Dubbi e certezze (27)

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Dopo aver pranzato insieme siamo tornate entrambi a lavoro. Emma mi chiesto di chiedere scusa a Sara per il suo atteggiamento. Le ho spiegato che prossimamente se vuole potrà scusarsi lei di persona. Volevo presentarla ai miei sperando che non iniziassero a dire che era arrivato il momento di sposarmi. Emma aveva già vissuto un esperienza vicino al matrimonio, ed io non volevo creare false allusioni. Non sapevamo se questa storia - diciamo così - sarebbe continuata. C'è ancora qualcosa che non mi ha detto. Qualcosa che la turba parecchio.
Sto staccando lavoro, credo pure lei, perché la vedo andare verso l'ascensore che ancora non avevamo aggiustato. Affianco ad esso c'erano le scale.
“ Emma” si volta.
“ ehi. Va via anche tu?”
“ si ho finito poco fa. Tu invece? Non staccavi un ora dopo di me?”
“si. Mio padre però ha chiamato che non ha forze ”
“ ti devo accompagnare?”
“ no, tranquillo. Ho la macchina qua sotto. Non ci metterò niente” mi dice scendendo le scale. Perché avevo la sensazione che stesse scappando?
“ ti puoi fermare due secondi?” le chiedo.
“ è successo qualcosa? Ti serve una mano per qualche paziente?”
“ non è nulla di tutto questo. Perché scappi? Sembra di essere tornato come i primi giorni che non ci parlavamo. ”
“ non sto scappando” alzo il sopracciglio guardandola ancora.
“se è per mia sorella, non è successo nulla Emma. Non potevi sapere che era lei. È ci sta essere gelosi di qualcuno. ”
“ma non in quel modo”
“ perché no? Alla fine ci piacciamo”
“ non posso permettermi questi atteggiamenti Simo. Io sono già stata male e se questa storia o come vuoi chiamarla finirà in disastro: io starò peggio di quanto lo sia stata con mio ex”
“ di cosa hai paura oltre allo stare male”
“ di darmi me stessa. Di non riuscire a controllarmi con te. Di perdere la ragione totalmente da pensarti durante la giornata. A volte siamo a lavoro: non posso stiamo insieme e farci vedere insieme, mi sentirò in dovere di dovermi nascondere perché non mi piace dare spettacolo e perché il nostro lavoro non ci permette di fare queste ”
“ e vuoi rinunciare a noi per tutto questo?” le chiedo. La vedevo ancora piena di dubbi dentro di lei.
“ non voglio rinunciare a niente Simo. Però, cerca di capirmi: ti vedo con una è impazzisco di colpo. Era tua sorella ok, ma se fosse stata una nostra collega? Che figura avrei fatto. Sarebbe potuta andare praticamente da qualcuno a sbandierare la cosa. ” le prendo le mani. Sapevo che qui ci avrebbero potuto vedere ma doveva capire che non sarebbe andata avanti con questo atteggiamento.
“Emma te lo già detto: tu devi vivere. Non stare in apnea. Se la gente pensa male chi se ne frega. È la tua vita non la loro. È anche se venisse a saperlo il capo, sono pronto a prendermi le responsabilità. Ma io a te non voglio rinunciare. Non voglio stare lontano da te. ” mi sorride.
“ sono complicata da morire”
“ a me vai bene così. Non ti voglio cambiare. ”
“ è per questo che mi piaci. Perché riesci a capirmi anche senza dovermi stravolgere completamente. ”
“ ti va di venire a casa mia stasera?”
“ casa tua? Ma..”
“ tranquilla. Non ci sta nessuno. Sara è da un amica, e i miei vivono nella casa accanto. Non te li farò incontrare se non ti senti pronta. ”
“ d'accordo. Passi tu a prendermi?” annuisco. Scendiamo giù verso i parcheggi, le prendo la  mano mentre l'accompagno alla macchina. Una volta vicino alla sua mi inchino per poterla baciare.
“ ciao piccola a dopo” mi sorride.
“ a dopo Simo” mi stringe ancora la mano. Mi ruba un bacio a stampo, salendo poi dentro la sua auto. Mi sposto quando mette in moto è parte.
Sento che questo rapporto iniziava ad evolversi. Se voleva delle certezze gliele avrei date.

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