Parte 52 GELOSIA

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"Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato."
(Cesare Pavese)


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Erano già trascorsi sei mesi dalla nascita dei loro figli. Avevano deciso di partecipare a quella serata mondana di grande spessore umanitario e, dopo due giorni, sarebbero partiti per un weekend da soli. Ai bambini avrebbe pensato una baby sitter specializzata per lattanti e fidata, sotto la supervisione delle nonne. Come al solito, Asli si occupò dell'abbigliamento di Natalia. Un abito lungo bleu royal di taffetà di seta, la fasciava in tutta la sua lunghezza, lasciando scoperte le braccia ed esaltando il decolleté, con un incrocio proprio sotto il seno, ormai prosperoso, mettendolo in evidenza. La sua figura, con la nascita dei gemellini, si era addolcita e arrotondata leggermente, ma in modo molto armonico e nei punti giusti. Era diventata più matura, più donna. I capelli raccolti a crocchia morbida, sostenuti da fermagli con decorazioni floreali dello stesso colore dell'abito, le incorniciavano il viso, creando un meraviglioso contrasto con la sua carnagione. Scarpe dai tacchi alti e pochette come il vestito, completavano la sua mise.  Quando fu pronta, uscì per prima dalla loro camera e attese che suo marito finisse di prepararsi. Lui, appena fu vestito di tutto punto, le apparve in tutta la sua bellezza ed eleganza. Indossava uno smoking rivisitato, più in chiave moderna, che lo rendeva irresistibile. Alzò la testa e la esaminò dai capelli alle scarpe. Ovviamente notò con piacere che il corpo di sua moglie era in piena fioritura. Distolse a fatica lo sguardo dai suoi fianchi, che oscillavano all'antico ritmo creato dalla Natura per far impazzire gli uomini. Fu percorso da un calore avvolgente. I seni maturi sembravano voler sfuggire alle coppe del corpino dell'abito. Sospirò      -" Nat, baby, ask...." e la guardò estasiato.                                                                                                             La comparsa di Natalia a fianco di Can al party, quella sera fece sensazione. Erano stati molti gli inviti declinati dalla coppia da più di un anno. All'ingresso del salone si accalcava una folla prevalentemente maschile, che si divise in due ali al loro passaggio. Un giovane in smoking, con molta ammirazione disse: "Allah, è una donna meravigliosa!". Can lo udì e le strinse di più la mano, mentre la sua mascella si contraeva. Lei si guardò attorno. Sempre affabile e calma. La signora Yaman non accordava a nessuno la sua preferenza, ma al tempo stesso sorrideva con garbo a chi la salutava e ricambiava con un cenno della testa. Come quasi tutte le donne di bellezza non comune, aveva uno sguardo sereno, carezzevole, vero e proprio riflesso del modo in cui la gente la guardava, con piacere e magari con una punta d'invidia.                                                 Nonostante gli impegni quotidiani con i gemelli, da casa si era attivata per organizzare l'evento di sostegno alle famiglie bisognose, che lo studio legale aveva condiviso con delle associazioni benefiche. Oltre alla partecipazione legale, Can fece personalmente una donazione per il sostentamento di cinquanta famiglie per sei mesi. Come lui altri personaggi pubblici contribuirono a rendere migliore la qualità della vita di quelle persone meno fortunate. Le somme raccolte furono ingenti e, a conclusione della serata, un party straordinario, avrebbe dato la possibilità di impinguare maggiormente le casse delle associazioni assistenziali, con incassi extra. Ci fu uno speciale intrattenimento con interventi di vari di attori, cantanti e musicisti coinvolti. Un modello dai capelli biondi e dai modi disinvolti, si avvicinò a Natalia e iniziò a conversare con lei. Per tutto il tempo dell'intervista di Can non si allontanò di un passo. A lui, che non l'aveva mai persa di vista, non sfuggì nulla e, quando ebbe terminato e si avvicinò a sua moglie, non strinse la mano che il giovane gli porse, fingendo di non essersene accorto. Lo conosceva appena, ma non gli piaceva. Avvertì un senso di fastidio che non aveva mai provato prima. Con lo sguardo incupito, si spostò verso il centro della sala, con la mano intrecciata a quella di Natalia, poi la prese per la vita e ballarono. La guardava negli occhi e solo quando lesse tutto il suo amore in quello sguardo cristallino, la nube che era calata sul suo, scomparve. L'abbracciò più stretta e si perse in quel contatto intimo. 

CAN:

 Cosa voleva quello da lei? Lo avrei preso a pugni. Cosa le raccontava? Idiota! " Cosa sperava di ottenere da te, amore mio? Prendimi le mani e andiamo. Chiudi i pugni intorno alle mie dita e andiamocene via, insieme. Dove vuoi, oppure qui. Io e te esistiamo ovunque. Io esisto nello spazio di passo dove posso ancora sentire il tuo profumo. Io esisto nello spazio di battito dove posso ancora sentire il tuo cuore pulsare. Io esisto ovunque fino a te. Io che faccio l'amore con te solo guardandoti negli occhi. Perdonami, se ho cercato nei tuoi occhi di velluto nero la risposta che già conoscevo. Non volevo ferirti. E se ti ho ferita, perdonami  e sappi che non è stata una conseguenza al non amore, anzi,  solo per il troppo amore. È difficile credere che qualcuno ti possa guardare con occhi diversi dai miei, così innamorati e dirti che sei la donna più bella che abbia mai visto. Tu sei la mia Dea. La detentrice della mia anima, della mia vita. Perdonami quando dimentico di dirti che sei bellissima. Amarti è una cosa inevitabile. Una cosa che non posso smettere di fare. E ti amo al punto che quando non sei con me, mi si chiude il cuore e sento gelarmi, come quando ti volti dall'altra parte e non ritorni a stringermi subito. Sei e resterai sempre il lato più bello di ogni cosa. Il mio lato più bello. Siamo due vite che vivono una storia sola ."

NATALIA:

 Non immaginavo che quel modello si avvinasse a me. Commentava l'evento e si congratulava, mentre Can era impegnato nell'intervista. Io non parlavo. Io guardavo solo lui, i nostri sguardi si incrociavano. Lui guardava me e rispondeva alle domande del giornalista. Quando finì, mi prese per mano e ci siamo spostati verso il centro della sala. Abbiamo ballato. Mi fissava e i suoi occhi erano cupi, bui come il cielo di notte." Cosa ti sta succedendo, amore mio? Io, sono sempre io, quella parte di te che vive in me. Amarti è per me inevitabile. E ti amo perché mi guardi dormire, perché premi le labbra  sulle mie per svegliarmi. Perché se ti dico di non farmi il solletico tu me lo fai più forte per farmi ridere di più. Perché vuoi fare l'amore la mattina con il sole e perché mi guardi negli occhi, accarezzandomi la schiena con la punta delle dita. Ti amo perché ogni volta che mi sono ferita hai saputo ricucirmi i tagli aperti. Sei stato la prima favola vista nel viso della luna nelle notti in cui non riuscivo a prender sonno. Quando ti arrabbi e mi dici che sono una bambina. Resterai sempre il primo a cui ho dati i miei sogni e le mie paure, raccontandotele tra le braccia. Resterai la mia guerra personale, la battaglia, l'addio, la forza e la paura più grande. Tu resterai sempre, qualunque cosa accada, il lato più bello di ogni cosa." 

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora