Parte 53 LA NUOVA NATALIA

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"Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza... L'amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo"       (Frida Kahlo) 


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Partirono per la più lussuosa località balneare turca, dopo aver organizzato per bene le giornate dei bambini  durante la loro assenza.  Sarebbero rimasti fuori tre giorni, ne avevano bisogno. E poi coincidevano con il compleanno di Can. Appena arrivarono, lei sorrise e sporse la testa dal finestrino, dimenticando ogni parvenza di sofisticatezza. Il vento trasformò i suoi riccioli in un disastro, ma non se ne curò. Si fermarono davanti ad un meraviglioso Hotel, "Arte Italiana" a sei stelle.  Rise della falsa immagine dell'Italia offerta dall'albergo. Le sculture di marmo, le fontane e il verde all'interno invitavano a varcare il maestoso portone d'ingresso. Can si fermò al banco della reception e Natalia non smetteva di guardarsi attorno, nel tentativo di non perdere un solo particolare della hall. Presero la chiave e vennero accompagnati nella torre. Salirono sempre più in alto, fino ad altezze vertiginose, poi le porte dell'ascensore si aprirono e loro entrarono nella suite che avevano prenotato all'ultimo piano, nell'attico.  Guardarsi attorno la riempì di meraviglia. Il grande salotto era dominato da un divano azzurro polvere, da una poltrona reclinabile e da splendidi mobili in ciliegio. Le pareti color terra erano decorate da paesaggi italiani e le portefinestre si aprivano sulla città che si mostrava in tutta la sua amenità. Senza parole, lei passeggiò per la suite registrando il bar perfettamente rifornito e attrezzato, la Jacuzzi e l'enorme letto king size, così pieno di cuscini da farle desiderare di sdraiarvisi subito per un sonnellino. Can fece subito una doccia, si vestì e scese, sotto suo suggerimento. Poi fu il suo turno. Finì di truccarsi e prese i suoi sandali firmati. Le stringhe incrociate le fasciavano le gambe e i finti zaffiri scintillavano. Adorava le scarpe alte. Le aveva scoperte da ragazzina, con la sua femminilità. I tacchi la slanciavano e aumentavano la sua autostima. Le unghie erano dipinte dello stesso rosa trasparente delle labbra. Natalia si infilò dei braccialetti tintinnanti e dei pendenti d'argento, oltre al trilogy di diamanti che lui le aveva donato per la nascita dei loro figli. Quelle gemme enormi, incastonate insieme, rappresentavano i suoi amori. Prese lo scialle e la pochette di perline e uscì. Era ora di dare inizio alla festa di compleanno del suo uomo... Lo aveva mandato giù prima, con la scusa di scegliere per la cena un tavolo con la vista sul mare. D'accordo col maitre dell'hotel, aveva organizzato una serata speciale. Si era fatta riservare per loro la saletta esterna, con una piccola orchestrina in un angolo, dove avrebbero cenato, ballato e, alla fine, sarebbe arrivata la torta con lo champagne. Aveva finto di averlo dimenticato e non gli aveva nemmeno fatto gli auguri. Poi, quando lei arrivò, lui la guardò stupito. Ma com'era? C'era qualcosa di strano. Faceva così  parte del tessuto della sua vita che, anche a casa, appena rientrava e non la vedeva, si sentiva perso. Non concepiva la sua permanenza sul pianeta senza lei accanto, ma senza nulla di appariscente. Qui la sua presenza brillava come un sole che prepotentemente forava una coltre di nubi scure e spesse.  In quell'ultimo anno il suo corpo era maturato, e così pure la sua mente e il risultato gli era sfrecciato accanto come un gruppo di cavalli da corsa a pochi metri dal traguardo. La guardò. Le piacevano i colori forti adesso. Solitamente si infagottava in indumenti classici, sobri e scuri, verde oliva e grigio... e, quella sera, aveva gettato al vento la prudenza e si era vestita di pura tentazione. Grazie al cielo si era almeno coperta le gambe. Il sottilissimo tessuto blu notte, teso sui fianchi e sul petto, fluttuava fino a terra. Sotto s'intravedevano le scarpe dello stesso colore, con i tacchi a spillo. Natalia buttò indietro la testa e rise, quando vide la faccia di Can. La massa pesante dei suoi riccioli neri era raccolta dietro la nuca, lasciando nuda la curva vulnerabile del collo. Lei rise di nuovo e puntò il suo kral, rimasto senza respiro. Gli orecchini di brillanti che aveva ai lobi, sembravano riflettere la luce dei suoi splendidi occhi sfavillanti, come diamanti neri. La sua schiena nuda brillava nella luce soffusa e la pelle delicata era un invito a far scorrere la lingua fino alla profonda scollatura, ben sotto la linea della vita. Le coppe del vestito fungevano da reggiseno, non necessitava indossarlo, pensò Can. Socchiuse gli occhi e seguì i passi di lei nella sala, mentre si avvicinava a lui. La sporgenza dei seni disegnava una piccola ombra sul tessuto. Lo colse un improvviso, selvaggio desiderio che lo attraversò dalla testa ai piedi, provocandogli un capogiro. Il nero infinito e profondo degli occhi di Natalia lo risucchiò. Quando li vide proprio di fronte ai suoi, vi lesse una consapevolezza bruciante. Sentì un formicolio lungo la spina dorsale, il bisogno primitivo di averla tutta per sé.  Allungò una mano e..  le afferrò le dita, se le posò sulla spalla e premette il corpo contro quello di lei, sentendo attraverso la camicia la sua morbidezza. La strinse più forte, respirando il suo profumo. Come poteva una cosa tanto pura e innocente provocare una simile ondata di lussuria?  -"Gran bel vestito, baby" le disse  -"Un po' provocante, non trovi? Non hai nemmeno il reggiseno." -" Buon compleanno, amore mio." In risposta lo baciò sulle labbra, lentamente e con trasporto. Assaporò quel bacio e se ne nutrì, poi le fece scivolare un braccio fino all'incavo della schiena e posò il palmo aperto sulla pelle nuda. Sentire quella seta sotto i polpastrelli lo fece impazzire ancora di più. Non vedeva l'ora di salire nella loro camera per poterla amare liberamente. Ballarono un tango stretti e con le bocche unite.  I seni morbidi premevano contro di lui e il movimento delle gambe, che si insinuavano a ritmo alternato tra le sue, era come un preliminare. -" E' stato il mio compleanno più bello, ask, e il regalo più stupefacente. Grazie, baby." le disse, staccandosi un attimo da lei, per fare cenno alla sua persona con un gesto cavalleresco del braccio. Il mare, nell'oscurità, lanciava scintille, piccole faville che prepotentemente tappezzavano quel nero riflesso notturno nell'acqua. Spense le candeline davanti a questo scenario surreale, tra le braccia della sua Divina donna. Dopo aver brindato, abbracciati salirono nella loro suite.                                                                                                                                               Natalia si svegliò dal sonno migliore della sua vita. La stanza era buia e l'ora confusa. I muscoli le dolevano come dopo un lungo allenamento in palestra. Stiracchiò le braccia e accanto a lei non c'era nessuno. Can era uscito presto a fare una corsa in spiaggia e, al suo ritorno, sua moglie era appena uscita dalla doccia. I capelli scuri erano adorabilmente scompigliati e la fronte era lucida di sudore. La t-shirt era appiccicata ai muscoli scolpiti degli addominali, del petto, dei bicipiti e di altre parti succulente. I  jeans che gli fasciavano il sedere erano bassi sui fianchi... insomma, un invito per qualunque donna. Sembrava sempre torreggiare su di lei in quel modo deliziosamente dominante che le metteva le farfalle nello stomaco. Sentì uscire un sussurro roco dalla gola di lui. Alzò lo sguardo e vide i suoi occhi neri carichi di... qualcosa. Sembrava che avesse fame.... Non riteneva ancora conclusi i festeggiamenti del suo compleanno.                                                                                                                  Quella sera ci sarebbe stato un gala in onore degli ospiti dell'hotel. Ricevettero un invito personalizzato a parteciparvi, essendo lui un personaggio pubblico molto noto nel mondo. Si videro costretti a partecipare, per non risultare sgarbati nei confronti del patron. Con lo smoking Can era meraviglioso. Un ricco produttore degli States l'aveva incontrato al suo ritorno dalla corsa mattutina e gli aveva proposto di vedersi, per poter discutere un po', prima della festa. Aveva accettato volentieri il garbato invito dell'americano e scese prima di sua moglie nella hall. Conversarono amabilmente, in perfetto inglese e l'uomo fu molto colpito dall'intelligenza e la cultura di Can. Da quel momento si autoproclamò suo amico. Si separarono con un arrivederci a presto.                                                                                                                                                                                    Con in mano un flute di champagne, prese un crostino al caviale e si girò. Lei stava scendendo le scale con una grazia naturale, un sorriso sulle labbra e un corpo da urlo fasciato di smeraldo. Non l'aveva mai vista in verde, solo qualche volta in un vestito da sera, ma di altre tonalità. A casa portava solo abiti comodi e magliette che nascondevano le sue curve. Ora invece... La scollatura enfatizzava la rotondità dei seni e dei fianchi. I capelli neri e mossi che ricadevano sulle spalle e la schiena,  invitavano ad affondarvi le mani. Le labbra erano dipinte di un rosso che metteva in risalto il nero degli occhi. Quando si fermò davanti a lui, non riuscì nemmeno a proferire una parola. Era abituato ai suoi sguardi carichi di desiderio. Adesso però aveva la sensazione che la sua piccola Nat fosse entrata in possesso dei suoi poteri magici. Era veramente la dea della sua anima mortale. Lo sguardo di Can era colmo di ammirazione e lei lo trovò eccitante.                                     Al risveglio, dopo una notte infuocata, lui sorrise, infilò le dita tra i suoi riccioli e abbassò la bocca sulla sua. La baciò con cura, quasi a dimostrarle che non aveva fretta, anche se il suo corpo diceva il contrario. -"Ti serve un bagno per rilassare i muscoli. Non voglio che ti alzi tutta dolorante." Scese dal letto e si avviò verso la toilette. Poco dopo lei sentì scorrere l'acqua. -"Mi attirava parecchio quella vasca a idromassaggio, ma è troppo grande per una persona sola." Tornò verso il letto e le tese una mano. -"Vieni con me, baby." E la prese tra le braccia. Non voleva che lei poggiasse i piedi scalzi sul pavimento. Il marmo scintillante era freddo. Lui aveva messo della musica rilassante e l'atmosfera che creò, fu come magica. Il soffitto alto dava l'impressione di trovarsi nei bagni dell'antica Roma. La luce si riversava su di loro dall'alto e alla parete opposta era rappresentato un affresco delle antiche terme romane. Salì i gradini con lei in braccio e la immerse delicatamente nella vasca. Le grosse bolle di schiuma iridescenti profumavano di bergamotto. Chiuse l'acqua e le si parò davanti in tutta la sua potenza. Era forte e aggraziato, sia vestito che nudo. Lui rise piano e la raggiunse.


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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora