Insieme (20)

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Il giorno dopo.

Ieri ci siamo separati per andare ognuno a casa propria. Sembrava un impresa allontanarci. Stamattina ci vediamo direttamente a lavoro, lei entra nel pomeriggio avendo i turni separati.
Una volta dentro l'ospedale arrivo direttamente nella mia stanza, appoggio tutto ciò che non mi serve e saluto la mia infermiera che entra.
“ come siamo sorridenti stamattina”
“ mi sono svegliato di buon umore” le rispondo sorridendo ancora. Infilo il camice e inizio il giro dei pazienti ricoverati, fino ad arrivare a quelli che vengono a fare visite.
Molti di loro finivano per essere operati perché non c'è più una terapia adatta.
Non appena accompagno la ragazza di vent'anni fuori, vedo Emma passare per andare nella zona di fisioterapia. Con tutto il lavoro non mi ero accorto che era già mezzogiorno e mezza.
“ dottore: c'è la pausa pranzo ora. " Mi dice andando a chiudere il quaderno degli appuntamenti.
“ si. Mangerò qualcosa e poi torno qui”
“ io passo al bar” mi dice di nuovo uscendo. Cammino con il camice ancora addosso verso la stanza di Emma, busso e ci trovo Carlotta ma non lei.
“ se cerchi Emma è andata in sala. Aveva subito una paziente”
“ grazie" chiudo la porta alle mie spalle. Raggiungo la saletta. È lì che lavora intensamente.
“ reggiti  con le braccia, non abbandonare il corpo sulle gambe. Federica domani dobbiamo provare a camminare se non fai questi esercizi non ci riusciremo. ” le strilla. La ragazza era tra le due sbarre, si reggeva poco con le braccia, il peso non c'era da nessuna parte.
“ mi fa malissimo la schiena”
“ lo so. È perché deve iniziare a funzionare. Siamo qui da due settimane da quando la sensibilità è tornata. Ma i miglioramenti si vedono troppo lentamente. ”
“ non ho le forze”
“ questo non è lo spirito giusto! Se vuoi tornare a camminare devi credere in te stessa. Non si molla. Le forze possiamo non averle ma dobbiamo trovarle”
“ per lei è facile perché cammina sulle sue gambe”
“ hai ragione! Non posso sapere cosa si prova, ma sono la tua fisioterapista è ho il diritto di farti credere che una forza da qualche parte c'è. Fidati, che per come ho vissuto la mia vita una forza prima o poi arriva e non puoi fare a meno. E ora carica quelle benedette mani con le braccia e muovi la gamba in avanti. ” le dice guardandola. La ragazza reagisce è riesce a fare qualche passo, ma poco dopo non ha le forze per reggersi e Claudio l'aiutante di Emma la prende al volo.
“ dieci minuti di pausa poi riprendiamo” dice. Claudio annuisce e anche la ragazza fa lo stesso. La fa accomodare sulla sedia, respira. Emma, invece, si volta e mi vede. Sorride. Esce.
“ buongiorno” dico
“ buongiorno. Che ci fai qui? Hai bisogno di me di la?” mi chiede senza smettere di guardarmi.
“ no. In realtà ti ho visto passare. Ho la pausa pranzo in questo momento pensavo di passare due minuti con te. Ma ho notato che sei impegnata.”
“ ho dieci minuti di pausa. ”
“ non voglio interrompere il lavoro...” appoggia la mano sulla mia bocca.
“macchinetta? Mi prendo un caffè mentre tu poi vai a pranzare?” annuisco senza dire niente. Prendiamo un rampa di scale e arriviamo dove ci sono le macchinette, il nostro posto al momento.
“ tuo padre?” le chiedo mentre clicca su quell' aggeggio.
“ domani ha la prima visita dal l'oncologo. Vediamo cosa gli dice. Sono un po' in ansia”
“ stai tranquilla. Non ti agitare altrimenti la trasmetti pure a lui e non va bene”
“ mi sembra tutto assurdo quello che mi sta succedendo?”
“Emma, affronterete questa cosa insieme, sono sicuro che tuo padre è forte. È se dovesse andare male non devi avere rimpianti. ”
“ non ne avrò.” mi sorride, prende il caffè gira la bacchettina per lo zucchero.
“ non sai quanta voglia ho di baciarti adesso” confesso a cuore aperto. Si muove verso di me, appiccica i nostri visi, e mi bacia senza dire niente. Non me lo aspettavo questo gesto. La sua lingua è dentro la mia bocca e non potrei farne a meno. La sposto verso il muro come la prima volta che l'ho baciata. Le stringo i fianchi e continuo a baciarla. Ci stacchiamo a corto di fiato.
“ cerchiamo però di contenerci eh! Siamo a lavoro” annuisco. Le rubo un altro bacio. Poi si prende il caffè.
“ stasera sei libera?” le chiedo.
“ no Simo. Ho il turno di notte oggi”
“ ok. Io stacco per le 15”
“ lasciami il tuo numero sulla mia scrivania. Ci sentiamo nella notte ok?” mi propone sorridendo.
“ si va bene. Vado a mangiare qualcosa”
“ ci vediamo prima che esci?” annuisco. Senza problemi. Sto per andare via mentre mi sento toccare la spalla, mi volto e mi bacia a stampo.
“ a dopo”
“a dopo piccola” le dico. Mi passa davanti, scendo le scale e scomparendo.
Che mi stai facendo Emma?

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