DepressedLoveStories

100 5 0
                                    

Autrice: DepressedLoveStories

Erano le 04.37 del mattino, e stavo fissando l'orologio quasi da rimanerne ipnotizzata. Tra ventitré minuti sarebbe scattata 'l'ora X', ed io non vedevo l'ora. Ero pronta con il mio affidabile coltello da cucina, capace di tagliare qualunque testa che avesse incontrato... beh, a dire il vero ne ho tagliate di teste. Così tante... adoro ammirare il colore scarlatto del sangue, e ancor di più guardare negli occhi la vittima della settimana che con pietà, mi chiede di risparmiarla. Mi piace avere il controllo. Mi è sempre piaciuto.

Chad era il mio ragazzo, poco più che venticinquenne. Schifosamente ricco e abile nell'ambito degli affari. Da quando lo conosco? Una settimana. Studio tutte le mie vittime, dagli impegni più prestigiosi a quelli più insulsi e banali; quella notte avevo fatto sesso con lui. Era abile anche in quello, ma questa non è una scusa così buona per farsi risparmiare. Giusto? Quindi, credo proprio che la sua vita terminerà tra... tre, due, uno. Bum.

"Ops, è andata via la luce, che sbadata che sono... li ha appena masticati un topolino, dovevo proprio cacciarlo quel cattivone", sussurrai avvicinandomi in lingerie verso il suo lussuoso letto a baldacchino. "Hm... le coperte sono rosse. Come il sangue che ti pulsa nelle vene, ed è così eccitante", gemetti. Misi il mio corpo a cavalcioni su di lui, il quale si svegliò di colpo.

"Jenny, cosa ci fai qui?", chiese tra l'assonnato e lo stupito. Al suo posto, avrei avuto almeno un po' d'inquietudine.

"Oh, nulla. Solo che... ho un pochino di voglia", risposi in tono malizioso. Afferrò al volo il messaggio, e mentre eravamo nella parte più eccitante...

"Ahh! Ma che diamine stai facendo?! Oh, Dio!", sbraitò. Evidentemente, durante il rapporto non si era minimamente accorto dei tagli su entrambe le cosce e sui suoi addominali perfettamente scolpiti.

"Sto solo rendendo più unica la cosa", mormorai avvinghiandomi ancor di più al suo corpo. "Sei delizioso. Non meriti questo mondo", e dopo testuali parole, con un gesto raggiunsi la sua gola con il coltello.

"Ma... perché?", urlò di nuovo prima che lo uccidessi. Dal coltello scorrevano goccioline di sangue, e il suo capo non faceva più parte del suo maestoso corpo.

"Perché? Uhm... sai, è bellissimo vedere le persone morirti davanti. Specie se hai fatto vivere loro un'esperienza di puro sesso energico. Così sfiancante da... ucciderti". Leccai la sua essenza che era depositata sull'arnese, e dopo essermi cambiata, presi gli oggetti più preziosi, qualche soldo in contante, e poi uscì andando verso la mia amata moto Ducati di ultima generazione. In realtà era di Chad, ma visto che non è più di questo mondo sarebbe stato un peccato lasciarla incostudita.

Pioveva a dirotto, e dovevo percorrere centocinquanta chilometri prima che qualcuno si accorgesse dell'omicidio. Senza pensarci due volte, accesi il motore che rombò per tutta la zona. Sfrecciai tra la città insonne, mentre le persone andavano avanti e indietro incuranti della presenza di un'assassina sulla loro via. Girai a sinistra e la pendenza impedì di farmi proseguire, ma con un po' d'insistenza, riuscì ad arrivare in cima. Scesi e portai la moto fino alla mia baracca di ferro. Era minuscola ma accogliente. Scoprì il tappeto, dove c'era una botola, la aprì ed avanzai scendendo la piccola scala di legno. Posai tutti i soldi su un comodino vecchio, e mi sedetti sulla sedia a dondolo che ero riuscita a costruirmi con le mie mani. Dinanzi a me c'era una foto di famiglia, dove tutti noi avevamo un falso sorriso. Mia madre non era sempre sorridente, tanto meno mio padre! Erano sempre in guerra, lei veniva sempre picchiata a sangue da quell'odioso alcolizzato.

Avevo quindici anni. Una notte, loro avevano litigato di brutto, così tanto che lui cacciò la moglie dalla nostra abitazione piena di lividi e di sperma. Che umiliazione...
Lui venne verso di me. In una parola mi violentò, e godeva come un... porco! Il giorno dopo voleva farlo di nuovo. Solo che stavolta, avevo io il coltello dalla parte del manico. Da quel giorno uccido, così sono diventata 'JennyKiller'. Avevo anche scoperto che mi piace l'odore della paura.

"Polizia! Esca subito senza indugio!"

"Beh, a quanto pare la mia carriera è finita". Aprì la porta.

Era solo.

Forse, non era proprio la fine.

Concorso scrittura {ISCRIZIONI CHIUSE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora