Arrabbiature (13)

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Esco dall'ospedale per andare al supermercato qui affianco avevo bisogno di prendere alcune cose per cena. Non avevo proprio più nulla nel frigorifero. Mio padre mi aveva detto che sarebbe passato lui a prendermi stasera.
Dopo la discussione avuta nel mio stanzino, Simone mi ha evitato in ogni posto in cui ci trovavamo magari insieme. Se eravamo nella stessa stanza usciva e rientrava dopo che io avevo finito con la persona. In corridoio non mi degnava di uno sguardo e alla macchinetta non lo trovavo più.
Quel bacio a me è piaciuto, il fatto è che non mi fido più degli uomini tanto meno di lui.

Prendo ciò che mi serve dentro il supermercato, pago ed esco mi porto tutto nel mio stipetto. Tutti ne avevamo uno. Per fortuna non avevo preso nulla che dovessi mettere in frigo subito e che si facesse cattivo, poi con questo freddo era impossibile andasse a male la roba da mangiare. Rimetto il camice. Avevo altre due ore.
Raggiungo Carlotta, che sta parlando con Simone.
“ grazie lo stesso" dice lui mentre sta per andare via.
“ grazie per cosa?” chiedo.
“ niente" risponde lui.
“ cercava un medicinale che potesse aiutare una paziente. Ma queste cose le sa Luisa!”
“ che medicinale ti serve?” chiedo. Non mi risponde e se ne va. “ ma ha qualche problema?”
“ ma avete litigato di nuovo?”
“ no" rispondo senza dire la verità. Non avrei mai detto che ci siamo baciati e io gli urlato cose brutte.
“ strano ha detto che non voleva assolutamente parlare con te” non appena mi dice ciò corro verso la sua stanza. Lo trovo solo, ringrazio mentalmente per essere così.
“ adesso mi spieghi?”
“ non abbiamo niente da dirci. Esci dalla stanza”
“ stai facendo tutto questo casino per un bacio”
“ non sto facendo nessun casino. Devo lavorare, esci immediatamente”
“Sei un bambino viziato. Appena non ti danno quello che vuoi, ti comporti in questa maniera”
“ ti ho chiesto di uscire. Vuoi essere ignorata bene lo sto facendo. ” sposta il telefono dentro il cassetto e prende una cartella.
“ io non ti ho chiesto nulla. Stai facendo tutto tu!”
“ Emma ti ho chiesto solo una cosa. Lasciami in pace!”
“ ho ragione io: voi uomini siete tutti uguali...” stavo per dire altro ma mi blocca.
“ hai detto che non siamo amici? Hai detto che non ti importa nulla del nostro bacio? Hai detto che non hai provato niente?”
“ e quindi?”
“ e quindi niente... Se sono queste le cose che pensi esci da questa stanza. Farò finta che non sia mai successo niente tra di noi ” mi dava fastidio per come mi stesse trattando. È vero, io avevo esagerato con le parole e non avrei dovuto rispondere in quel modo, ma lui adesso stava facendo lo stesso. Mi stava trattando come se non mi avesse mai conosciuto in questo mese.
“ stai esagerando adesso!”
“ no qui ti sbagli: quella che prima ha esagerato sei tu. Io mi sto comportando solamente di conseguenza. Adesso per favore puoi uscire ho molto lavoro da fare”
“ Simone...” non mi fa parlare.
“ non abbiamo niente da dirci. Alla fine è stato uno stupido bacio no?” chiede aprendo la porta, Sandra era lì che ci guardava tutti e due. Non posso rispondere alla domanda perché avrebbe capito tutto la sua infermiera. Non mi sentivo in grado di sentire le persone parlare in questo ospedale..
“ ti vogliono in sala d'attesa c'è un uomo con un piede rotto” confessa l'infermiera guardandolo.
“ ok arrivo” prende ciò che gli serve e la segue lasciandomi li dentro da sola.
Mi sentivo vuota, non capita, ieri ero stata in grado di aprirmi con lui e il bacio alla fine lo avevo voluto fin dall'inizio altrimenti lo avrei allontanato, ma la sensazione sbagliata di quello che era successo ha prevalso sul piacere. Volevo assolutamente non pensarci più.

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