"Chissà perché le sensazioni condizionano gli atteggiamenti e i modi di vedere le cose."
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Era quasi sera e Natalia si sentiva strana, come immersa in una buia spiaggia a sentire solamente il rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia. Addirittura le udiva e vedeva quel leggero luccichio del mare che rifletteva la luce lunare, resa più fioca dalle nuvole nel cielo notturno. Una gran voglia di piangere l'assalì e non si trattenne dal farlo. Il senso di precarietà della sua vita in quel periodo, la fece riflettere di più e, solo dopo aver dato sfogo alle sue lacrime, fu in grado di respirare meglio. Decise in quel momento che avrebbe vissuto in quella Istanbul magica e bella e che ci sarebbe stata bene. Lontana da sua madre era convinta di vedere tutto in una prospettiva nuova e diversa. Si alzò di scatto dalla poltrona della sua camera, indossò una giacca leggera e si avviò verso la spiaggia dove aveva incontrato Can, sperando di poterlo rivedere. Non si rese conto di quanto avesse camminato, immersa nei suoi pensieri, immaginando quello che gli avrebbe detto se lo avesse rivisto, in primis avrebbe chiesto il numero di telefono. Mentre fantasticava con un sorriso sulle labbra, si trovò di fronte a un gruppo folto di persone che sembrava aspettasse qualcuno e nelle vicinanze vide un'insegna luminosa che attirò la sua attenzione, si avvicinò un po' di più e riuscì a leggere "LUCCA". Non le veniva nuovo, ma dove l'aveva visto? No, non l'aveva visto, l'aveva letto, ma dove? Si fermò un attimo a scervellarsi e ricordò di aver visto, mentre cercava notizie su di lui in internet, che era il nome del locale che era solito frequentare Can Yaman. -"Mio Dio", si disse, "sono uscita diretta alla spiaggia, sperando di incontrarlo e invece capito, per caso, vicino al posto che lui solitamente frequenta. Che faccio? Mi fermo e aspetto, o vado avanti?" Mentre pensava a cosa fare, la folla sembrò dividersi in due gruppi, mettendo in evidenza l'ingresso del locale, allora si avvicinò di più per poter vedere meglio. Non ci volle molto e qualcuno arrivò, circondato da alcuni uomini e si immerse tra tutta quella gente che ora aveva formato due gruppi, uno alla destra e l'altro alla sinistra dell'ingresso del "Lucca". Si spostò di più per poter vedere meglio e non riuscì a credere ai suoi occhi. Era lui. Non poteva avvicinarsi, non glielo avrebbero permesso, ma notò che era garbato e gentile con chi lo salutava. Non ci provò nemmeno, se l'avesse chiamato non avrebbe sentito in quella confusione, era emozionata e l'unica cosa che potesse sperare era che si girasse e la vedesse, magari si sarebbe ricordato di averla incontrata il giorno prima. Dopo dieci minuti buoni di saluti, selfie e strette di mano, prima di entrare, Can si girò e la vide. Il cuore le balzò in petto, quando si rese conto che si stava avvicinando a lei. -" Ciao" le disse" come mai sei qua? Tutto avrei potuto pensare, tranne che rivederti in questo posto, sinceramente pensavo più alla spiaggia, dove contavo di tornare. Come stai?" -" Bene, grazie. " rispose Natalia, -" Che bello rivederti e sentirti parlare in italiano. Mi trovo qui per caso, non so nemmeno io come, ma stavo andando alla spiaggia, per buttare nel mare i brutti pensieri, invece...." -" Mi hai incontrato qua. Vieni, entra con me, così parliamo un po', mi farebbe piacere....." - "Preferisco di no, grazie, non mi sentirei a mio agio, non ho nemmeno l'abbigliamento adatto, ero solo pronta per una passeggiata sulla riva del mare". -"Aspetta, non andare, vengo con te. Saluto il mio amico, prendo le chiavi della macchina e andiamo insieme. Non muoverti che subito arrivo. Intesi?" -"Va bene, ti aspetto qua." Rispose lei.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...