Attimi (100)

319 27 5
                                    

Il pianto disperato di Evelin mi fa alzare di scatto, Emma dormiva tranquillamente, strano perché ogni volta che uno dei due piangeva era la prima ad alzarsi velocemente prima di me. Attraverso metà camera raggiungendo la culletta che si trovava dalla parte di Emma. La prendo in braccio cercando di calmarla, ma niente era irrequieta.
“ehi, topolina, c'è papà qui " le dico appoggiandole la testa sulla mia spalla. Le accarezzo la schiena ma non si calma.
“ Evelin shhh! La mamma dorme, tranquilla adesso stiamo insieme ok” piange ancora. Decido di scendere al piano di sotto con lei tra le mie braccia prendo il suo piccolo biberon e preparo un po' di camomilla. Emma gliel'ha faceva spesso per calmarla un pochino, decido successivamente di metterla a pancia in sotto poteva essere anche un malessere allo stomaco.
Aspetto che si riscaldi un po' l'acqua..
“Simo” mi volto.
“ amore torna a dormire”
“ ma che succede?” nel frattempo Evelin si era azzittita guarda Emma con due occhi da cerbiatto.
“ piangeva come una disperata. Dormivi dolcemente e non volevo svegliarti. Alex?”
“ dorme tranquillo. Ho sentito i tuoi passi scendere le scale e mi sono preoccupata. ”
“ so di essere un elefante ma non credevo di poterti svegliare così all'improvviso. Comunque la camomilla è pronta”
“ dagliene poco. Tanto credo che sia solo un leggero fastidio. ”
“ ora che ti ha visto credo che vorrà altro!” ridacchia. Mi bacia una guancia.
“ sei un papà fantastico! Non dubitare mai di questo!” alzo le spalle. Ultimamente, sentivo che loro volessero solo lei. Mi sentivo messo da parte. Come se stravedessero per Emma è basta. Quando tornavo da lavoro mi guardavano felice ma poi finiva quasi subito, tornavano a giocare come se non fossi mai esistito. “Simo”
“ dimmi” le do le spalle. Evelin è ancora in braccio a me.
“ non devi mai pensare che loro non ti vogliano bene”
“non ho mai pensato questo. So che non è nemmeno colpa tua, ma loro stravedono solo esclusivamente per te”
“ io penso che: i tuoi bambini ti amino tanto. Non te ne rendi conto perché non badi bene.”
“ se non fossi arrivata in questo preciso momento credo che starebbe ancora piangendo disperata”
“ ti fa sentire meglio che io torni su da Alex è tu te la cavi da solo?” l'estrema dolcezza con cui mi parlava, mi faceva sentire ancora più piccolo, come se fosse in grado di risolvere un problema che in realtà era il mio.
“no tranquilla. Adesso le do la camomilla e poi torniamo su” annuisce. Si siede sul divanetto coprendosi bene. Appoggio il biberon, giro Evelin che mi guarda adesso, gli stessi occhi che aveva con la madre li aveva con me. Avvicino la camomilla alle sue labbra e ne beve qualche sorso. Quando non ne vuole più. Mi avvicino alla mia fidanzata che sta dormendo in piedi.
“ possiamo andare!” le dico. Saliamo insieme in camera. Mi metto a letto sistemando la piccola nella sua culletta. Ma i suoi occhi sono vispi come se non avesse voglia di dormire.
“credo che non dormirà per un buona mezz'ora!” confesso.
“ sdraiati. Ci penso io a lei. Tanto la camomilla adesso fa effetto vedrai, se no le do un po' la tetta e si addormenta”
“ non ho più tanto sonno”
“ domani devi andare a lavoro però!” afferma voltandosi con il viso per guardarmi.
“ lo so. Ma non ho più sonno. ” lascia per qualche secondo la nostra bambina che continua a guardare gli animali affissi in alto muovendo le gambe.
Siamo vicini con i corpi e incastrati con gli occhi.
“ che hai? ”
“ avrei voluto che tuo padre fosse qui. Avrei potuto avere un consiglio in più. Lui ti ha cresciuto da solo. ”
“ sai quanto vorrei che fosse così anche per me. Ma tu hai tuo padre Simo,puoi parlare con lui” mi dice. Tra me e mio padre da un mese a questa parte non correva buon sangue, avevamo discusso per una cazzata che poteva finire li. Invece, lui ha preferito non parlarmi più.
“ non credo che sia io a dover andare da lui”
“ vuoi continuare a tenere tutto questo orgoglioso. Solo perché lui ha deciso di non volerti rivolgere la parola. Avete discusso solamente per una stanza che lui non avrebbe voluto che tu non toccassi. ”
“ ma questa è casa mia Emma. Posso fare come voglio!”
“ lo so. Ma lui ci ha messo del suo a fartela costruire. Cerca di capire anche la sua posizione. Non puoi vedere sempre solo il tuo giardino. Devi parlarci altrimenti se dovesse un giorno andare via avrai sempre il rimpianto di non averlo fatto!” afferma accarezzandomi la guancia. “ è quella piccolina sa che sei il suo papà vedrai quando cresce ancora che sarà attaccata a te. Ti amo amore”
Solo lei riusciva a farmi sentire meglio ogni volta che riuscivo ad aprirmi. Sapeva che ci stavo male per mio padre.
“anche io amore”

I Colori Dell'Amore 🌈💕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora