Parte 62 IL MATRIMONIO

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"Nel mondo esiste sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri si incontrano, e i loro sguardi si incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose sotto il sole sono state scritte dalla stessa Mano: la Mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole." (Paulo Coelho)

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Il giorno dopo Can contattò il miglior Wedding Planner di Istanbul, perché bisognava fare in fretta, due settimane erano veramente poche. Specialisti nel settore matrimoni e feste particolari, si sarebbero occupati di tutta l'organizzazione. Avrebbero tenuto conto della presenza dei gemellini e dello spegnimento della loro prima candelina. Quindi, dopo la festa di compleanno dei bambini, in un altro settore della stessa location, avrebbe avuto luogo la cerimonia nuziale. Da lì, in seguito, gli adulti si sarebbero spostati per l'inizio del ricevimento  matrimoniale. Avrebbero usato la proprietà Yaman per i festeggiamenti. Lo spazio disponibile era notevole e i piccolini, al bisogno, potevano avere a disposizione la loro casa. Una squadra di intrattenitori per bambini si sarebbe occupata di tutti quelli più grandicelli, mentre le loro solite baby sitter, si sarebbero prese cura di Guldem e Guven, portandoli a letto all'orario abituale. Can chiamò Asli e la coinvolse nella scelta dell'houtfit suo e di Natalia. Lo avrebbe dovuto comunicare agli organizzatori, per tenere conto degli addobbi e delle decorazioni in pendand. I loro figli avrebbero portato gli anelli, tenuti per mano da nonno Guven e nonna Amelia. Un ufficiale di stato civile avrebbe celebrato il matrimonio, trascrivendo il precedente atto americano sui registri di Istanbul, in presenza di zia Clotilde e Asli testimoni della sposa e di Burak e Nasli dello sposo. Alla fine ci sarebbe stato il servizio fotografico, le interviste, le dichiarazioni alla stampa e la presentazione dei loro bambini. Si mise subito in movimento la macchina dell'organizzazione dai caterer agli chef e pasticceri, dai musicisti ai cantanti, dai floraldesigner agli architetti d'esterni e paesaggisti. Tutto doveva essere perfetto e curato nei minimi dettagli, niente doveva essere lasciato al caso e nessun particolare doveva risultare stonato rispetto al resto.  Can avrebbe indossato il  tight, visto l'orario pomeridiano previsto, dopo le diciassette, mentre l'abito di Natalia sarebbe arrivato da Milano, dalle SPOSE DI GIO', con le sue misure, già scelto assieme ad Asli. Dall'Italia sarebbero arrivati alcuni amici e qualche parente di Natalia. In due settimane, con il Wedding Planner , era stato organizzato tutto. Gli inviti erano già stati spediti, la stampa avvisata, il menu definito e le bomboniere scelte. I gemelli avrebbero indossato gli stessi capi, una in versione femminile e l'altro maschile.                                  I giorni scorrevano freneticamente. Un gran fermento aleggiava attorno a tutta la casa. All'esterno vennero montati dei gazebo, per riparare i tavoli che vi sarebbero stati disposti. Gli invitati avrebbero assistito alla cerimonia seduti ai loro posti assegnati. Poco distante ne venne montato un altro molto grande e ben decorato, che avrebbe ospitato il gruppo musicale e i cantanti e permettere agli intervenuti di ballare. Sarebbe stata una grande festa.                                 Dopo tutti i preparativi e controlli vari, arrivò il fatidico giorno.                                                                       Già dalla mattina, visse in gran movimento tutta la famiglia, bimbi compresi. Parrucchiere, estetista, ultime prove degli abiti, eventuali cambi dei bambini.....L'arrivo degli ospiti italiani..     Gli invitati con bambini, cominciarono ad arrivare alle sedici e trenta e, con i loro figli, vennero dirottati verso il settore compleanno. Ebbero a disposizione la dependance, per poter cambiare poi i loro abiti e indossare quelli formali per il matrimonio. I piccolini erano felicissimi di tutto quel movimento intorno a loro. Davanti a Can, Natalia, i nonni e gli altri bimbi, spensero la loro prima candelina. I fotografi si sbizzarrirono ad immortalarli nelle pose più strane. Ma erano bellissimi. Si divertirono, giocarono, si impiastricciarono i visi con la torta. Arrivò il momento  dell'inizio della cerimonia nuziale. Tutti i presenti andarono a cambiarsi. Gli sposi si ritirarono nelle loro stanze, le baby sitter ripulirono e cambiarono i gemellini, gli ospiti si avviarono verso la dependance e, nel giro di mezzora, furono tutti pronti. Gli invitati cominciarono ad arrivare e gli organizzatori, molto ordinatamente, li fecero accomodare ai posti che avevano assegnati. Impresari, registi, attori e personaggi famosi fecero il loro ingresso, fermandosi, di tanto in tanto per salutare gli altri intervenuti, formando dei gruppetti di conversazioni. Le signore indossavano abiti da cerimonia formali, mentre gli uomini erano tutti rigorosamente in nero. Arrivò il delegato dal comune e fu fatto accomodare al tavolo degli sposi. Si sistemarono tutti ai propri posti, tranne Can e i testimoni che, con lui e, accanto a lui, attendevano l'arrivo della sposa.                                                                                                                                                                             Natalia non tardò ad arrivare. Fra sua madre e il padre di Can che tenevano ognuno per mano i gemellini, con al braccio un piccolo sacchettino bianco ciascuno, con dentro gli anelli, percorreva il vialetto, costeggiato da alberelli di fiori, col suo abito bianco, consapevole che quello doveva essere il sigillo del loro stare insieme. Can era lì, di fronte a lei, splendido nel suo tight, davanti al tavolo dove era seduto l'ufficiale di stato civile con un grande registro aperto. La guardava estasiato, non l'aveva mai vista così bella. L'abito le ricadeva a perfezione, mentre pieghe aggraziate si formavano quando si muoveva. Gli toglieva il respiro quella visione della sua donna, illuminata dalla luce tenue pomeridiana. Avanzava verso di lui con movenze eleganti, col viso sollevato e i capelli corvini, raccolti in uno chignon basso, sotto una semplice acconciatura da dove partiva il velo. I nonni presero in braccio i gemelli e glieli porsero da baciare, poi, con loro, si allontanarono, dopo aver lasciato gli anelli ai testimoni. Lui le prese una mano e intrecciò le sue dita a quelle di lei. Per un lungo istante rimasero a guardarsi. Un leggero brusio lasciò il posto ad un religioso silenzio. Can cercò di distogliere lo sguardo da Natalia, ma non vi riuscì del tutto. Gli occhi della sua Nat nei suoi, non riusciva a reggerli. Provò a guardare l'ufficiale delegato, ma ancora non era pronto. Prima di poter placare i battiti accelerati del suo cuore, non riuscendo a tenersi sotto controllo, come l'etichetta richiedeva, soggiogato da quello sguardo intenso, poggiò le sue labbra sulla bocca di Natalia, in attesa che l'officiante iniziasse a parlare. Si staccò quando quest'ultimo esordì: -" Siamo qui riuniti davanti a questi testimoni per celebrare il matrimonio dei signori Can Yaman e Natalia Pinar, che faranno solenne promessa di amarsi e onorarsi per tutta la vita, in salute e in malattia, finché morte non li separi.  Signora Natalia Pinar, vuole prendere come suo legittimo sposo il qui presente signor Can Yaman?" chiese  -" Sì, lo voglio" rispose Natalia. E continuò -" Signor Can Yaman, vuole prendere come sua legittima sposa la qui presente signora Natalia Pinar?" - " Sì, lo voglio" disse lui. E rivolgendosi ai testimoni: -" Testimoni, siete d'accordo con ciò che ho detto? Siete testimoni di questo matrimonio?" -" Sì, lo siamo" risposero tutti e quattro. Per tutta la durata della cerimonia, Natalia tenne la mano di Can, così stretta che, quando lui si staccò per lo scambio degli anelli nuziali, se la ritrovò intorpidita. Sempre guardandosi negli occhi, l'uno di fronte all'altra, si avvicinarono fino a sfiorarsi le fronti. Sussurrandosi  -" Ti amo".                                Firmarono tutti sul grande registro che il funzionario aveva portato con sé, subito dopo consegnò agli sposi un libretto rosso più piccolo, che certificava l'avvenuto matrimonio. Un fragoroso applauso si sollevò tra i presenti e il gruppo musicale attaccò a suonare. Si alzarono e aprirono le danze, in attesa che i camerieri servissero ai tavoli. Poco dopo ricevettero giornalisti e fotografi e fecero delle foto ufficiali anche con i loro figli. Tutti dovevano sapere della loro famiglia e che lui non era disponibile. Sua moglie e i suoi figli erano tutto ciò che gli dava vita. Il suo vero respiro. Nessuno doveva più osare minare quell'Eden solo loro.


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CAN:

"I suoi occhi mi guardavano come faville  penetranti ed innocenti nella loro disarmante  dolcezza, con un invito sommesso e discreto ad essere ricambiati, anche per un attimo. Come il fulmine prima della pioggia, quello che coglie sempre all'improvviso, io non mi aspettavo ora, in questo contesto, una tenerezza così evidente, così involontariamente profonda. Mi apparvero come due fiamme, due diamanti neri, sfavillanti, preziosamente circondati dalla calda sabbia del viso. La luce bianca del sole del tardo pomeriggio li rendeva quasi translucidi. Mi arrivava un incredibile calore, come quello portato dal vento prima di un temporale estivo. Il silenzio tra noi era soffice come il sonno di un bambino, un lungo irresistibile silenzio, dove tutti i sensi acquisivano un loro profondo significato. Ed io mi chiedevo come ricambiare quello sguardo così intenso che non riuscivo fisicamente a sostenere. Non sarebbe bastato abbassare gli occhi o guardare da un'altra parte, perché un brivido mi saliva dalla schiena alle spalle e sbucava nello stomaco, come il fulmine prima della pioggia, quello che ti sorprende di più. Io non mi aspettavo in quel momento una tenerezza così evidente, così involontaria. Con il cuore che pulsava insieme alle mie tempie, mi avvicinai al suo viso, proprio per non guardarla negli occhi, mentre i miei cadevano sulle sue labbra che sembravano un sogno di rose dipinte. Ci siamo baciati di sguardi tutto il tempo. Irrimediabilmente, poi, i suoi occhi si abbassarono, non so se guardavano le mie labbra, nella confusione tra destra e sinistra chinò leggermente la testa ed io, senza rendermene conto, appoggiai la mia bocca sul suo labbro superiore, violando definitivamente qualsiasi timida disciplina, di fronte a quella moltitudine di gente. Fu in quel momento che vidi scorrere tutta la mia vita. Niente ormoni, nessuna eccitazione, né erotismo, ma solo sangue e pelle, per il compiersi di un gesto che non poteva essere evitato. In fondo io sapevo che, da subito, sarebbe diventato il ricordo della bellezza di un attimo unico e irripetibile che avrei portato con me fino alla fine dei miei giorni. "

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora