Parte 36 USCITA UFFICIALE

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"E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo."

(PABLO NERUDA)

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Aveva insistito e non ammise repliche. Natalia doveva essere al suo fianco a quell'importante evento, con cena e gala per la presentazione ufficiale della sua nuova serie, con intrattenimento e presentazioni varie a scopi benefici. Lei uscì dalla loro camera con la sua grazia naturale, un sorriso sulle labbra e quel delicato e magnifico corpo fasciato di rosso fuoco. Non l'aveva mai vista così, e dire che aveva dovuto insistere tanto per farle prendere quel vestito da sera.  La scollatura enfatizzava la rotondità dei seni. Il taglio, leggermente a tubino, aderiva elegantemente ai fianchi. I capelli neri e mossi che ricadevano sulle spalle e la schiena, invitavano ad affondarvi le mani. Le labbra erano dipinte di un rosso che metteva in risalto il nero degli occhi.Quando si fermò davanti a lui, non riuscì nemmeno a proferire una parola. Natalia era abituata ai suoi sguardi carichi di desiderio. Notò che la studiò per qualche secondo, le prese la mano e la fece girare su se stessa, con lo sguardo come una carezza. Lei  si sottomise all'ispezione senza battere ciglio. Davanti a lui, il suo corpo cantava e piangeva insieme. Belli come il sole, insieme si recarono nella sala per le cerimonie più grande ed elegante di Istanbul, ma entrarono ognuno per conto proprio, per incontrarsi, " casualmente" all'interno. All'ingresso di Can, una serie di lampi di flash lo illuminarono. I fotografi erano appostati già dal pomeriggio per assicurarsi il posto migliore per le inquadrature più belle. All'interno della sala, molti altri scatti lo immortalarono in compagnia dei suoi manager, del regista e del suo produttore. Rispose a molte domande di reporter e, finalmente, quando il tempo a disposizione per la stampa si concluse, si avvicinò alla sua Nat. Lo vedeva muoversi a suo agio e con disinvoltura, accompagnare con il sorriso ogni saluto e ogni nuova presentazione di persone che volevano conoscerlo. I camerieri avevano iniziato i loro giri con i vassoi pieni di bicchieri di bevande varie, per gli ospiti prima della cena. Nello stringersi intorno allo stelo di vetro del flut di champagne che, galantemente lui le porse, le dita di Natalia sfiorarono le sue e Can per poco non fece un balzo. La corrente elettrica tra loro era sottile, ma presente. Era quello di cui non aveva bisogno in quel momento. Scosse la testa e si diede un contegno. Le sussurrò,  -" Solo un sorso, ti prego ask, non sei abituata." Non poteva rischiare di farle puntare tutti gli sguardi dei presenti addosso.  Si dovevano abituare a loro due insieme piano piano, gradatamente e accettarla come la sua compagna di vita in modo naturale, senza shock. Il suo compito era quello di proteggerla come una bambina. Lei era la sua. Sicuramente li avrebbero fotografati, ma non certo in atteggiamenti inequivocabili di una relazione sentimentale. Controllo fu la sua parola d'ordine per tutta la sera. Avvertiva, comunque, un pugno nello stomaco per quanta voglia avesse di gridare a tutti-" Questa è mia moglie!" Stabilì tra sé che non sarebbe trascorso molto tempo e che lo avrebbe fatto. Ne aveva già abbastanza di nascondere quel grandissimo legame e non potere agire liberamente con lei in presenza di estranei. Per tutta la durata del gala, non si allontanò molto e, quando qualcuno lo chiamava, sorridendo con disinvoltura e con un impercettibile cenno del capo, le sfiorava il braccio, per farle capire di seguirlo. Lo osservava da sotto le ciglia, mentre discuteva e dava disposizioni a questo o a quello. Indossava uno smoking, con gemelli d'oro ai polsi e il suo sorriso evidenziava le sue due fossette che lo rendevano irresistibile. Can avrebbe fatto girare la testa a qualunque donna, in quell'atmosfera da vero "red carpet". Dominava la sala e tutti gli sguardi erano puntati su di lui, in adorazione e con ammirazione. Al centro del pavimento tirato a specchio, troneggiava una gigantesca sfera dorata, circondata da colonne, archi e un soffitto dipinto che avrebbe potuto rivaleggiare con gli affreschi più belli. E lui era un dio greco in tutto e per tutto, ormai risiedeva nell'Olimpo. Il suo sguardo entrava dentro il cuore degli spettatori, produceva  amore. Aveva dentro di sé, dentro i suoi occhi che rispecchiavano la sua anima, il segreto della vita. Ma la sua agilità era sempre al servizio degli stati d'animo del personaggio, ogni espressione era in realtà un sorriso, una scala cromatica, un brivido di amore. Mai semplice sfoggio di bravura, ma tutto sempre terribilmente vero. Sì, perché, fortunatamente per Natalia, in Turchia non si potevano girare scene di passione e i baci dovevano essere molto limitati a causa della censura. Per ogni bacio, l'attore era costretto a pagare una pesante multa. Doveva essere tutto basato su un difficile gioco di sguardi, di espressioni del volto e di timbro di voce. Le labbra non potevano unirsi, dovevano rimanere ad una distanza di qualche millimetro. Ma se qualche scena lo avesse richiesto, per dare il senso di una intensità maggiore, si doveva fare. Erano seduti allo stesso tavolo, vicini. L'aveva preteso e ottenuto, d'altra parte nessuno avrebbe osato contraddirlo. Parlò con tutti, rise fece battute carine, ma quando si girava verso di lei, il sorriso era più luminoso, gli occhi adoranti e le mani cercavano le sue. Lei si fermò a guardarlo fisso. Passò qualche secondo. Intorno a loro i suoni attutiti del ristorante, il tintinnio delle posate e dei bicchieri, qualche risata, lo sciabordio dell'acqua smossa dagli zampilli della fontana al centro della sala. La testa le girava. Brutto scherzo dello champagne. Lui la guardò sorpreso e un po' imbarazzato. Le afferrò un braccio. Il calore delle sue dita penetrò sotto la sua pelle e lei lo guardò con occhi di brace. -" Andiamo!" le disse e si diressero verso il bagno. -" Cosa c'è che non va? Ti avevo pregata di bere solo un sorso di champagne, perché non sei abituata. E invece l'hai bevuto tutto. Non lo fare mai più. Vedi come stai male?" E iniziò a frizionarle le tempie con un asciugamano bagnato, finché il senso di vertigine non si attutì. La asciugò bene, la scortò fino al bar e le fece bere un caffè espresso ristretto. Tornarono al loro tavolo, tenendosi per mano. E molti occhi si puntarono su di loro.        -" Chi è? Can sembra molto interessato a lei" chiese il produttore ad uno dei manager, -" Una sua cara amica, collega dello studio legale." rispose quest'ultimo, con un mezzo sorriso.

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora