passi: lenti, ritmici, inquietanti. All'imbocco di un vicolo compare una figura che risulta illuminata solo dalla luce lunare. E' alta, statuaria, quasi sinistra; si intuisce un mantello a mascherarne l'identità. E' ferma in attesa, sembra essere in ascolto.

Sottile, flebile si sente un brusio, un brevissimo rumore. Solo allora la figura ferma in piedi procede avanzando all'interno del vicolo. Giunta al muro che lo chiude si arresta, china il viso e si prostra in segno di rispetto.

Pochi minuti dopo nella quiete della notte si sente ancora un rumore di passi, questa volta diverso da quelli di prima: ora sono più veloci, quasi concitati. Compaiono dall'ombra diverse figure avvolte nei mantelli che si dirigono in fretta verso il vicolo, temono di essere in ritardo all'Incontro.

Non appena l'intero gruppo raggiunge il muro si dispone in cerchio in religioso silenzio. Al centro è posta l'alta figura di prima che li osserva in attesa del momento propizio.

Don. Don.

Due rintocchi che annunciano la mezzanotte.

La figura al centro cala il cappuccio. E' un uomo dai lineamenti marcati e severi, la mascella rigida, al posto degli occhi due braci ardenti, i capelli persi nel buio della notte. Non appena il suo viso rimane scoperto la sua bocca inizia lenta a sussurrare parole sconnesse, incomprensibili alle orecchie degli altri.

***

Don. Don.

La cantilena dell'uomo aumenta lievemente di intensità, a terra compare una sottile linea rossa a tracciare il perimetro del cerchio mentre nell'aria inizia a sprigionarsi un forte calore.

Don. Don.

Sei rintocchi di mezzanotte.

Quando l'intensità della voce aumenta le figure poste sul perimetro del cerchio si illuminano, delineati da una cupa luce rosso cremisi. Intorno a loro si alza un forte vento che isola il cerchio dal resto della città. Con la luce che si è creata particolari prima indefiniti vengono ora resi noti. I bordi del mantello dell'Invocante sono percorsi da una spessa banda argento a rettifica del ruolo che ricopre nella comunità, sulla schiena, al centro, campeggia minaccioso il simbolo del Chaos.

Don. Don.

Un improvviso muro di fiamme prende vita dai corpi degli adepti che sono completamente immobili, ricoperti interamente dal fuoco. Il vento aumenta ed alimenta le fiamme che continuano a crescere. L'intensità della voce dell'invocante è al massimo, risulta essere una preghiera rivolta alla più profonda oscurità.

Don. Don.

L'uomo è allo stremo delle forze, tutta l' energia che possiede è volta unicamente alla riuscita dell'incantesimo. Le fiamme aumentano ancora, i corpi sono innaturalmente immobili, come se fossero statue, hanno gli occhi rovesciati e le menti occupate a confluire la propria energia e le proprie emozioni verso l'Invocante.

Don. Don.

Dodici rintocchi. E' mezzanotte.

Improvvisamente tutto tace.

Nel vicolo i corpi immobili degli adepti sono scomparsi; ad occhio umano potrebbero sembrare scomparsi nel nulla, magari perché trasportati in un altro luogo. In realtà i dodici adepti si sono letteralmente vaporizzati, non esistono più: sono stati annullati dall'incantesimo che hanno sostenuto con la loro vita.

***

Nella quiete che avvolge la città solo un respiro prevale ancora sul resto. Tra tutti è rimasto solo l'Invocante. Si rivolge ancora verso il muro che chiude il vicolo e ancora una volta si prostra in segno di rispetto. L'incantesimo è finalmente riuscito, ancora pochi anni e il potere sarà loro. Non capisce l'attesa a cui lo sta sottoponendo Lui, teme che qualcosa possa essere andato storto a sua insaputa.

- Ti ascolto. Parla. - una voce cavernosa e profonda esce dall'oscurità e si rivolge direttamente all'uomo in attesa.

- Mio signore. E' un onore potervi rivedere dopo millenni. Tutto è pronto. L'incantesimo ha finalmente funzionato e le nostre spie hanno compiuto il loro dovere: l'Eletta è stata trovata. Siamo pressoché certi che Loro non l'abbiano ancora individuata, dopotutto è nata da poco. Sarà tenuta costantemente sotto controllo. -

Torna prepotente il silenzio fino a quando non viene squarciato dalla stessa profonda voce di poco prima.

- Perfetto. Ma ricorda: non voglio errori. Dovrete essere perfetti. Non ci possono essere sbagli dalla Setta del Chaos. -

Torna il silenzio nelle strade, nel vicolo anche l'Invocante è scomparso, dileguato nell'oscurità.

La corrente torna nei lampioni, le insegne dei negozi ricompaiono alla vista: la città è di nuovo illuminata.

Tutto sembra essere tornato alla normalità, il buio per il momento non è più pericoloso. Ma da qualche parte nel mondo è stato concepito il Distruttore.

Torna, o Distruttore,

comanda lo spirito e le menti,

porta alla Gloria il tuo Signore,

e segna la fine degli Innocenti.

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