"Le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore."
( CLARA SANCHEZ)
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Si erano amati con dolcezza e trasporto, come solo loro sapevano fare. Avevano condiviso emozioni, sensazioni, battiti di cuori e pensieri. Due episodi intensi avevano, però, attraversato la vita di Natalia in quell'ultima settimana. Due nuove realtà che la misero di fronte ad un'altra dimensione dell'esistenza di Can, in un'altra dimora, dove lui era il padrone e lei non riusciva a trovare una naturale collocazione. Si addormentò, come sempre tra le sue braccia. Non dormì bene. Un susseguirsi di incubi la portava ad agitarsi, a non respirare bene, a piangere sudata. Sognava di essere con Can, fra una folla immensa e lui che piano piano camminava all'indietro, verso la gente, allontanandosi sempre di più, ma con le mani tese verso lei. Lei che lo chiamava e lui non le rispondeva e si allontanava fino a non vederlo più. Col cuore ancora in subbuglio, si svegliò. Lui le scostò i capelli umidi di sudore e appoggiò la guancia alla sua. Aveva una mano sul suo petto e l'altra sotto la sua testa. L'odore di lei gli si era attaccato alla pelle. Adesso capiva perché in passato aveva sempre evitato i sentimenti. Sì, aveva avuto paura di impegnarsi per via della separazione dei suoi genitori, paura di aver ereditato questo stile di vita, paura di far soffrire un'altra donna come aveva visto soffrire sua madre. Ma il motivo principale era un altro, ed era molto semplice. Paura, di nuovo, ma di non appartenere più a se stesso. Era questo che aveva provato Natalia in quell'incubo che quasi l'aveva soffocata. La tortura, il timore e la gioia di volerlo accanto. Can avrebbe dato la vita per lei, ma non spettava a lui scegliere. Lei gli stava sdraiata accanto e il suo corpo gli apparteneva, ma la sua mente era ancora molto lontana. -"A cosa stai pensando, ask?" le chiese. Lei gli prese la mano e se la portò alle labbra. -"A quanto sei importante per me. Tutte le volte io mi chiedo come dovevano sentirsi le tue ragazze a essere amate da te. Adesso è il mio turno di fare l'amore con te. E mi sento... ho come paura ad approfittarne."disse. Can la fece voltare per poterla guardare negli occhi. Quelle iridi di carbone erano piene di una tristezza e di una vulnerabilità che gli strinsero il cuore. -"Ti amo. Voglio vivere con te e non mi accontenterò di nessun'altra donna." Lei non si mosse. Non reagì a quelle parole. I capelli lunghi e ricci le ricadevano sulle spalle rivelando il mento risoluto, le guance delicate e il piccolo naso dritto e un po' all'insù. Era forte, bella, perfetta. Lui provò un terrore improvviso. -"Nat, baby, ti prego ascoltami. Non credevo che sarei mai stato questo con te. Adesso so che potrei passare il resto dei miei giorni a farti sentire felice di avermi sposato. A rendermi sempre migliore per te, grazie a te." - "Lo vorrei tanto anch'io, kral, ma..." Il silenzio di Natalia per un momento fece vacillare le sue speranze di un futuro insieme. -Che cosa poteva darle di più? Che cosa poteva volere lei di più?- si chiedeva. La studiò con attenzione mista a disperazione. Poi capì. -"Tu non mi credi." riprese . Lei ebbe un piccolo sussulto. -" Non pensare che io non creda a te! Vorrei tanto credere negli eventi. So che sei sincero. Ma vivrò sempre nel sospetto. Passerò il mio tempo a chiedermi perché mi hai scelta. Ti guardo e mi sento il cuore pieno di emozioni di cui non so che fare. Mi sembra di avere ancora sedici anni e di essere qui a implorare un tuo sorriso, una tua parola. Ho paura di essere un intralcio per te. E ti chiedo scusa per non averlo compreso prima. L'ho capito solo dopo averti visto recitare, dominare tutto e tutti sul set e poi al gala, con sicurezza e disinvoltura." Can si sentì raggelare. Quindi il problema non era lui. Il problema erano le insicurezze di Natalia e il suo timore di non essere all'altezza della vita che lui conduceva. Poteva vivere così? Passando il suo tempo a rassicurarla, perché altrimenti rischiava di perderla a causa del suo senso di inadeguatezza? Che disastro! Come faceva a non capire di essere una persona molto molto speciale e che era lui a non meritarla? Così continuò -"Non siamo più ragazzini, Nat, ask. Forse dovresti rendertene conto, e comprendere anche come ti vedono gli altri." Poi ebbe un'illuminazione e si mise a sedere. Mai l'avrebbe contrariata né delusa, a qualsiasi prezzo. - "Hai ragione, però. Bisogna che ci incontriamo a metà strada. Io voglio una donna che creda nel mio amore, che mi stia accanto senza aver paura che qualcosa mi porti via da lei. Mi occorre una persona forte e coraggiosa. E tu sei tutte queste cose. E molte altre. Io ne sono più che certo. Ma finché non ne sarai convinta anche tu, non ho nessuna possibilità di farti cambiare idea." -"Lo so." Le si spezzò la voce. Natalia si alzò lentamente dal letto e rimase in piedi per qualche secondo davanti a lui. I suoi occhi scuri erano pieni di determinazione, ma anche di una tristezza che gli andò dritta al cuore. -" Ti amo da morire, lo sai. Ed è per questo che adesso non posso stare con te. Devo prima sapere se valgo qualcosa. Mi dispiace tanto, kral, il mio cuore si sta spezzando, ma ti devo lasciare ora. Non odiarmi. Capiscimi." Can rimase da solo nella camera da letto, a fissare incredulo la porta che si era appena richiusa dietro di lei. La chiamò più volte, ma niente. Non era tornata indietro. Si sentiva tagliato e metà, un uomo privo della parte migliore di sé. E si chiese che futuro lo aspettava se lei non fosse tornata. Senza lei era finito. Senza aria nei polmoni, non poteva vivere. Lasciò la sua casa a Bebek e si trasferì nella sua villa, attigua all'abitazione del padre. Natalia si era spostata nel suo appartamento accanto allo studio legale. Pianse a cuore aperto e a lungo. Peccato per quel marito che si era lasciata alle spalle. Senza di lui si sentiva come se avesse dentro pezzi frantumati, tutta rotta. Dal giorno in cui aveva lasciato casa sua, Can non l'aveva più cercata. Erano passati dieci giorni, e se non avesse visto al più presto la sua faccia sarebbe impazzita. Non pensava che a lui. Si sentì quasi mancare. Dio, quanto era meraviglioso. Con quegli occhi fiammeggianti e disperati, aveva addirittura qualcosa di primitivo. Scrollò il capo, come a voler scacciare quell'immagine dalla sua mente. Era riuscita a riversare buona parte della sua angoscia nel lavoro e sperava che la tensione presente in lei non la portasse a distrarsi e svolgere male i suoi impegni. Era strano vedere come la sofferenza si sublimasse in concentrazione. Ma il suo pensiero era sempre al loro matrimonio. Tuttavia, quello era una strada a doppio senso. Prima di poter essere forte con qualcuno, doveva essere forte da sola.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...