katherinezopp

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Autrice: katherinezopp

Sono in camera mia a giocare con i video game, i miei mi rimproverano sempre perché dicono che passo troppo tempo a giocare invece che studiare. Sento provenire dalla cucina un urlo lacerante, sembrava mia madre. Sono nel panico. Non so cosa fare. Resto per un attimo in silenzio, penso di aver smesso anche di respirare. Non sento più niente, solo un terrificante silenzio.
Decido di provare a scendere, in salotto non trovo nessuno e cerco di guardare in cucina senza espormi troppo. Tiro il collo più che posso e resto impietrito dalla scena che mi ritrovo davanti. C'è mia madre stesa a terra che ancora si dimena con un'ascia conficcata nel petto. Vorrei fare qualcosa per aiutarla ma i miei muscoli sono pietrificati.
<<Oh eccoti qui, vieni a darmi una mano>> sento una voce che mi sembra anche troppo familiare dietro le spalle, mi giro e vedo Charles, mio fratello. Ha sedici anni, due anni più di me. Non posso credere sia stato lui, non ha alcun senso. Mi alzo in piedi e vado verso di lui. <<Charles, dobbiamo chiamare la polizia, qualcuno ha fatto del male alla mamma>> lui mi guarda con un'espressione che non avevo mai visto sul suo volto, ha un sorrisetto spaventoso. <<La chiameremo quando avremo finito. Tra poco arriva papà e tu mi aiuterai a farlo fuori, poi puliremo tutto e chiameremo la polizia. Fidati di me>> Non potevo credere alle parole che sentivo uscire dalla bocca di mio fratello. Siamo sempre andati tutti d'accordo in famiglia, certo qualche litigata di tanto in tanto ma niente di grave. <<Perché?>> riesco a chiedergli solo questo. <<Non ho un motivo preciso. Volevo provare cosa si sentiva, Brandon te lo giuro, è una sensazione bellissima, mi sono sentito vivo e potente>> sembrava in estasi. Non riuscivo a riconoscere la persona che mi ritrovavo davanti. Corro verso mia madre che ormai non si muove più, ha una pozza di sangue tutt'attorno, vorrei abbracciarla, vorrei poter far qualcosa per aiutarla ma sento delle braccia tirarmi indietro.
<<Non toccarla, potrebbero risalire a te stupido>>
<<Ti prego Charles chiamiamo qualcuno, sono sicuro che mamma ti perdonerà, ti prego>> ormai sono in lacrime, cosa penserebbe di me mio padre? Non sono in grado di proteggere la famiglia. In quel momento sento le chiavi girare nella toppa della serratura, Charles mi fa segno di stare zitto con un dito davanti alla bocca e vado a nascondermi dietro il divano. Vedo mio padre entrare in casa fischiettando ma appena chiude la porta Charles gli si butta sulla schiena e lo accoltella con un coltello da cucina sulla schiena. Il suo volto è indescrivibile, è felice, sta ridendo, si vede che prova piacere in quello che sta facendo. Mio padre cerca in tutti i modi di divincolarsi, vedo la confusione nei suoi occhi, con un colpo mio padre riesce a staccare il coltello dalle mani di Charles che arriva dritto sotto i miei piedi. <<Brandon prendi il coltello. Io lo tengo fermo e tu lo finisci, fidati ti piacerà>> Non voglio fare del male a mio padre. <<No!>> urlo con tutta la voce che ho. <<Avanti vieni qua, non fare il fifone, pensa a tutte le volte che ti hanno sequestrato la play station>> non mi importava niente delle punizioni in questo momento ma ho anche paura mi possa far del male quindi mi avvicino piano verso mio padre già sanguinante e impugno il coltello.
<<Avanti Brandon, provaci>> mio padre mi guarda ormai sconfitto, io chiudo gli occhi e lo pugnalo una volta, poi un'altra ancora e di nuovo. Mio fratello continua ad incitarmi, ha ragione, sento l'adrenalina scorrere nelle vene e continuo a pugnalare, quando mi fermo vedo il corpo di mio padre a pezzi. C'è sangue ovunque e sono tutto sporco, mio fratello Charles mi porta in bagno e mi lava la faccia, mi passa dei vestiti puliti <<Ora cosa facciamo?>> gli chiedo con voce tremante. <<Ora andiamo a conquistare il mondo, io e te>> capisco che ormai mio fratello è diventato pazzo, ma non ho alternativa, devo seguirlo. Una parte di me è eccitata da tutto questo e me ne vergogno ma non ho altro che lui ora.  

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