Parte 44 Devo dirti......

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"Nessuno, nemmeno un poeta, ha mai saputo calcolare ciò che il cuore è in grado di reggere"[Zelda Fitzgerald]


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Aprì gli occhi all'improvviso, le mancava il respiro per la gola secca, tossì. Natalia fu subito in piedi nella loro camera, aveva bevuto un sorso d'acqua e guardava le luci di Istanbul, filtrate e soffuse dalla pesante tenda. Uno strano senso di agitazione l'aveva invasa. Pensò a quel suo ritardo e tremò. L'ansia la stava divorando. Quanti se nella sua mente. No, con lui non ne avrebbe ancora parlato. Avrebbe aspettato qualche giorno ancora, magari le sarebbe arrivato il ciclo. Non voleva pensarci, ma non ci riusciva.                                                                                                         - "Credi che non mi sia accorto che hai fatto un brutto sogno?" Era tipico di Can iniziare a parlare di punto in bianco come se stessero discutendo da ore. In realtà sentì il bisogno di cercare nella quiete scura della notte colori e serenità. Gli incubi restavano fuori da lei ormai.  Lui si alzò e con la mano le sfiorò il petto.  La guardò come il sole che improvvisamente illumina il buio dopo un temporale di marzo. La sua anima era lei. Pensò che mai avrebbe potuto misurare l'intensità del suo sentimento. Le sussurrò:  - " Per il mio cuore basta il tuo petto, per la mia libertà bastano le tue ali. Dalla mia bocca arriverà fino al cielo ciò che stava sopito sulla tua anima. È in te l'illusione di ogni giorno. Giunge come la rugiada sulle corolle. Scavi l'orizzonte con la tua assenza. Eternamente in fuga come l'onda. Ho detto che cantavi nel vento come i pini e come gli alberi maestri delle navi. Come quelli sei alta e taciturna. E di colpo ti rattristi, come un viaggio. Accogliente come una vecchia strada. Ti popolano echi e voci nostalgiche. Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono gli uccelli che dormivano nella tua anima." Quelle parole di Pablo Neruda le aveva adorate e fatte sue. Gliele volle trasmettere, in fondo, adorava Natalia ed era sua.                                                                                                                                                                                       Can cercava sempre di indugiare nel dormiveglia, cullato dalla consapevolezza del corpo tiepido di sua moglie. Una sensazione atavica che inebriava i sensi e sublimava le pulsioni. D'altronde li univa uno di quegli amori eterni, fulminei, indimenticabili, sofferti...Ma unici, singolari, come le vecchie barche, i meravigliosi coralli e le conchiglie che si raccolgono in riva al mare alla fine dell'estate...Questo gli mancò. La prese per mano e tornarono insieme a letto. La fece stendere accanto a sé, si chinò sulla sua fronte e la baciò. Si spostò verso il suo orecchio e inchiodò il naso all'attaccatura del collo, nei suoi capelli, cercando ciò che gli apparteneva e che conosceva bene. L'origine del suo aroma dolce, ma non proprio di fiore, qualcosa come terra... aria. Odore della luce sulla pelle, da cogliere negli occhi, in tutto di lei..     -"...Prendo questo, ask. Tutto questo, che è tuo. Lo prendo per me, amore mio, lascio che entri nel mio petto, come qualcosa di celestiale. Che mi dia respiro. Toccami, coprimi con la tua pelle stellata dalla luce e dall'ombra, chiudi i tuoi occhi accanto a me, solo così riuscirò a dormire."                                               Era stato lui a trasformarla, a renderla più aperta verso gli altri, ad aprirle la mente e il cuore. E lei ora lo ripagava facendogli capire, in ogni momento e in ogni modo, che viveva per lui. Gli era entrata dentro, in punta di piedi, ma allo stesso tempo con energia e passione. Aveva dato un senso alla sua vita, aveva scosso il suo cuore che non voleva riconoscere l'amore. Lei, la sorgente apparsa come per incanto nel deserto della sua anima.

Can:

"Tu sei la mia donna infinita. Questo è il motivo per cui ti amo e per cui ti considero una musa che  ispira sempre tutta la mia esistenza. Mi piace viverti, fa nascere in me sensazioni così intime da sembrare scontate. E ti ringrazio, amore mio. Voglio continuare ad assaporarti come un pasto lungo e sfarzoso che mescola prelibatezze casalinghe a sapori esotici. Non so cosa ti turbi, anima mia, ma so che hai qualcosa che vuoi dirmi ..... Quando sarai pronta io ci sono e te lo dimostrerò sempre e ancora. Ci sono per te, per noi.... Sempre. Tu con la tua aria di bimba che guarda il sole e ride. Così mi hai preso l'anima e io non vivo se qualcosa non ti dà serenità. Baby fammi capire, fammi sapere. Voglio condividere tutto con te, non voglio che porti nessun peso da sola. Anche questo è amore, dammelo. Lo sento dentro di te un pensiero struggente, ma quale vento sibilante e mare in tempesta, ti scompone la mente e non ti dà pace?"

NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora