Primi messaggi (21)

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Erano le undici di notte, qui in ospedale non si muoveva anima viva. Mi stavo annoiando come la morte, i pazienti dormivamo e anche Luisa sul divanetto. Avrei voluto avere la sua capacità di dormire in questa maniera. Ma era più forte di me e non ci riuscivo se non era un letto soffice su cui fare sogni tranquilli.
Simone mi aveva lasciato il suo numero dentro l'agenda, Carlotta lo aveva visto e mi ha posto delle domande. Le ho detto che c'è stato qualcosa, è che molto probabilmente c'era un inizio di frequentazione. Era felice per me. Di lei mi potevo fidare qui dentro non avrebbe parlato con nessuno. Prima di andare via era passato a salutarmi, è non volevo mollarlo, ci baciavamo fino a rimanere senza fiato. Le sue mani accarezzavano sempre le mie braccia da sopra il camice. Mi guardava negli occhi facendomi sentire bella da morire. Le gambe mi tremavano dall'emozione.

Simone: « come va lì?» era il suo primo messaggio.
Emma: « c'è troppo silenzio»
Simone: « dormono tutti?»
Emma: « si. I pazienti per fortuna lo fanno. Luisa dorme sul divano. È sono praticamente sola nel corridoio. Non ci sono urgenze oggi»
Simone: « potrei venire a trovarti» sbarrò gli occhi a leggere questo messaggio. Era impazzito del tutto.
Emma: «No simo. Se ci beccano siamo in un casino. Ti prego teniamo al momento un profilo basso»
Simone: « come vuoi! Mi manchi un pochino»
Emma: «anche tu. Ci vediamo domani mattina come stacco»
Simone: « appena ti vedo ti riempio di baci»
Emma: « non vedo l'ora. Davvero.»
Simone : « non mi tentare signorina» ridacchiò. Alzo la testa verso il soffitto sospirando. Ho paura di prendere una fregatura. Non voglio stare male. Non ancora. Non come quella volta.
Emma: «ti conviene dormire. Altrimenti, domani a lavoro ci arrivi con gli stecchini»
Simone: « simpaticona! Tu che farai ora?»
Emma : « mi metterò nella bella scrivania. Firmerò alcune carte, metto a posto i medicinali e inizio a preparare anche le cartelle per le pazienti di domani. Ne ho una alle 8 prima di andare via un po' un casino. Ormai, non so più come comportarmi. 16 anni è un vero proprio disastro!»
Simone: « non ti ascolta?»
Emma: « è più di un mese che non fa più allenamento al polso. Credo che prima o poi rischia di non usarlo più. Ormai i tendini rischiano di bloccarsi per sempre»
Simone:« tu insisti. Sono sicuro che ci riesci»
Emma: « non credo di riuscirci più. Se già da 30 giorni non mi sta a sentire. »
Simone: « non ti puoi abbattere tu adesso però. Guarda il lato positivo continua a venire, devi solo provare a trovare del coraggio in più dentro di lei. Forse non ha autostima o pensa di non farcela. Tu sei brava Emma. »
Emma: « grazie Simo. »
Simone: « io provo a dormire piccola. Ci vediamo domani»
Emma: « a domani ❤️»

Metto il telefono nella tasca del camice tornando dentro. Trovo Luisa guardarmi.
“ c'è qualcosa che non mi hai ancora detto?”
“io?”
“ si tu”
“ no io non ho niente da dire”
“ non c'entra niente con Simone vero?” scuoto la testa nascondendo un sorriso. Possibile che, ogni volta che lo sento nominare mi spunta una curva sulle labbra. Era assurdo quello che mi stava succedendo.
“ no no. ”
“Emma sai che puoi dirmi tutto” alzo lo sguardo per vederla meglio.
“ ti giuro che quando avrò qualcosa di più certo in questa cosa, sarai la prima a saperlo, ora non sono sicura”
“ i tuoi occhi lo sono. Mi basta questo. ” mi metto nella scrivania alzando le spalle e mi metto a lavorare.

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