Chiedere Scusa (16)

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Raggiungo il lavoro, appoggio tutto nella mia scrivania e corro nell'ufficio di Simone. Dovevo assolutamente vederlo dopo quello che mi aveva detto mio padre, dovevo chiedergli scusa di come lo avevo trattato. Busso, ma ad aprirmi è Sandra.
"Dottoressa.."
" dottor Baldassaroni non è ancora arrivato?"
" si. È in sala operatoria. Finirà tra un oretta e mezza"
"ok. Gli puoi dire se quando ha un momento libero di passare da me, gli devo chiedere una cosa importante. "
" certo nessun problema"
" grazie mille" dico chiudendo la porta. Torno al mio posto, aspettando lo oretta e mezza e mi avvio di nuovo nel corridoio, lo trovo che parla con un infermiera.
" Simone" volta la testa per guardarmi " avresti due minuti devo parlarti di una cosa" gli domandò guardandolo.
" ok. Gioia fai tre punture di morfina al signora quando si sveglia altrimenti urlerà per il dolore"
"di basso indice?" Annuisce. L'infermiera va via, lui resta fermo in quel punto.
" possiamo parlare in privato?" gli chiedo abbassando un po' la testa. Non dice nulla quando la alzo, è vicino a me, gli faccio segno di seguirmi e lo porto alla macchinetta. Lì dove è avvenuto il nostro bacio.
" prendo un caffè perché non ho fatto colazione. Tu lo vuoi?"
" no grazie" mi risponde freddo. Inserisco la moneta, è clicco sul numero del caffè che mi serviva mentre aspetto l'erogazione.
"Ti devo delle scuse" gli dico.
" per cosa?"
" per come ti ho trattato ieri. "
" non ricordo che cosa sia successo ieri" me la voleva fare pagare non aveva tutti torti però.
" eri arrabbiato per il nostro bacio per come ti ho risposto"
" avevo già rimosso i motivi. È poi lo hai detto anche tu: era uno stupido bacio. Non c'era tutta quella importanza da dargli" il fatto che fosse molto duro nei miei confronti mi fece capire che lo avevano ferito molto le mie parole. Ero stata un incosciente a reagire in quel modo.
" Simo, ci sono tante cose che non sai di me e che non riesco a dire subito. Sei diciamo una sorta di scoperta per me. Per l'amore sono stata male, è non mi fido più delle persone che mi circondano, l'unica persona a cui io do piena fiducia è mio padre. Lui mi ama. Mi vuole vedere felice. Gli altri non li conosco. Quando ci siamo baciati, io ho avuto paura: sono tornata a sentire quelle emozioni che non provavo da tempo e che non pensavo di ritrovare. Mi dicevo che l'amore faceva schifo e che io sarei rimasta in eterno da sola. Perché la solitudine mi ha salvato dallo stato di agonia in cui mi sono trovata. " gli confesso.
" non ti giustifica il fatto che mi hai detto l'esatto contrario che stai dicendo ora. "
" lo so. Mi dispiace non avertelo detto subito. È che pensavo ad un certo punto che lo fosse stato per un bacio dato perché ero in quel momento fragile e per cercare di proteggermi te lo detto io. Mi sono vergognata quando mi hai detto che tu me lo avresti voluto dare."
" dispiace anche a me sapere che anziché provare a fidarti hai messo le mani avanti. Io ora devo andare ho un sacco di pazienti da visitare questa mattina non posso stare qui con te" mi dice senza guardarmi negli occhi si allontana ma prima.
" grazie per aver convinto mio padre. Se non fosse per te molto probabilmente ora staremo ancora litigando. "
" abbiamo fatto solo due chiacchiere. Il resto lo ha fatto lui. Sono sicuro che tutto si risolverà." apre la porta ed esce definitivamente dalla mia visuale. Non era quasi servito a nulla chiedere scusa. Era tutto esattamente come prima, lui non mi voleva neppure sentire e io ero rimasta con l'amaro in bocca per la sbagliata reazione.
Ma perché non sto mai zitta?

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