Parte 61 FINALMENTE A CASA

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"Casa è l'unico posto dove i cuori sono al sicuro. E' il luogo della fiducia. E' il luogo dove ci strappiamo quella maschera fredda e sospettosa che il mondo ci costringe a indossare come auto-difesa; dove ci confidiamo e parliamo senza riserve e con il cuore pieno. E' il luogo in cui le espressioni di tenerezza sgorgano senza imbarazzo e senza timore del ridicolo."

(Frederick W. Robertson)


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I gemellini dormivano ancora quando Can e Natalia arrivarono a casa. Si recarono immediatamente nella loro camera e li osservarono con tutta la tenerezza del mondo. Ogni tanto le boccucce dei bimbi sembrava che sorridessero. Chissà cosa cosa stavano vedendo, dietro gli occhi chiusi e con i piccoli pugni stretti. Mancavano quasi due settimane e avrebbero compiuto il primo compleanno. Guldem somigliava molto al padre, mentre Guven aveva lo sguardo di velluto nero e il nasino della madre. Erano bellissimi. E loro, genitori innamorati ed orgogliosi, non si stancavano di guardarli. Quanto erano cresciuti. Per quanto avessero cercato di non disturbarli, non erano riusciti a trattenersi dal baciarli e carezzare le loro testoline. La reazione dei piccoli fu immediata, aprirono gli occhi, si stiracchiarono e li fissarono con espressioni felici. Si alzarono, appoggiandosi alle sbarre dei lettini e tesero le braccia verso il papà e la mamma. Vissero un momento di commozione e tenerezza infinita. Li presero in braccio a turno, scambiandoseli. Li coprirono di baci, ricambiati dalle loro bocche umide, dai loro abbracci dolcissimi con le testine poggiate sui loro petti. Li portarono nella nursery per il bagnetto e, dopo averli vestiti, si recarono tutti e quattro in cucina per la colazione. Prepararono i biberon di latte e glieli porsero. Riuscivano a tenerli da soli ormai. Quando ebbero finito, Can li prese tutti e due e se li appoggiò al petto. Dio, quanto gli erano mancati! Se li stringeva, continuava a baciarli in modo quasi insaziabile. Era felice della sua paternità.                                         -"Kral, siete la cosa più bella del mondo", disse Natalia con gli occhi velati di lacrime. -" Grazie a te", mormorò lui. Gli si avvicinò e gli carezzò i capelli, imprimendo un bacio sulla sua testa, mentre con le mani, toccava delicatamente le testine dei suoi figli. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Adesso era lei a confortarlo. E ne aveva veramente bisogno. Aveva bisogno di lei, di tenerla, di toccarla proprio in quel momento. Le fece cenno di unirsi al loro abbraccio, come per voler essere sicuro che tutto fosse reale. Appena il suo sguardo incrociò i suoi occhi lucidi, di raso nero, sentì la realtà confermata. La sua realtà.                                                                            Abbassò il volto verso i suoi bambini appoggiati sul suo torace, uno a destra e l'altra a sinistra e li baciò, inspirando il loro odore, proprio per godere di più della loro vicinanza. Sentì di nuovo un groppo in gola. Respirò e sussurrò -" Ora vi racconto una storia. Non della buona notte, ma del buongiorno. Il vostro papà, un giorno si era perso e si ritrovò in una spiaggia. Da lontano vide una piccola Dea che amava raccogliere conchiglie. Aveva le mani delicate e le dita affusolate. Lui si avvicinò a lei, la guardò nei suoi bellissimi occhi di velluto nero che gli indicarono la strada da seguire. Il vostro baba ha trovato la via della sua vita. La Dea era la vostra bellissima mamma, il nostro amore." La voce della sua Nat lo interruppe.         -" Tutto bene, kral?" Lui sorrise e infilò il naso fra le due testine, respirando di nuovo quell'incredibile profumo dolce di purezza e innocenza. -" Sto raccontando loro una favola" le rispose. -" Spero con un lieto fine... Posso ascoltarla anch'io?", sorrise lei. -" Certo!" disse lui in un sussurro, e continuò  -"C'era un uomo che tutti definivano bello, muscoloso, in forma, ma che , in realtà era un idiota. Si era perso, quando ha incontrato una piccola Dea". Natalia si girò e lo guardò direttamente negli occhi. In quel momento i loro sguardi si fusero e lei si chinò a baciarlo. Can riprese, -"Lui era rimasto rapito dalla sua Dea della vita e dell'amore", bisbigliò sulle labbra di lei, avvertendo il suo sorriso. -"Tutte le volte che era vicino a lui, lo faceva impazzire. Era indescrivibile a parole la sua bellezza. Lui ne aveva incontrate molte di belle donne, ma lei era qualcos'altro. Stentava a credere che fosse vera. Quando la guardò negli occhi di velluto nero, per la prima volta, il suo cuore riprese a battere di nuovo. Lui visse di nuovo. Sapeva che lei lo voleva tanto quanto lui, perché i suoi occhi parlavano per lei. Tutte le volte che ci guardava dentro, vedeva la sua salvezza e la sua dipendenza. Decise, così, che si sarebbe preso cura di lei per sempre. Ma era lei che, in realtà si prendeva cura di lui. Per quell'uomo non esisteva che quella Dea, colei che, con un sorriso, riusciva ad accendere il suo cuore. Lei divenne il suo universo. Era riuscita a fargli scaturire sentimenti immensi, profondi, incredibili, come quell'amore assoluto e completo, così forte e intenso da muovere e scuotere il mondo." Lei gli carezzò il braccio. Lui la baciò e concluse, -"Quell'amore siamo noi quattro, ask."  Pose Guldem e Guven a terra e si girò verso la sua Nat. La fissò negli occhi per qualche minuto. Pensava....che...                                                                                                                                                                       

Si apparteneva a chi sapeva ascoltare il battito del cuore di chi si aveva accanto, a chi era in grado di vedere ciò che si tentava di nascondere per difendersi e per paura di soffrire

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Si apparteneva a chi sapeva ascoltare il battito del cuore di chi si aveva accanto, a chi era in grado di vedere ciò che si tentava di nascondere per difendersi e per paura di soffrire. Si apparteneva a chi riusciva a tirare fuori il meglio dell'altro e gli faceva venire voglia di rendersi migliore. E lui apparteneva a lei. E le disse ancora, - " Tu con una piccola conchiglia portata dall'onda sulla battigia, sei entrata nella mia esistenza. Hai scatenato in me sensazioni, emozioni e sentimenti unici. Ti ho amata come nessuna e non riuscirei a sopravvivere senza di te. Non potrò mai cancellare il tuo essere mia, perché ti amo follemente e disperatamente. Tu ed io, due anime fuse insieme, abbiamo permesso che una corrente avversa ci facesse traballare. Non ci avrei mai creduto. Eppure è successo. Le cose non vanno sempre come le programmiamo, neanche se cerchiamo di cautelarle con ogni goccia del nostro sangue. A volte compare nella nostra vita qualcuno capace di sabotare i nostri propositi futuri. Qualcuno che indossa una maschera di falsità, spacciandola per disinteressata bontà. E se non riusciamo ad essere forti insieme, possiamo rimanerne distrutti. A proposito, baby, ask, ti risposerò e tu sarai in bianco, con una bellissima cerimonia e una grande festa. Ce l'avevo in mente da un po', ma penso che il momento sia arrivato. Faremo un unico importante ricevimento, il giorno del compleanno dei bambini, così festeggeremo anche loro. E sarai bellissima, mia Dea della vita e del mio amore. E sarete bellissimi. Stavolta chiamerò io la stampa. Tutto il mondo saprà che sei per me tutto il mio universo, l'infinito, la mia essenza. E verrai sempre con me. Se non sarai al mio fianco, rifiuterò le proposte di lavoro e me ne infischierò della mia carriera." Lo guardò stralunata. -" Ma sei impazzito, kral? Non osare pensarlo! Non puoi gettare via tutto. Non lo permetterò mai!" gli disse con un sorriso a metà e lo sguardo severo. - " Sì, forse sono impazzito dopo aver vissuto l'ultimo incubo, dopo aver sofferto l'inferno in vita. Ho scelto la mia famiglia, ho scelto la mia vita con te e con i nostri figli. Purtroppo non saremo mai immuni dagli attentati alla nostra serenità e al nostro amore che, per me, sono la priorità assoluta. Quindi scegli, o tu accanto a me,  sempre con me, o al diavolo la mia carriera." L'abbracciò quasi con disperazione, facendole comprendere di essere sicuro di ciò che faceva, mentre lei avvertì che aveva riposto tutto nelle sue mani. Il tono di Can, questa volta, non ammetteva repliche. Natalia recepì il messaggio pienamente. Sapeva bene che, ovunque si trovasse, almeno una volta la settimana, doveva presenziare ad eventi mondani, con esponenti dell'alta società e varie celebrità del momento e lei doveva essere sempre al suo fianco. Era questa la prassi ordinaria dei personaggi famosi. Gli accarezzò le tempie e gli sussurrò, -" Va bene, amore mio, farò come desideri. E ti prometto che sarò più forte che mai. Ma tu promettimi che non mollerai." La baciò sulle morbide labbra si seta rosa, con tutto il trasporto che possedeva e le disse, -" Grazie, Nat, ask, sapevo che avresti capito. Insieme sempre, non sarà facile per nessuno farci del male. Ed ora cominciamo a prepararci per il matrimonio."

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora