Più vicini (28)

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È passato a prendermi a casa, ha salutato mio padre accertandosi che stesse bene prima di lasciarlo da solo con la cena da fare. Gli ha detto che: mi avrebbe riportato a casa subito dopo la cena e che non avremmo fatto tardi. Mio padre ha riso e gli ha praticamente fatto capire che già gli vuole bene. Mi bastava questo. Sapere che il mio papà accettasse quello che sarebbe potuto diventare il mio lui, mi faceva stare realmente bene. Era neccessaria per me. Avrei preso più coraggio per dimenticare ciò che mi era stato fatto.
Siamo a casa sua, ha ordinato una pizza che abbiamo mangiato sul divano. Non c'era nessuno all'ingresso quindi ero abbastanza tranquilla. Sara, la sorella, sarebbe rientrata tardi: non avrei avuto strani incontri almeno per oggi avevo già dato. Ancora mi vergognavo a morte per come mi ero comportata.
“ ci sei?” mi scuote la mano davanti agli occhi. Non mi ero accorta che tra i pensieri mi ero incantata.
“ ehi, si. Scusa ero solo sovrappensiero.”
“ puoi dirmi a cosa pensavi?” mi chiede mettendosi più vicino al mio corpo. Sentivo le guance diventare rosse, ci eravamo baciati diverse volte e lui aveva toccato con le sue labbra il mio collo quella volta chiusi nella sua stanza. Ma non siamo mai andati realmente oltre.
“ a quello che mi sta succedendo”
“ ti stranisce?”
“ un po'. Ma in senso positivo eh! ”
“ è quello che voglio. ”
“ non sono più abituata a queste cose carine Simo. ”
“ riprendi l'abitudine Emma. Perché quando qualcuno mi piace e diventa importante faccio molte cose per lei. Non parlo solamente”
“ l'ho notato ed è una cosa che mi ha spiazzato fin da subito. ”
“ se non fosse stato così non mi sarei avvicinato a te”
“non voglio che la mia situazione ti abbia condizionato ”
“quale condizione? Tuo padre? Il matrimonio?” non sapeva di mia madre segno che mio padre non gli aveva accennato nulla. Avrei voluto un altro po' di tempo per parlargli di una così grande. Perché io ancora d'oggi ho molti buchi e molte domande.
“ tutto Simo. Mio padre ti ha parlato dal primo giorno che lo hai visto e...”
“ guardami - faccio come mi dice - se hai bisogno di certezze sono pronto a dartele. Non pensare mai che le persone condizionino il mio pensiero perché so benissimo quello che faccio. È tuo padre non ha detto nulla di cui tu abbia paura che mi abbia svelato. Se c'è qualcosa che ti turba devi essere sempre solo tu a dirmelo ok?”
“ ok. ” mi sorride sposta i miei capelli per poi baciarmi a stampo. “ sarà difficile stare con me Simone”
“ fallo decidere a me Emma” appoggia il braccio dietro il mio collo tirandomi verso di lui. Cado praticamente sopra il suo corpo. Ora siamo sdraiati uno sopra l'altro.
“ pensi davvero che tra noi possa funzionare?”
“ e perché non dovrebbe? Guarda che non è detto che: siccome siano andate male le nostre relazioni precendenti debba andare male anche questa. Uno ci prova. ”
“ sai che se ci beccano siamo rovinati. Potrebbero toglierci il lavoro”
“ a me non importa Emma! Posso benissimo riprovare ad aprirmi uno studio mio. Sai quanto mi piacerebbe farlo?”
“ io no però. Non posso mollare i miei pazienti così dal nulla”
“Emma, la gente deve imparare a farsi i cazzi suoi. Se due persone si vogliono bene non stanno facendo nulla di male di qualsiasi entità sia l'amore. ”
“ho faticato per essere dove sono. ”
“ non lo metto in dubbio. Ma se pensi ogni volta che potrebbe succedere qualcosa, non vivi realmente più, invece dovresti iniziare a pensare a quello che fa stare bene a te stessa. Non agli altri ”
“ dove eri tutto questo tempo?” chiedo ridendo.
“ nello stesso stanzino di sempre”
“ avrei dovuto buttarti il caffè molto prima allora!” ride anche lui stavolta “ ma davvero parlavi di me senza conoscermi?” gli chiedo curiosa di ciò che aveva detto la mia infermiera tempo fa.
“ si. Ogni paziente che tornava ai controlli parlava di te come una santa che era riuscita a farlo tornare a nuovo. Mi ringraziavano: quando alla fine facevo solo ciò che chiedeva il protocollo di lavoro. Dopo l'intervento e il processo dei punti c'è la fisioterapia.”
“ ci sono certe fisioterapiste che non sono molto brave. Infatti, mi è capitato un giorno un bambino di tre anni aveva dovuto mettere tutti drenaggi vista la rottura al braccio. In tutto questo dopo la convalescenza doveva ormai riprendere movimento con gli esercizi, questa non è riuscita a combinare niente se non peggiorare la situazione del bambino che poi è finito di nuovo sotto i ferri. La madre si è fidata a me per lungo tempo. ”
“ te lo detto che sei santa”
“esagerato!” ridacchia. Mi bacia prima stampo, poi vuole approfondire, picchietta la lingua sulle mie labbra facendomi schiudere le mie. Diamo via a un bacio passionale pieno di noi. Sento le sue mani accarezzarmi la schiena da sotto il maglione. Percepisco il calore dal palmo. Mi stava mandando letteralmente fuori orbita. Non capivo più nulla per come mi accarezzava. Ci stacchiamo a corto di fiato, con un occhiata veloce vedo che è tardi.
“Simo” le sue labbra sono finite sul mio collo. Mi sposto per lasciarlo fare. Mi inchino appoggiandomi alla sua spalla mentre lui delinea la mia con dito spostando il maglione.
“ lo so che ti devo riportare a casa. Ma non voglio staccarmi da te”
“ anche io non voglio. Hai promesso a papà che lo avresti fatto ” gli bacio il collo.
“ se fai così rendi tutto più complicato” ridacchiò mordendo la sua pelle che profumava di bagno schiuma al pino silvestre. Adoravo quel profumo su di lui. Lo rendeva uomo.
“ se proprio non vuoi staccarti ho una proposta” gli dico alzandomi di colpo a mezzo busto per permettermi di guardarlo negli occhi.
“ sentiamo?”
“ dormi da me. Per mio padre non ci saranno problemi, è poi domani andiamo a lavoro insieme”
“ che ti è preso di colpo?” mi scuote un po' facendomi ridere di cuore “ dove finita la Emma impaurita!” esclama.
“eddai!”
“ ok volo a prendere le mie cose e andiamo” mi fa l'occhiolino, si alza mi bacia e sparisce nella sua camera. Torna con un borsone non tanto grande e usciamo da casa sua. Le sue braccia mi tengono stretta da dietro rendendomi sempre più felice e vicina a lui.

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