Primo risveglio insieme (29)

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La luce del sole entra dalla finestra della camera di Emma. Questa notte ho dormito da lei, la prima volta dopo la mia ex che sto fuori casa. Ho trovato rifiugio in lei che mi sa capire in pieno. Mi fa sentire le farfalle nello stomaco. Mi fa morire con i suoi occhi dolci e pieni di amore da dare. Sento che posso innamorarmi dei suoi modi di fare, dei suoi sguardi, dei suoi ripetuti baci che questa notte mi dava.
Ci siamo addormentati attaccati come due polipi. Guardo l'orario nel mio telefono che lampeggiava per i due messaggio di mia madre preoccupata perché questa mattina non rispondevo al citofono. Ogni giorno mi portava la colazione a casa come se fossi ancora un bambino.
Decido di non rispondere adesso ma più tardi. Ho altre preorita.
“Emmina” la chiamo baciandola più volte sulla guancia.
“ altri 5 minuti” dice girandosi dandomi le spalle. Non posso fare altro che spostare gli occhi verso il suo fondoschiena che risultava perfetto dentro quei pantaloni del pigiama.
“ te li lascerei volentieri se non dovessimo andare a lavorare” le dico abbracciandola.
“ oddio!” si muove di colpo guardandomi. “ è tardi? Dobbiamo già muoverci?” chiede allarmata e mi viene da ridere.
“ non siamo in ritardo. È abbiamo due minuti per noi, prima di scendere giù da tuo padre” confesso tirandola verso me dal polso. La incastro nel mio corpo, mi accorgo di quanto ci stia bene tra le mie braccia.
“ buongiorno comunque” mi dice ridacchiando.
“buongiorno cucciola” mi sistemo meglio sul letto appoggiando la schiena sulla ringhiera tenendo lei sul mio petto. Gira il viso per baciarmi.
“ era da un sacco di tempo che non mi svegliavo così bene. ” mi dice “ di solito mi alzo faccio colazione saluto mio padre che se va via per lavoro esce prima di me. Altrimenti, esco io per commissioni o per lavoro. Poi ci rivediamo direttamente a casa.”
“ bella giornata tipo” le dico.
“ la tua com'è?”
“ mi sveglio con la sveglia che sembra una tromba. Poi mia madre mi porta la colazione, nonostante io sia in grado di farlo da solo, Sara dorme spesso da me quindi c'è anche lei. Faccio ciò che serve per lavarsi e vestirsi, è successivamente vado a lavoro. Rientro cucino se ne ho voglia altrimenti mangio quello che è rimasto magari dal pranzo in ospedale perché spesso me lo porto via ” mi guarda per qualche secondo persa nel vuoto.
“ehi che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“ no tu non c'entri nulla. È che ..” respira. Ha già gli occhi lucidi. “ c'è una cosa che non ti ho detto. E che in questo momento non sono ancora pronta per dirtelo scusa!” si alza da sopra di me uscendo dalla stanza e andando verso il bagno. Non capivo il suo comportamento. Mi alzo, anche io, aspetto che esca dal bagno. Dopo tre minuti eccola uscire. Sta per scappare via quando la fermo. Appoggio la sua schiena al muro del corridoio per convincerla a guardarmi.
“ non cambierà niente. Qualunque cosa tu abbia da dirmi. Io so aspettare. Se i tuoi tempi non sono ancora maturi e non te la senti: non devi fare niente Emma.”
“ Simone non so quando io sarò pronta a farlo. È qualcosa di troppo grande per me da un sacco di anni, da quando sono nata, che questa cosa mi sta turbando. Io non so più dove sbattere la testa”
“ prima di tutto devi respirare. È poi hai 26 anni, hai tutto il tempo per chiarire ciò che non hai chiaro. Ad esempio: credo si riguardi la tua famiglia, di conseguenza potresti parlane con tuo padre e poi vedere cosa poter fare”
“ non voglio vederlo soffrire ancora. È già stato troppo male per questa cosa. ”
“ ma tu hai bisogno di spiegazioni. Io non so di cosa si tratta. Forse immagino ma non ti dico cosa. Adesso andiamo a fare colazione e andiamo a lavoro. Ok?”
“ok” le lascio un bacio sulla guancia e poi sulle labbra.
“ ci sono io adesso. Affronteremo la cosa insieme se ne hai bisogno”
“ grazie Simo ” le sorrido. Mi prende la mano, è andiamo verso la cucina, suo padre sta con il giornale che legge attentamente.
“ buongiornooo giovani. Il latte è caldo. Io mi finisco di preparare altro giro altra corsa. Speriamo finisca presto questa tortura” afferma. Emma lo abbraccia e poi raggiunse di nuovo me. Lui mi fa l'occhiolino sparendo verso le stanze. Mi trovavo a casa. È come primo risveglio fuori casa con la ragazza che mi piaceva non era male.

| Prima o poi la verità verrà a galla. Molte domande verranno sciolte con delle buone risposte. Ci sarà un tempo in cui tutto cambierà.|

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