"Era bellissimo, ma non come quei ragazzi sulle riviste. Era bellissimo, per come pensava. Era bellissimo, per il bagliore nei suoi occhi quando parlava di qualcosa che amava. Era bellissimo, per la sua capacità di far sorridere altre persone, anche se era triste. No, non era bello solo per qualcosa di così temporaneo come il suo aspetto. Era bellissimo, nel profondo della sua anima."
(Francis Scott Fitzgerald)
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Can dovette recarsi a Milano per registrare delle riprese pubblicitarie per una una nota industria, diretto da un regista di fama mondiale e a firmare un contratto di lavoro internazionale molto importante per la sua carriera, le cui riprese avrebbero avuto inizio durante l'estate. Pregò sua moglie di accompagnarlo, ma giusto in quei giorni la piccolina di casa aveva contratto una malattia esantematica con picchi di febbre alta e lei non si sentì di lasciarla con le babysitter. Quindi partì da solo con i suoi manager. Com'era sua abitudine quando suo marito era impegnato in qualcosa di nuovo, dopo circa tre giorni dalla sua partenza, andò a sbirciare la rassegna stampa di Google su Can. Aprì la sua casella, tanto per vedere cosa avessero pubblicato. Le parole "nuova donna" di alcuni titoli le balzarono subito all'occhio. Sentì un nodo allo stomaco. Cliccò sul primo link e la portò in un blog di gossip che mostrava fotografie di Can e una bionda insieme, a cena al ristorante dell'hotel dove risiedeva. Erano seduti vicini davanti alla tavola apparecchiata, la mano di lei intimamente posata sull'avambraccio di lui. Suo marito indossava la camicia che gli aveva visto il pomeriggio di tre giorni prima, quando l'aveva salutata poco prima di partire. Controllò la data, sperando con tutte le sue forze che si trattasse di foto vecchie. Non lo erano. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. Freneticamente andò avanti, cliccando su tutti gli altri link e studiando ogni immagine che vi trovò. In alcune erano addirittura abbracciati e in una, con la donna di spalle, si vedevano le mani di Can attorno a lei come se la stesse baciando. Lui sorrideva solo in alcune, ma sembrava molto contento per essere un uomo la cui moglie era a casa con i suoi figli in un'altra città. Capì che erano scatti rubati, vista la poca nitidezza della immagini e che i soggetti erano ignari dall'essere immortalati. Non riusciva a capire, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, amandola come nessun altro e avendo sempre continuato a farlo, come aveva potuto in un così breve lasso di tempo essere interessato ad un'altra. Stava impazzendo. Aveva voglia di vomitare. O di piazzarsi immediatamente davanti a lui, chiedendogli cosa stesse succedendo. L'aveva liquidata in fretta, quando l'aveva chiamata per dirle che era arrivato in hotel ... Certo! doveva andare a cena con quella bionda. Rimase come bloccata per un lungo minuto, tutto in lei si fermò. Quando il suo cervello si rimise in movimento, le venne in mente un passo di Neruda che amava tanto: "In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto. Chissà se un giorno, guardando negli occhi di chi ti avrà dopo di me, cercherai qualcosa che mi appartiene. Ciò che la primavera fa con i ciliegi. Morirei per un tuo solo sguardo...." I suoi baci erano doni speciali. Can baciava con tutto se stesso, con l'anima, riusciva a trasmettere passione e amore. Non tratteneva nulla, ma dava tutto, mostrava tutto. I sensi di Natalia, ogni volta venivano invasi da lui, dal suo sapore, dal suo odore, al punto di causarle qualche vertigine nel momento in cui muoveva la testa, quando la inclinava, per assaporarlo di più. Soffriva, perché in fondo al cuore sapeva che questo rischio era reale e che poteva succedere, solo che non era pronta ad accettarlo, non lo sarebbe stata mai. Lui sarebbe tornato il giorno dopo, ne avrebbero parlato guardandosi negli occhi, solo così avrebbe capito come stavano realmente le cose. Intanto doveva reagire, altrimenti non avrebbe retto fino al suo rientro. D'impeto gli inoltrò la mail di Google Alert, in modo che sapesse che lei era a conoscenza dei fatti. Non scrisse nessuna parola di accompagnamento alle immagini, solo un grande punto esclamativo. Dopo di che si alzò, fece una doccia e telefonò alla sua amica Carmen. - " Ciao Ca, come va? Che ne dici di andare a pranzo insieme domani? Can non c'è, è fuori città. Sono sola e vorrei stare un po' in compagnia. Il posto sceglilo tu. Ho pensato di dirlo anche a Mario, lo avvisi tu? Va bene, ci vediamo domani alle dodici e trenta. Mandami un messaggio con la posizione del locale. Ciao. Ci vediamo presto." Il giorno dopo si vestì con cura, si truccò con attenzione, passò dal parrucchiere e alle dodici e trenta era già davanti al locale dove aveva appuntamento con Carmen e Mario. Fecero una lunga chiacchierata, ricordarono i tempi passati e li confrontarono con quelli attuali, soffermandosi sulla differenza dei rapporti interpersonali di oggi, per la scarsità di rispetto dei valori e di sincerità. Mario partecipò poco alla conversazione, osservando l'espressione di Natalia e scambiandosi occhiate con Carmen. Avevano intuito che c'era qualcosa in lei che non andava. Questo scambio di sguardi non le era sfuggito e in quel momento, infastidita, si pentì di aver organizzato quel pranzo con loro. Non riuscì a resistere ancora per molto, perché poco dopo si alzò e li salutò, dicendo che i suoi bambini la stavano aspettando. Arrivò a casa pochi minuti prima di Can e, invece di andargli incontro come al solito, si fermò a guardarlo entrare con le braccia incrociate e un'espressione molto seria. Lui colse subito la tensione nell'aria e le disse - " Buon pomeriggio anche a te, ask" e si avvicinò per baciarla. Lei si allontanò e gli piantò in volto uno sguardo di brace. Poi gli sibilò -" Complimenti per il tuo comportamento corretto e integerrimo. Dovresti solo vergognarti." -"Non dovresti cercare online notizie su di me, ask" ribatté lui. -" Così facendo riesci solo a farti del male e a soffrire. Per favore Nat... Ora dimmi...dove sei stata? Vedo che sei arrivata da poco, bellissima, molto elegante.. truccata, pettinatura nuova..." -" Sono stata a pranzo con un amico, con Mario." gli rispose fissandolo con sguardo di sfida, non menzionando appositamente Carmen. E riprese, -" Allora vuoi dirmi che il problema non è ciò che fai, ma che io possa scoprirlo ?" La sua voce tremava, era pronta al pianto. Lui incrociò le braccia, la fissò negli occhi e le disse serio, -"Devi fidarti di me, Nat, ask." -"Me lo stai rendendo impossibile! Perché non mi hai detto che saresti uscito a cena con quella donna? E con quali atteggiamenti intimi! A che gioco stai giocando? Dove vuoi arrivare? Dillo chiaramente, abbi la decenza di dire la verità..." gli rispose -"Perché sapevo che non ti avrebbe fatto piacere." ribatté Can -"Ma l'hai fatto comunque...." disse a denti stretti lei. -" E... sentiamo..., perché tu sei uscita con Mario, sapendo che a me non sarebbe piaciuto? Certo, a tuo avviso hai voluto ricambiare con la stessa moneta. Brava la mia Nat! Che manifestazione di maturità. Mi complimento con te! Il tuo comportamento di oggi è stato sconvolgente. Io ero ad una cena di lavoro e tu l'hai fatto per ripicca e dispetto.", ringhiò lui. Questo la ferì molto, ma di più le faceva male quello che aveva fatto lei, rispetto a quello che aveva fatto lui, tenendo conto dell'interesse di Mario nei suoi confronti. Aveva esagerato.....Stranamente si sentì mortificata più da se stessa che dal suo uomo. Si girò e fece per uscire dalla stanza, quando udì la voce di Can -"Sto parlando con te, Nat! Fermati! Girati! Degnati di ascoltare! Non farmi infuriare di più, non voglio spezzarti il cuore. Pensi che mi abbia fatto piacere vedere come è stata pubblicata questa notizia? Pensi che mi senta bene? Io sono stato ingannato , deluso e sono apparso complice di chi ha organizzato la cena, invitando anche quella ragazza che aveva bisogno di discutere in quel momento qualcosa con il mio manager, cosa di cui ero stato messo a conoscenza, che ho abbracciato come un'amica, che ho salutato poi con un abbraccio e un bacio, ma non immaginavo certo i risvolti di tutta la situazione. Siamo stati fotografati, a nostra insaputa, nei momenti e nelle pose che potevano apparire più equivoci. Ho così subito un agguato mediatico, con cui mi si affibbia un flirt con lei, con i giornali che la descrivono come la mia nuova donna. Mi sento distrutto da tutto questo, non è mio costume e non mi piace apparire quello che non sono. Non mi piace che si parli della mia vita privata, non ho mai voluto darla in pasto al pubblico, quella è solo mia. E non ho certo bisogno di attacchi per superare questo brutto momento, né di giudizi, ho bisogno solo di tranquillità, di serenità che speravo di trovare almeno in famiglia. Sui social si è scatenato un putiferio, le fans dicono la loro, usando anche toni e vocaboli pesanti che mi fanno talmente male da non riuscire a leggerne altri. Ho bloccato tutti i miei profili, non voglio sentire più nulla su questa squallida storia. Ma se anche tu mi attacchi e non mi aiuti, starò ancora peggio e, in più, litigheremo e ci faremo male a vicenda. Quindi non dire più niente e lasciami in pace, se hai capito. E... rifletti su quello che hai fatto tu, che mi ha fatto ancora più male e mi sta facendo sentire ancora peggio." Qualcosa passò velocemente nello sguardo di Can, ma svanì prima che lei potesse leggerlo, andava però ben oltre rispetto a ciò che aveva detto. Lasciò così che fosse il linguaggio del corpo a continuare a parlare per lui. Se ne stava in piedi, distante da sua moglie, con le spalle rigide e la mascella contratta. Allora Natalia abbassò lo sguardo, con il cuore ferito e disse , - "Non posso starti vicina in questo momento. Lasciami andare di là." Can si spostò, si girò e le diede le spalle. -" Brava. È meglio che ti allontani da me in questo stato e in questo momento, stai facendo proprio bene. Ci sono molte cose di cui devo occuparmi... e non posso preoccuparmi di te adesso." Lui fu lapidario, così lei allungò una mano e gli toccò la spalla, ma lo sentì ritrarsi come se si fosse scottato. La sua reazione la ferì profondamente, più di qualsiasi altra cosa. Così, a testa bassa, si diresse verso la sua camera e pianse a cuore aperto, perché, sebbene da un'altra prospettiva, gli aveva inferto un colpo doloroso e si era messa anche lei contro di lui. Al suo arrivo, Can non l'aveva toccata. Non le aveva sfiorato la guancia con le dita né aveva tentato di baciarla, anche se lei si era allontanata. Si sentiva stordita. Non riusciva a capire che cosa gli stesse succedendo, come se di colpo si fosse creato un abisso improvviso tra loro. Lui era troppo teso e arrabbiato. Così non lo era mai stato prima. E per aiutarlo doveva sapere di cosa realmente avesse bisogno per stare bene. Si sentì più confusa che mai. Adesso tutto le sembrava un sogno, come se lui non fosse mai stato innamorato di lei. Avrebbe potuto quasi credere di esserselo inventato, in preda a un delirio disperato, così bramosa delle sue carezze e del suo amore che non sarebbe stata capace di vivere un altro minuto, senza alleviare la sua mente dalla follia di volerlo e di desiderarlo. Se non fosse stato per il dolore acuto e profondo che avvertiva, non avrebbe saputo distinguere ciò che era reale da ciò che era solo, magari, una falsa speranza. Can doveva rendersi conto di cosa stesse facendo, di cosa stesse cercando e, principalmente, se lei avesse ancora un posto importante nella sua vita. Percepiva che questa volta la situazione era diversa rispetto alle altre, perché più di una volta aveva vissuto esperienze simili a causa dei gossip. Si sentiva a disagio sapendo che si stava sottraendo a suo marito, dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei. Doveva essere il suo appoggio la sua ricompensa, il suo piccolo pezzo di paradiso alla fine di quei giorni di lavoro intensi. Invece....D'altro canto era normale vivere una situazione simile per un personaggio pubblico dello spessore del suo uomo, ma stavolta vedeva in lui sofferenza, fastidio e travaglio interiore. Aveva anche visto che portava un anello nuovo. Cercò di non leggervi nessun significato, ma voleva sapere e glielo avrebbe chiesto. Se non fosse riuscita a trovare la forza di superare insieme a lui, questa storia, ne sarebbero rimasti distrutti. Non poteva e non voleva lasciare che ciò accadesse. Non l'avrebbe permesso, ma non prima di sapere la verità. Nel bene e nel male lui era la sua anima gemella. L'altra parte di sé. Praticamente, il suo riflesso. Le mancava tutto di lui, i suoi abbracci, le sue carezze, i suoi baci, il suo modo unico e speciale di prendersi cura di lei. Non appena uscì dalla loro camera se lo trovò di fronte e, d'impeto, la baciò in maniera profonda e disperata, tanto che lei avvertì un senso di mancamento. Ma ebbe la forza di staccarsi e gli disse -" Non puoi risolvere tutto con un bacio Can, non stavolta. Non se tu non me ne parli. E non dirmi più che devo fidarmi, perché veramente non ci riesco." Gli poggiò le mani sul petto e lo allontanò. Lui la lasciò fare senza reagire, mentre il suo sguardo rimase a fissare il viso di lei. -" Va bene, Nat. Ma non lasciare la mia mano. Andrò per qualche giorno ad Istanbul." Si allontanò per una decina di minuti e riapparve con uno zaino, salutò in fretta i bambini e, mormorando un ciao, partì per l'aeroporto. C'era un volo dopo un paio d'ore, decise di prendere quello e acquistò subito il biglietto online. Sarebbe andato a cercare per qualche giorno quel conforto di cui aveva bisogno, che sua moglie non riusciva a dargli, dai suoi genitori. Lui era stato quello che con lei aveva iniziato a credere nel vero amore, ma adesso stava dimostrando di credere nell'attrazione effimera, riportando indietro nel tempo il suo vecchio status. Mostrava una grande astenia, non manifestava più lo spirito di un combattente. Natalia si sentì impotente e lo assecondò, accettando l'idea di rimanere da sola per un po', per non andare alla deriva con lui che si sentiva così smarrito. Poteva scegliere di continuare, perché conosceva e amava tutto di Can, ogni difetto, ogni cicatrice, ogni debolezza, ma pensò ai suoi bambini e questo la rese forte al punto da non cedere. Affrontava ogni giorno poco per volta, attimo per attimo. Si sforzava di accudire i bambini proprio per far loro percepire la sua presenza e distogliere la loro attenzione dall'assenza del loro papà. La piccola Eraclea piangeva spesso e si calmava solo sentendo il suo odore, quando Natalia le accostava al viso una maglietta di Can. Quando dopo una decina di giorni fece ritorno a casa e aprì la porta, la trovò seduta sul divano del soggiorno con la piccolina in braccio che stringeva tra le mani la sua maglietta e i gemelli a giocare insieme, sul tappeto ai piedi di Natalia. Un grande senso di calore lo avvolse. Quello spettacolo fu ai suoi occhi il più bello che avesse mai visto. La sua famiglia, la sua donna e i suoi figli. -" Sono qui, sono tornato." disse e aprì le braccia dove i gemelli si tuffarono velocemente. Li abbracciò e li baciò un'infinità di volte, poi prese Eraclea dalle ginocchia della madre, la fece volteggiare abbracciata al suo petto e le cosparse di baci la testolina. La bambina rise felice e con le manine gli accarezzava il viso. Poco dopo le babysitter vennero a prendere i bambini per portarli nelle loro stanze e lui si rivolse a Natalia,-" Parliamo, Nat?" Lei assentì e si spostarono verso la loro camera. -" Questo maledetto gossip mi ha destabilizzato, non immaginavo potesse avere risvolti così dolorosi. Sono arrivato al punto di dubitare fino di me stesso, specie quando ho visto che quella ragazza non smentiva nulla di ciò che avevano scritto su di noi. Io avevo scelto la strada del no comment, per evitare qualsiasi altro dilungarsi di un discorso con infinite botte e risposte. Ho dubitato di me perché ho pensato magari di averle fatto credere, inconsapevolmente, di essere interessato a lei. Ho dubitato di me perché, essendo effettivamente bella, avevo potuto farle delle avances e non lo ricordavo....Ho dubitato di me perché forse per un momento ti avevo dimenticata. E sono stato malissimo, Nat, molto male. Per te, per me, per noi. Un gioielliere ha voluto omaggiarmi di questo anello, vedi? sono due corone divise che insieme formano un fascione, tieni, prendi la metà perché è tua, ti appartiene, come io appartengo a te e tu a me. Sei stata, sei sempre e sarai tu la mia donna, la mia unica, il mio mondo, il mio grande amore. E ti prego, fidati di me. Preferirei morire che farti soffrire. E' tutto ok, adesso, Ask? Dimmi di sì, per favore, baby." La abbracciò e si avviarono insieme verso il loro letto. Oltrepassarono la finestra. Grosse gocce d'acqua scorrevano lungo la vetrata. Lui tremava a singulti, come se stesse singhiozzando in modo incontrollato, ma non emetteva alcun suono né versava lacrime. Il cielo piangeva per lui, la pioggia scendeva con violenza dall'alto. Lei gli prese la testa tra le mani, premette il viso bagnato di lacrime contro il suo e gli sussurrò - "Ssh. Io ti capisco. So come ti senti. Basta." Lo abbracciò di nuovo e questa volta fu lei che iniziò a poggiare le labbra su tutto il suo viso, lasciandogli una miriade di baci. Can la strinse di più a sé e la baciò profondamente, riuscendo a trasfonderle tutto il suo amore. La amò con tutto il suo essere e tutta la sua passione, felice di essere ancora in possesso della possibilità di avere tra le braccia quella donna che adorava, la sua. Si erano ricaricati e avevano ricordato a loro stessi che ciò che avevano trovato l'uno con l'altra era qualcosa per cui valeva la pena lottare.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...