virgy_27_09

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Autrice: virgy_27_09, buona fortuna!

"Il mio posto e quello dell'autista sono divisi da un pannello nero rimovibile.

Comincio a piangere. Il mio braccio... il mio braccio!!! Avrò ancora la mira di prima? Riuscirò ad abituarmi a una cosa del genere? Lo spero per loro, perché se non avvenisse entrerò in quel palazzo e ucciderò quegli uomini.

Non so come presentarmi ai miei genitori.

- Hey, ciao. Sono vostra figlia. Ah, quello? Solo una protesi perché mi hanno amputato un braccio- no così non va proprio.

Ci vuole mezz'ora prima che intravedo delle strade famigliari.

L'autista mi lascia davanti al condominio. Cerco di essere disinvolta, ma non credo di sembrarlo. Faccio le scale per inventarmi qualcosa. Ma a meno che non mi togliessi la maglietta e l'avvolgessi attorno alla protesi, lo vedranno. E io non so come spiegarglielo. Non so se quegli idioti hanno detto di avermi tagliato un braccio, ma scometto di no, se no Sebastian sarebbe corso lì e gli avrebbe picchiati alla grande.

Arrivo all'ultimo piano. Mi fermo davanti alla porta. Se sembrerò naturale, mi prenderanno per pazza. Se sembrerò triste, si incazzeranno. Cerco di essere indifferente. Apro la porta e la sbarro. Il braccio funziona benissimo. Apro anche l'altra e la sbarro a sua volta. Non trovo nessuno in cucina. Saranno tutti in sala. Non cerco di nascondere il braccio. Sono tutti seduti.

- O mio Dio- esclama mia madre.

- Che cazzo ti è successo al braccio!!??- chiede Francesco urlando. Studio il volto di ognuno. Mia madre e mio padre sono preoccupati come i miei nonni. Francesco è arrabbiato. Joy e Jennifer quasi piangono. Poi guardo Sebastian. Era già in piedi prima che arrivassi. Mi guarda con un sorriso sulle labbra. Sono sorpresa. E sorrido anche io. Sorride perché ogni volta che andavamo a casa nostra gli dicevo qualcosa sulla psicologia. E sa, come so io, che quando una cosa è già passata non bisogna piangerci sopra. E se l'uomo o la donna non ne sono tristi, serve solo farli sorridere.

Quasi scoppio a piangere da quanto mi capisce quel ragazzo.

Inaspettatamente si avvicina e mi abbraccia.

- Siediti e spiega- dice Francesco. Lascio Sebastian e mi siedo su una poltrona.

- Mi hanno rapita- dico facendo le virgolette alla parola "rapita"- e mi hanno portato in un posto. Mi hanno offerto il posto di capo di una squadra di Invulnerabili- dico molto semplicemente.

- E il braccio?- dice Jennifer ancora guardando il braccio.

- Un incidente- dico. Se non sto male io non devono stare male nemmeno loro, quindi sorrido.

- Un incidente? Io gli uccido- esclama mio padre su tutte le furie.

- No, papà. Non serve a nulla. Poi è meglio, credo- dico guardando il braccio. Lo muovo per far vedere che è come un braccio comune, più o meno.

Dopo cena salgo sul tetto. Mia nonna era un po' preoccupata che non riuscissi a mangiare, ma il braccio ha funzionato benissimo. Sono salita per vedere se funziona bene anche in tema di pistole o fucili.

Ne prendo una da terra e giro su questo tetto enorme. Vedo un Infettato prendo la mira e sparo. Preso. Non sento nemmeno la solita vibrazione. Nulla.

Guardo ancora il mio braccio che non avevo esplorato prima, non avendone tempo. Vicino alla spalla ci sono quattro tubi metallici disposti in una sorta di cerchio. All'interno ci sono i diversi tubicini che, collegati poi al mio corpo, lo fanno funzionare. Il gomito è una lastra orizzontale spezzata in due per permettermi di piegarlo. Poi i quattro tubi ritornano ma un po' più piccoli fino ad arrivare a quello che è il polso. La mano ha tutte e cinque le dita pieghevoli come una mano normale. Il palmo è metallo uniforme con le stesse righe del palmo della mia mano sinistra. Metto a confronto il braccio destro con quello sinistro. Gli muovo in contemporanea. Sorrido vedendo il nuovo optional che ho. Potrei spaccare sicuramente la faccia a chiunque tirassi un pugno. Prendo la felpa e provo a metterla. Nemmeno un intoppo. Il braccio entra giusto giusto nella manica.

Ora si vede solo la mano.

Sorrido. Ma non faccio uno di quei sorrisi fatti cosi per fare, ma uno di quelli caldi, che significano molte cose: sollievo, allegria, felicità. Sarò una ragazza per un quarto robotica. Non è degno di nota?

Uno di quei sorrisi che si fanno quando si ascolta la canzone più bella mai sentita. Uno di quelli che fai a poche persone al mondo. Uno dei sorrisi che scalderebbero il cuore anche al più malvagio.

Forse mi mancava solo un braccio robotico per essere completa.

Sarei capace di guidare degli uomini alla morte? Di vederli morire davanti ai miei occhi? Di andare avanti? Certo. Sarei capace di uccidere anche un uomo a sangue freddo. Ma il punto è che la responsabilità cadrebbe su di me. E io ho sempre odiato che mi infodessero la responsabilità di fare qualcosa. Perché parto già con il presupposto che non ce la farei. Da psicologa so che molti traumi o modi di essere non si possono cambiare. Ma solo migliorare o diminuire. Essere immatura, irresponsabile, senza sensi di colpa, coraggiosa, sempre nervosa, desiderosa di uccidere qualcuno solo per mio sollievo, è quello che fa di me la ragazza che è sul tetto oggi. La ragazza che protegge la sua famiglia. La ragazza che anche avendo un braccio robotico riesce a scherzarci. La ragazza che non si è mai arresa. La ragazza che riuscirà a rimmetere a posto le cose con il suo ex.

La ragazza che fino alla morte riuscirà asorridere."

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