Incontri in famiglia (33)

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Sono agitata, oggi è domenica a Simone è venuta l'idea di presentarmi ai suoi genitori. Mi sono messa in jeans e una maglietta semplice anche se mi sono guardata diverse volte allo specchio e non ero convinta.
Simone è con mio padre in salone stavano chiacchierando di sport. Li raggiungo dopo aver preso la borsa per uscire.
" uomini io sono pronta!" dico.
" finalmente pensavo che Simone dovesse aspettare altre tre ore"
" papà smettila! "
" ok ok mi arrendo. Divertitevi a questo pranzo, io vado fuori con un collega" mi volto a guardarlo perché cercavo le chiavi di casa.
" un collega?"
" si. "
" strano di solito non esci a quest'ora!"
" Emma non ho voglia di stare a casa. È stato tranquilla non prenderò sole se questo che ti preoccupa" non era ciò che mi faceva stare in ansia. Da quando aveva iniziato i cicli di chemioterapia, era molto stanco nel pomeriggio e non volevo che si sentisse male. Non conoscevo questa persona.
"Emma, tuo padre sa quello che fa. Stai serena. È poi dovesse succedere qualcosa ci chiamerà ok?"
" ecco grazie Simone"
" va bene. Lascio il telefono accesso"
" goditi questo pranzo con la famiglia del tuo ragazzo. Smettila di preoccuparti sempre solo per gli altri" mi rimprovera.
" tu non sei gli altri. È questo che non capisci!" Simone ci guarda.
" non ho detto che sono un estraneo. Sto dicendo che dovresti essere felice oggi e invece, stai pensando di nuovo solo esclusivamente a me. Hai 26 anni e una vita davanti.. quando pensi di costruire qualcosa se pensi solo a me?" sbuffo. Sapevo di essere pesante. Ma io avevo solo lui.
" tu lo sai... Io ho solo te" respira. Simone si avvicina a me, accarezzandomi il braccio.
" ora non ci sono solo io. Ma anche lui. Quindi impara a convivere le cose anche con altre persone. "
" va bene" mi sorride e corro ad abbracciarlo. " qualche sera voglio parlare un po' della mamma" gli dico spiazzandolo.
"Simone..." lo blocco e lo guardiamo
" lui sa papà" Simone sgancia un sorriso meraviglioso.
" ok allora. So che se hai un crollo potrò contare su di lui" lo abbracciò di nuovo e poi seguo Simone. Saliamo in macchina e dopo mezz'ora arriviamo a casa sua.
" stai tranquilla. "
" è se non dovessi piacere ai tuoi?" gli domandò bloccandolo prima che esca.
" Emma devi piacere a me non a loro se fosse così. Non ci rinuncio a te." mi bacia e scendiamo entrambi dalla macchina. Le gambe mi tremano, la salivazione si azzera quando ad aprire il cancello c'è sua sorella.
" ciaooo" salita suo fratello baciandolo sulla guancia. Faccio qualche passo indietro, non posso essere qui, che figure farò. Io...
" tu sei Emma vero?" annuisco.
" vieni dentro mica puoi stare la" mi chiama .
" io..." Respiro " mi dispiace per quella volta.." mi sorride.
" non è successo nulla. Capisco benissimo il tuo comportamento. Io sono Sara"
" tu già sai come mi chiamo" le dico sorridendo. Faccio un passo avanti e un altro ancora.
" non ti mangerà nessuno Emma. A me già piaci. Sei riuscita a mettere ko mio fratello"
" sono contenta "
" che tu mi piaccia accanto a Simone" annuisco.
" per me è importante l'opinione della famiglia del ragazzo con cui sto"
" aspetta: mi stai dicendo che..." le sorrido un po' imbarazzata. Guarda suo fratello che era concentrato a osservare credo sua madre arrivare.
" sei uno stronzo!! È io ieri che ti facevo tutte le domande, tu.. tu mi hai ignorata completamente" lo spintona e Simone ride.
" io non dovevo dirti nulla"
" tu sei solo stronzo! Emma se trovi un modo per ucciderlo poi avvisami ti aiuto" inizio a ridere per il siparietto che hanno costruito.
" eccovi finalmente"
" ciao mamma, ciao papà" dice Simone salutandoli. Sentivo un groppo allo stomaco. " lei è Emma. La mia ragazza" la guardo attentamente mentre lo dice e non so perché ma mi fa veramente un certo effetto.
"Emma, era ora che ti conosciamo parla sempre bene di te. Siamo contenti di portarti avere con noi. "
" grazie mille signora"
" oh no ti prego! Darmi del tu! Mi chiamo Maria" mi accarezza una guancia, sento le lacrime quasi cadere. Resto ferma a godermi quel contatto che non avevo mai avuto. I suoi occhi erano entrati dentro la mia pelle facendo pulsare il mio cuore.
"Emma tutto bene?" mi chiede Simone preoccupato.
" sì Simo. " mi sorride tenendomi per il fianco facendomi strada insieme alla sua famiglia dentro casa sua.
Mi sentivo anche io in quel momento a casa mia. Il gesto di sua madre mi aveva reso fragile per qualche secondo.






| " 𝗟𝗼𝗿𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲. 𝗴𝗹𝗶 𝗵𝗼 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗶 𝗶𝗼. 𝗟𝗲𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮"
" 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗿𝗺𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗲. 𝗔𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗹𝗲𝗶 𝗺𝗶 𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗲. 𝗡𝗼𝗻 𝗵𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗱𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶"
" 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲? 𝗚𝗹𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗲𝗿𝗼̀ 𝗻𝗲 𝘀𝘁𝗶𝗮 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗼!" |

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