MammaesmeSalvatore

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Autrice: MammaesmeSalvatore

Pur amandoci, fuggivamo l'uno dall'altra.

Io la volevo, ma il suo candore mi aveva fermato troppe volte, il suo sguardo penetrante mi aveva allontanato per troppo tempo.

Lei mi voleva, ma la sua coscienza immacolata e la sua fedeltà a un amore passato l'avevano sempre bloccata.

Quella sera però, in camera sua, ci sentivamo perdutamente attratti l'uno dall'altra.

In piedi, davanti alla finestra aperta, accarezzati dalla brezza estiva che soffiava dal mare, eravamo vicini come non lo eravamo mai stati.

Allungai una mano per posarla sulla sua guancia: le avrei lascato il tempo per fermarmi, mi sarei preso il tempo per assaporare gli ultimi istanti di un'attesa che durava da troppo tempo.

Non so perché accadde proprio quella sera. Forse fu suo profumo a ubriacarmi i sensi, ma seppi che era giunto il momento e che quel momento era tutto.

Lei era immobile, in attesa, con lo sguardo languido, le labbra socchiuse in uno stupore che colse entrambi.

Senza fretta mi avvicinai, fino a respirarle addosso.

Volevo sussurrarle parole dolci ma la voce uscì graffiandomi la gola, esprimendo solo l'urgenza di averla.

"Dimmi che lo vuoi anche tu" furono le uniche parole che riuscii a pronunciare.

Lei scrisse la sua risposta facendo scivolare le mani sul mio petto.

L'emozione mi colpì con una violenza tale che rimasi allibito.

Il cuore cominciò a martellare contro il costato, talmente forte da far male.

Cercai sollievo al mio tormento sulle sue labbra e quel bacio spalancò le porte alle nostre emozioni che, come fiamme finalmente libere, fusero le nostre essenze.

I sentimenti repressi esplosero, ricadendoci addosso come pioggia di lava.

La spinsi contro al muro alle sue spalle, cercando impetuoso la sua pelle.

Avrei voluto andare piano, lentamente, ma era troppo difficile.

Ad ogni bacio, il sapore della sua pelle mi dissetava e mi faceva venir sete, in un vortice senza fine.

Volevo stamparmi la forma del suo seno nei miei palmi, per non dimenticarla mai.

Desideravo imprimere le mie dita nella sua carne, fino a marchiarla, per dimostrare al mondo che lei era finalmente mia, solo mia.

Risalii dall'apnea il tempo sufficiente per prenderla tra le braccia e posarla sul letto.

Mentre la spogliavo, le mie labbra vagavano sul suo collo, in mezzo al petto, sul suo ventre.

L'immagine del suo corpo sotto il mio, del mio corpo dentro il suo, consumò ogni altro pensiero.

Andare piano fu impossibile.

Desideravo solo unirmi a lei, scambiare la mia pelle con la sua, amarla come meritava.

Ci cercammo, ci trovammo e fummo un solo essere, una sola anima.

La sentii abbandonarsi alla passione, vibrare sotto le mie mani, sospirare ai miei baci ... prendere il volo.

Quando il suo piacere attraversò il suo corpo, con lente ondate, per giungere al mio, persi ogni contatto con la realtà.

I miei sensi accesi pervasero la mia pelle, invadendo ogni cellula del mio corpo con un'intensità che mai avrei potuto immaginare.

Tutto scomparve, assorbito da carne e sangue pulsanti.

Mi dissolsi per ricompormi in lei.

Non mi era mai accaduto, non mi ero mai arreso così a una donna, non mi ero mai perduto dentro un paio di occhi lucidi di passione.

Non avevo mai amato.

Il tempo passato a immaginarla nuda nel mio letto, i mesi trascorsi a sognare il suo corpo, mi avevano regalato solo l'immagine sfuocata dell'emozione devastante che avevamo appena condiviso.

Quando riuscii a separarmi da lei, la guardai estasiato e un nodo mi chiuse la gola. La sua pelle calda, le guance arrossate, le labbra gonfie a incorniciare una bocca languida: era l'immagine di una dea.

Una goccia di sudore le imperlò la fronte; la raccolsi per mischiarla all'odore dei nostri corpi che impregnava l'aria e le lenzuola stropicciate.

Ero felice e spaventato: avrei mai potuto essere più felice?

"A cosa pensi?" la sua domanda spezzò il silenzio.

"Penso a tutto quello che abbiamo perso, a ogni bacio a ogni carezza a ogni notte, solo perché ci ostinavamo a resisterci".

"Non angosciarti con pensieri futili. Pensa invece a ogni bacio, a ogni carezza, a ogni notte che verrà da adesso in poi: ti appartengo, nient'altro importa".

Ti appartengo.

Quella dichiarazione spense ogni dubbio e accese il mio futuro.

Mia. Suo.

Per sempre.

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