I Colori Dell'Amore 🌈💕

Scontro improvviso (1)

Mi trovo come ogni giorno nel corridoio del lavoro, sono una fisioterapista nella vita di tutti giorni, ho 29 anni, sono nata a Milano ho vissuto la mia prima parte di vita li, dopo essermi laureata con mio padre ci siamo trasferiti a Roma.
Con una mano tengo il telefono con l'altra la mano frugo dentro la borsa per cercare le chiavi della macchina, intanto, cammino senza guardare dove metto i piedi. Ero stanca, i turni mi stressavano un sacco, spesso mi trovavo a fare anche il turno notturno per i pazienti ricoverati.
“ ma dove sono finite!” esclamo. Un secondo dopo mi ritrovo per terra con qualcuno addosso. Alzo gli occhi per vedere di chi si trattava, ma non feccio in tempo perché colui era già in piedi che si puliva il camice.
“ ma possibile che voi donne non guardate mai dove andate?” mi chiede guardandomi. Sentivo la sua voce per la prima volta, conoscevo tanti medici ma non lui.
“ mi scuso per l'incidente cercavo le chiavi. Ho finito il turno e andavo via”
“la prossima volta si guardi” mi dice sentivo un leggero bruciore sul petto, mi rendo conto che mi aveva travolto con il caffè che scottava.
“ se voleva mandarmi al centro ustioni bastava dirlo eh!” esclamo arrabbiata. Raccolgo tutto da terra compreso il telefono.
“ è lei che venuta addosso a me: è ora la colpa sarebbe mia. Solo per un po' di caffè e la camicia bianca sporca, guarda che si lava.”
“ grazie alla sua intelligenza oggi ho scoperto che le camicie si lavano in più le faccio sapere che mi sta bruciando il petto -  sbottono la camicia risultando un po' scollata. Sentivo il suo sguardo addosso in quel momento. - andrò da Luisa a farmi controllare. ” metto meglio la borsa e mi allontano verso la mia amica infermiera.
“ Luisa”
“Emma ma che hai fatto?” mi porta  dentro prendendo un po' di crema per bruciature e la mette un po' sul petto.
“un coglione mi ha buttato il caffè addosso mentre cercavo le chiavi. La colpa sarà pure mia,ma manco lui mi ha visto. ”
“ te lo sempre detto di cercare le chiavi una volta fuori dall'ospedale, sei testarda comunque non è niente di grave sei solo un po' rossa. Metti questa crema e bendati un pochettino niente di più. ”
“ non mi devo preoccupare?”
“ no. Era già un po' tiepido e la camicia ha attutito il calore prima del tuo petto. ”
“ grazie luisa” scendo dal lettino, le bacio una guancia. Era come una mamma per me, quella che non ho mai realmente avuto nella vita.

Sono nata e cresciuta a Milano solo con mio padre che si è sacrificato sempre per me. Facendo un sacco di lavori. Ad oggi è in pensione, ma c'è sempre qualcuno che magari lo chiama per andare a fare qualche lavoro da manovale. Mia madre non c'è mai stata,mi ha abbandonata dal primo giorno di nascita, dopo avermi partorito è scappata dall'ospedale senza farsi vedere più. Mio padre non l'ha mai cercata, eppure io avrei voluto sapere chi fosse.

Rientro a casa dopo che Luisa mi ha messo un cerotto addosso, appoggiai le chiavi e mi lego i capelli in un unica coda. Quel ragazzo dello scontro era scontroso e sbruffone. Ma chi si credeva di essere!. Mi ha completamente buttato il suo caffè addosso e si lamentava che la colpa era mia. Mi spoglio per infilare la roba di casa. Chiamo mio padre per sapere come stava, era a Torino per un lavoro da tre giorni e non ci vedevamo. Mi mancava, vivevo ancora con lui non avendo trovato una casa ancora tutta per me. Quando lui non c'era mi sentivo sola.
La mia situazione sentimentale non era delle migliori, ero fidanzata con un ragazzo di Milano lo avevo conosciuto all'università quando avevo 21 anni siamo stati insieme quattro anni finché non mi ha chiesto di sposarlo ero felice - stavo per sposarmi all'età di 25 anni - Avevo organizzato veramente tutto nei minimi dettagli, quando quel giorno sono arrivata prima io di lui e mi aveva detto di essersi innamorato della mia migliore amica Ludovica, avevano avuto anche diverse fughe da soli. Ero scioccata. Così da trasferirmi definitivamente qui a Roma. Io non ne voglio sapere più degli uomini. Sono tutti dei gran bastardi!