Esserci (63)

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Dieci giorni da quella morte che non ci aspettavamo. Dieci giorni che Conrad non c'era più e il vuoto si sentiva sempre più. Emma erano dieci giorni che non andava a lavoro e parlava veramente poco. Spesso si straniava dai discorsi e se ne stava in un angolo. La notte si alzava per andare in bagno è piangere fino a farsi mancare le forze. Come in questo momento,sono le tre e mezza di notte è lei li dentro che piange in silenzio per paura di svegliarmi. Non ha capito ancora che non sto dormendo più, ogni movimento mi preoccupa.
“amore” la chiamo da dietro la porta. “ potresti parlare con me?” le chiedo. Ma ricevo solo silenzio. So bene che non è chiusa a chiave, ma non voglio invadere il suo spazio e il suo dolore.
“ non so cosa tu stia provando in questo momento. Vorrei cercare un modo per allievare il tuo dolore anche so di non poterlo fare del tutto. Tuo padre era un vero e proprio uomo, è un combattente di una vita. Ti ha cresciuto alla grande. Amandoti e facendoti essere la persona che sei oggi. Quando si perde un genitore sicuramente si sta malissimo, è come perdere un parte di noi stessi, ma vorrei che tu prendessi la forza che lui ha lasciato qua e là facessi tua. Non ti dico che devi dimenticare ciò che successo, sarebbe impossibile fare ciò, non ti dico nemmeno che non è successo nulla. Ma tu sei viva. Tu sei qui. Lui vorrebbe vederti felice e forte. - tiro su il naso- quando mi hai detto del suo male e io ho parlato per la prima volta lui, ho capito da chi avevi preso. Mi ha chiesto di non abbandonarti e io ho accettato quella proposta. Io ci sono. Se tu ti volti nel letto mi trovi. Se tu mi guardi io sono davanti a te. Se tu mi baci io ti bacio. Se tu hai bisogno di me io ti darò tutto ciò che vuoi. Emma, tu non sei sola. Non lo sarai mai. ” scatta la porta vedendola in piedi. Gli occhi rossi e lucidi ancora. Si siede al mio fianco, incrocia le nostre gambe e mi tira verso il suo corpo per poterla abbracciare. “ quando sei giù hai la mia spalla su cui piangere. Non voglio vederti scappare dal letto perché non vuoi farti vedere. Se hai un problema dimmelo, proviamo a risolverlo insieme”
“ tu non puoi togliere il mio dolore”
“ no amore. Ma posso alleviarlo.”
“ e come? Non ci riesco proprio a pensare che non ci sia più. Che domani come questi dieci giorni non mi chiama e non posso andare a trovarlo a casa. È assurdo. ”
“ non potrai mai darti spiegazioni Amore. Non c'è ne sono nemmeno parole ok! So che questo dolore te lo porterai dentro per tutta la vita, ma questa vita devi viverla perché non puoi fermarla qui. ”
“ parli come lui” accenna un sorriso.
“ perché era ciò che voleva. Te l'ho diceva sempre: « vivi per te perché potrei un giorno non esserci più». Non sono immortali, anche i miei prima o poi se ne andranno. ”
“ mi fa male tanto il cuore Simo” le appoggio la mano sul petto creando dei movimenti circolari.
“ è normale che tu stia così, ma devi uscire dal buco nero amore.”
“ scusami se ti ho tenuto lontano”
“ non mi devi chiedere assolutamente scusa. Io ho capito benissimo questo momento tuo, ma non puoi continuare a tenere per te” mi guarda senza piangere ora.
“e tu? Invece come stai?”
“ se stai male tu sto male anche io. ”
“ vorrei tanto non sentirmi così e cercare di farti sorridere. Non sono nelle condizioni adatte però”
“ Emma dobbiamo sorridere insieme. Questa cosa la superiamo insieme” mi accarezza una mano e poi la porta alla sua bocca.
“ non avrei mai pensato che fossi così : protettivo nei miei confronti. ”
“Faccio qualsiasi cosa per la mia donna” ecco che sorride alla frase.
“ sono la tua donna?” mi chiede dolcemente mentre mi avvicino alle sue labbra.
“ si. Tu sei l'amore mio” la bacio e poco dopo sento un Ti amo sussurrato. Era il suo dentro il mio orecchio. Anche io la amavo e mi piaceva esserci per lei.

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