Non ci sei più (61)

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Non avevo più le forze di reggermi in piedi. Era passata un ora da quando mi avevano dato quella notizia, mi sentivo a pezzi, volevo allo stesso tempo vederlo. Siamo seduti tutti qui davanti alla camera mortuaria ma nessuno ancora si fa vivo.
“Simo” lo richiamo mentre tiro su il naso.
“amore dimmi” mi tiene stretta la mano.
“ quando me lo fanno vedere. Io voglio salutarlo. Ieri, mentre preparavo la valigia, mi ha detto che ci saremo rivisti oggi per stare un po' insieme. ”
“ credo che tra poco ci daranno modo. Lo so che è troppo tempo, ma devi dare tempo di portarlo qui. ”
“ avrebbe dovuto fare chiamare mamma”
“ amore credo lui sentisse e non voleva farti preoccupare”
“ ma ora non c'è più. E io mi sento male. Non posso stare senza di lui” dico.
“ signorina muscat, puo entrare se vuole” mi dice un infermiera.
“ grazie”
“ posso accompagnarla?” chiede mia madre. L'infermiera annuisce.
“ Rosanna sei sicura? ”
“se ci sono problemi ti faccio chiamare. Voglio accompagnarla io” Simone annuisce, non è molto convinto ma credo che le voglia lasciare questo spazio.
“ Emma se non te la senti”
“ non ti preoccupare” mi allungo per baciarlo ed entro dentro tenendo la mano di mia madre per la prima volta nella mia vita. Mi avvicino al suo corpo sdraiato in quei cosi freddi ci avevano fatto entrare direttamente nella stanza.
“ non dovevi farmi questo. Non dovevi. Quando hai scoperto di avere il male, ti avevo chiesto di combattere, di restare al mio fianco per sempre. Mi avevi promesso che lo avresti fatto. Papà. ” inizio a piangere di nuovo. “ torna ti prego! Ritorna con me! Non posso restare da sola. Non posso rimanere in quella casa” gli accarezzo la sua mano che era già fredda. Singhiozzo.
“ Emma”
“ perché non hai fatto chiamare la mamma? Ti avremmo potuto portare all'ospedale. Saresti ancora con me! ” sento la mano di mia madre sulla mia spalla.
“ era certo che eri in buone mani” mi volto per guardarla “ quando gli ho chiesto di poterti farti una chiamata, lui mi ha risposto: «non ce ne bisogno. Lei è con la persona che si prenderà cura più in assoluto. Me lo ha promesso.»”
“ io...” non sapevo cosa dire. Ha voluto seriamente che stessi con Simone, anziché, pensare a lui che molto probabilmente se ne stava andando.
“ papà, ti prego, non puoi averlo fatto. Io volevo salutarti. Non in questo modo,dovevi accompagnarmi all'altare almeno questa volta. ” continuo a parlare con lui che non può più rispondermi. Sento l'infermiera dire qualcosa ma l'unica cosa che conta per me è il corpo di mio padre. Stringo la sua mano che non stringe la mia.
“Emma, dobbiamo andare”
“ no. Io devo restare qui”
“ Emma non possiamo”
“ io devo restare con lui. Io non posso lasciarlo!”
“Emma" mi richiama di nuovo. Prova a tirarmi verso di lei ma la spingo via e cade.
“ voglio restare qua. Con lui. Papà io resto. Io ci sono. Io non vado via. Io.. voglio venire con te. Io non posso stare qui. ”
“Emma dobbiamo andare” la voce di Simone adesso riempie questa sala. Piango e singhiozzo fortissimo. Le mie lacrime cadono sul petto nudo di mio papà.
“Non posso abbandonarlo" dico ancora.
“ non lo stiamo abbandonando Emma. Lui non è più con noi fisicamente ma è ancora nel tuo cuore. Ogni cosa che farai sarà con te. Ma è arrivato il momento di lasciarlo andare”
“ io voglio andare con lui”
“ non dire cazzate! Dai vieni con me!” mi dice prendendomi la mano.
“ Simo voglio restare qui” gli dico. Scuote la testa. Mi abbraccia facendomi sfogare liberamente. Poi mi prende di peso portandomi via. Stringendomi forte. Senza lasciarmi mai.
“ mamma?” domandò.
“ l'infermiera è con te. Sta bene però”
“ non mi sono accorta di averla spinta così forte. Io non volevo farlo”
“Lo so amore. Lo so ” mi bacia una guancia stringendomi di nuovo. Lui era davvero la mia cura.

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