I parenti (96)

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I bambini si sono addormentati dopo la poppata. Simone sì è messo vicino a me e mi sta coccolando. Poco fa è passata l'infermiera per vedere come stavo, i bambini dopo andranno nel nido per farmi riposare un po' ma credo che alla fine li lascerò con me tutta la notte. Non voglio stare lontano da loro.
La porta si apre, è appaiono i genitori di Simone insieme a Sara, sicuramente lui aveva fatto sapere la notizia ed ero felice di vederli finalmente.
Il mio fidanzato mi accarezza una guancia, lascia spazio a loro di salutarmi, Sarà mi stringe in abbraccio bellissimo. Il nostro rapporto è cresciuto giorno per giorno, da quando vivo con Simone ancora di più è la sorella che non ho mai avuto e so di poter contare su lei.
“ come stai?” mi chiede
“ un po' dolorante. Non mi aspettavo di partorire oggi. ”
“l'importante che stai bene tu e anche i bambini” i miei suoceri li stavano guardando incantati come se non avessero visto niente di simile prima.
“ si mamma papà però non li consumare eh!” esclama Simone ridendo.
“ avete creato due capolavori”
“ Emma li ha creati" confessa sorridendo.
“ beh, senza di te non avrei creato niente in realtà. Quindi io avrò portato a lungo la gravidanza ma anche tu hai contribuito a questa cosa. ” affermo accarezzando il palmo della sua mano.
“ grazie amore davvero del pensiero” mi sorride. Sara accarezza le manine di Evelin che muove la bocca ma continua a dormire.
“ pure imbrogliona è!”
“ chissà da chi ha presa!” esclama il padre di Simone facendomi ridere, lui lo guarda, alludeva sicuramente a Simone quando era piccolo.
“ simpatico che sei eh!”
“ anche tua sorella non era da meno, anzi lei dormiva 5 Min e poi si restava sempre sveglia” ridacchiamo tutti quanti.
“ quanto hanno pesato?” chiede la mamma di Simone che probabilmente non aveva letto nei lettini.
“ Alex 3.500 kg mentre Evelin 2.900 kg. Mi ha detto l'infermiera che non sempre i gemelli crescono allo stesso peso, la femminuccia in ogni caso è giusta tanto piano piano cresce” dico sorridendo.
“ mamma è scritto qui" le indica Sara il cartellino.
“ non avevo notato”
“ tranquilla Maria” appoggio la testa sul cuscino.
“ ehi sei stanca? Se vuoi usciamo così riposi un po'”
“ no tranquillo. Mi tira solo la ferita. ”
“ hai bisogno di qualcosa?” scuoto la testa. Era così carino che si preoccupava sempre per me.
“ si può?” la figura di mia madre di fa viva davanti ai miei occhi.
“Rosanna finalmente aspettavamo te” le dice mio suocero ridacchiando. “ vieni a vedere i tuoi ben nipoti” mia madre si avvicina un po' a passo lento.
“mamma guarda che non ti mangiano” le dico. Mi guarda, sta però zitta, capisco che questo momento in ogni caso è difficile per lei. Le ricorderà il nostro momento. La sua decisione. Il nostro allontanamento.
“ noi usciamo” dice Simone portandosi i suoi fuori con lui. Restiamo solo io e lei.
“ mamma, ti puoi avvicinare per favore”
“ ho immaginato questo momento da un sacco di tempo. Da quando mi hai detto del ritardo. Non era per niente facile pensare al fatto che presto saresti stata migliore di me. Che i tuoi bambini avrebbero avuto la fortuna di avere una madre stupenda e meravigliosa. Dagli errori è vero si impara un sacco, ma ci sono ferite che non si rimargineranno mai, quelle figure di te da piccola si fanno nitide ogni giorno davanti ai miei occhi. Penso che avrei dovuto tenerti a tutti costi. Che quello che ti ho fatto non è giusto. ”
“Mamma, avevamo già detto basta colpe. ”
“ non posso non darmele. Guardati: sei cresciuta in fretta, sei stata la principessa di papà e ora se tu mamma. ”
“ non cambia che abbiamo tutta la vita per imparare a credere insieme. Sono grande è vero, ma io avrò bisogno di te quando crederò di non farcela. Quando Simone non potrà darmi una mano. ” le dico. Si avvicina e mi abbraccia.
“ ti voglio bene” mi dice facendomi stringere il cuore.
“anche io te ne voglio. Sarai una nonna pronta ad ogni evenienza. Quindi tieniti pronta” ride e mi bacia una guancia. “ sono lì guardali”
Le sue paure e le sue colpe la facevano sentire inferiore a tutto anche a me. Ma io ero appena diventata madre ed ero sicura che prima o poi avrei avuto un crollo anche io. Non ero di marmo.

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