Un invito a sorpresa (18)

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Finalmente ho finito di lavorare. Esco da lavoro andando verso la macchina, trovo un biglietto sul parabrezza. Erano passati tre giorni da quando Emma aveva il taglio in testa. Andava da Ilaria a farsi medicare, è poi tornava a lavoro. Era sempre pronta ad aiutare gli altri. Il signore alla fine le ha chiesto scusa per il casino che aveva combinato. Emma ha accettato capendo benissimo la situazione.
Tra di noi c'era sempre un po' di freddezza. Io lo ero molto più di lei. Ancora non avevo digerito le sue parole.

Apro il biglietto : « 𝑺𝒆 𝒕𝒊 𝒗𝒂, 𝒕𝒊 𝒂𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒊𝒂𝒛𝒛𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒒𝒖𝒂 𝒅𝒊𝒆𝒕𝒓𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒔𝒆𝒓𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒆 21.
𝑬𝒎𝒎𝒂. »

Non mi aspettavo un gesto del genere. Pensavo che avrebbe continuato a vederci in questa maniera, è che non avesse appreso le mie parole. Era strano questo atteggiamento, però  credo di volerle dare un modo per incominciare a fidarsi. Metto il biglietto nella tasca del giubbotto ed entro in macchina. Raggiungo casa in velocità erano già le otto e un quarto.
Appoggio tutto ciò che non mi serve nel tavolo grande all'ingresso, appendo anche il giubbotto e vado nella mia stanza salendo le scale. Ci trovo mia sorella dormire profondamente. Sicuramente si sentiva sola, i nostri non erano ancora tornati. Mi avvicino accarezzandole una guancia.
“Sa... Sara" la chiamo. Si muove, è apre gli occhi.
“Simo, oddio, pensavo di trovarti a casa alle 18 poi non c'eri e mi sono messa nel tuo letto. ”
“ ehi tranquilla non è successo nulla. ”
“ che devi fare stasera?”
“ devo uscire. Perché?”
“ quindi sto sola?” annuisco “posso restare qui a casa tua oggi?”
“ perché me lho chiedi? Lo sai che ci puoi stare quanto vuoi Sarà"
“ magari tu devi portare qualche ragazza...” la blocco subito.
“ tu lo sai bene che dopo..." Non riesco nemmeno a dire il nome “ io non ho più portato nessuno a casa nemmeno da mamma e papà. Non sono pronto ancora per qualcosa di grande però...”
“ però...”
“ mi piace la mia collega " confesso.
“ oddio simo! Com'è? È bella?”
“ è la fisioterapista che non avevo mai visto in tanti anni che lavoro lì. Ci siamo scontrati con un caffè.. ci siamo baciati ma non è andata come speravo”
“ immagino però che tu oggi esca con lei”
“ credo voglia scusarsi perciò ho accettato”
“ perché dovrebbe farlo?” si siede meglio sul letto, mentre, io mi metto a cercare qualcosa da mettere.
“perché mi ha detto: che il bacio per lei non aveva avuto alcun valore, invece poi mi spiegato che era il contrario”
“ siamo donne Simo! Senti ma è la stessa che l'altra volta che ti ha fatto innervosire?" Cavolo si ricorda tutto sta ragazza.
“ sì è lei” salta sul letto come una bambina.
“ cosa ti avevo detto? Fratellino KO! Madooooo voglio subito conoscerla”
“ scordatelo! Non adesso che non stiamo neppure insieme. ”
“fratello vedrai che lo sarai molto presto. Madonna Simo! Non vedo l'ora che tu sia finalmente felice. Sono sicura che Valentina si mangerà le mani ”
“ non mi importa più di lei! Emma mi piace, e vorrei baciarla ancora. Non voglio correre. Già ho rovinato le cose per il mio istinto. ”.
“ sono sicura invece che le cose cambieranno molto presto. È ora fai scegliete a me che devi essere perfetto”
“ Sara devo andare in una piazza non ad un convegno. Non metterò la camicia nemmeno se mi dai 50 euro” le dico appena la vedo con la camicia bianca nelle mani .
“ tu non capisci niente! La devi fare cadere ai tuoi piedi.  Di certo in tuta non ci vai. Devi passare sul mio corpo”
“ andrà bene una maglietta normale con dei jeans”
“ io credo sia meglio la camicia. Simo, dai fai un figurone”
“ ma già la metto per lavoro ” protesto.
“ non si vede mai per via del camice. Dai Simo fammi contenta per una volta” sbuffo. Se non c'era mamma a fare ste cose c'era lei che continua a farmi gli occhi dolci per vincere.
“ ok va bene. Prima ed ultima volta che mi convinco in questo modo! Ruffiana” le dico scompigliandole i capelli.
“ ti stacco le mani Simone! Finiscila” rido e seguo i suoi consigli.
Chissà come va a finire stasera!

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