Piccole confessioni (24)

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Dopo il sushi, Simone ho insistito per pagare lui nonostante io gli dicessi di lasciare perdere. Poi mi sono arresa perché non volevo continuare a battibeccarmi con lui dentro al ristorante.
Stiamo camminando mano nella mano in giro per Roma, meravigliosa e mi lascia senza fiato. Simone mi tiene per mano guardandomi ogni tanto dolcemente.
Mi era mancata questa sensazione di benessere che qualcuno mi potesse dare. Si ferma davanti alla fontana di Trevi, che non avevo mai visto da quando ero qui a Roma. Spesso troppo presa da lavoro non uscivo mai e in più non avendo nessuno con chi vedere le bellezze romane restavo a casa.
“ buttiamo una moneta a testa?” mi chiede.
“ davvero?” annuisce. Apre il portafoglio e io faccio lo stesso. Ci scambiamo le monete. Ci avviciniamo alla fontana.
“sei pronta?”
“si”ci giriamo di spalle.
“ uno... Due.. tre.. ricorda di esprimere il desiderio senza dirlo” annuisco. Alzo il braccio come fa lui è butto là moneta dentro la fontana. Simone mi abbraccia da dietro, guardando la sua moneta che ancora non era caduta, poco dopo fa quel rumore dell'acqua segno che è entrata.
“ spero che questo desiderio si esaudisca” confessa a voce alta.
“ funziona spesso?”
“ alcuni desideri si sono avverati altri no. Molte persone vengono spesso qui per buttare la moneta. ”
“ mi piace questa cosa. ”
“ io lo so cosa hai desiderato!” esclama facendomi voltare con il viso, incrocio il suo sguardo.
“ hai imparato a leggermi nella testa?”
“ no. Ma posso immaginare. E non c'entro io” sorrido.
“ in realtà in parte c'entri” respira.
“ah si?” domanda curioso. Aggancio le braccia intorno al suo collo. Le sue mani stringono i miei fianchi.
“ si. Ma non ti dico altro. Altrimenti non si avvera”
“ hai ragione” mi bacia a stampo. Avevo desiderato che mio padre guarisse da quello che aveva e Simone lo volevo al mio fianco. Pensavo che senza di lui non avrei affrontato nulla di tutto questo.

Stiamo in silenzio per qualche minuto, abbracciati davanti alla fontana, i nostri respiri si mischiano in uno solo. Mi basta per essere in pace con me stessa. Neanche il mio ex fidanzato mi aveva mai fatto sentire così. Simone è entrato nella mia vita da un mese e più precisamente, ed io sento quasi di conoscerlo da sempre.
“ è Mezzanotte" mi dice.
“ domani lavori di mattina?” gli chiedo.
“ no entro nel pomeriggio dopo pranzo” gli sorrido.
“ io anche. Quindi possiamo restare ancora un pochino insieme”
“ non è che tuo padre si preoccupa?”
“ ha detto che andava a dormire. E poi ho 26 anni Simo, come avete detto voi, devo iniziare a vivere di nuovo.” mi guarda per qualche secondo.
“ hai 26 anni” annuisco.
“ perché? Che c'è che non va?” mi passa una mano sulla guancia accarezzandola con tanta delicatezza mai vista prima.
“ pensavo che fossi più piccola”
“ mi stai dando della vecchia?” le chiedo ridendo.
“ no. Ma credevo che tu fossi più piccolina come 22/23!” rido, appoggio le labbra sulle sue. È un bacio leggero pieno di significato per me.
“ tu, invece?”
“ io ne ho 29 sono vicino ai 30 te lo detto l'altro giorno” mi sorride di nuovo. Mi fa sentire strana ogni volta che lo fa. Lo stomaco si contorce e i brividi si impossessano nel mio corpo. Si morde il labbro inferiore, poco dopo mi alzo sulle punte non resistendo nel dargli l'ennesimo bacio della giornata. Non smetterei mai.
“ è per questo che i tuoi genitori ti vogliono accasato!" Esclamò una volta che ci stacchiamo. Lui alza le spalle. “ pensa che mio padre quando ero con quel coglione pensava che presto sarebbe diventato nonno. Poi, invece, quello sì è fidanzato con la mia migliore amica lasciandomi il giorno del nostro matrimonio” Simone sbarra gli occhi. Gli avevo appena confessato uno dei motivi per cui non credevo più negli uomini.
“ matrimonio? Tu... Stavi per sposarti?”
“ si. Stavamo insieme da quattro anni, mi voleva sposare ma quando è arrivato quel giorno ha avuto il coraggio di dirmi che per mesi sì era scopato la mia migliore amica. ”
“ sono fidanzati adesso?” alzo le spalle.
“ non lo so proprio. Dopo quello che è successo, sono scesa qui a Roma, volevo dimenticare tutto anche se è stato difficile. ”
“ ecco perché...” lo blocco.
“  non credo più nell'amore e negli uomini. Si, perché sono stata male e se sono tutti come lui io non voglio più un amore. ” mi abbraccia senza dire niente.
“ non sei l'unica ad aver provato questa cosa. La mia ex mi ha cornificato non un amico ma con diverse persone che non ricordava nemmeno lei. Sono stato malissimo perché credevo di aver trovato una stabilità” respiro. So come ci si sente. Sento le sue labbra appoggiarsi sulla mia fronte e successivamente nei miei capelli. Mi stringe ancora a lui.
“𝓽𝓲 𝓹𝓻𝓮𝓰𝓸 𝓹𝓻𝓮𝓷𝓭𝓲𝓽𝓲 𝓬𝓾𝓻𝓪 𝓭𝓲 𝓶𝓮" gli dico sussurrandolo piano piano. Non so se mi aveva sentito ma volevo che per una volta qualcuno lo facesse realmente. Non dice niente ma la sua stretta si faceva ancora più stretta di prima. Avevo capito che mi aveva sentito benissimo e che avrei dovuto prenderlo come un si.

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