"I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto".
(Nazim Hikmet)§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Le condizioni del padre di Can erano notevolmente migliorate. I fisiatri avevano deciso di trattenerlo per una settimana al centro, giorno e notte, al fine di intensificare, con una ciclicità continua, gli esercizi fisioterapici riabilitativi ventiquattrore su ventiquattro, alternando movimenti attivi e passivi con l'ausilio degli strumenti. Nel residence, per quella settimana, si trasferì Natalia. Decisi a mantenere il segreto del loro matrimonio con tutti, non avevano detto nulla nemmeno ai loro genitori e l'occasione propizia per convivere e condividere sonno e sogni la colsero al volo. Alla fine del ciclo intensivo, il baba di Can poteva tornare a Istanbul e lui si sarebbe recato alle Maldive con sua moglie, per la loro luna di miele. La settimana insieme a New York fu un anticipo dello splendido soggiorno romantico che li aspettava. Si vissero totalmente, si godettero, si unirono completamente, coscienti di non riuscire più a fare a meno l'uno dell'altro. Fecero l'amore continuamente e, quando spossati crollavano, si addormentavano abbracciati. All'aeroporto arrivarono separati, Natalia da sola e Can con suo padre che, dopo averlo affidato al personale di assistenza per il volo diretto in Turchia, si diresse verso l'imbarco per le Maldive, dove lei lo stava aspettando. Arrivarono stremati dopo un volo di circa 19 ore a Male. Un idrovolante li aspettava per portarli in circa due ore in una piccola isola in mezzo all'oceano. Tra spiagge bianchissime, mare cristallino, immersioni, escursioni su isolette deserte, quest'ultime da loro preferite, dove potevano fare l'amore liberamente, trascorsero una settimana indimenticabile, con quella selvaggia natura complice ed unica spettatrice di questa loro esperienza. La convivenza con Natalia era stata una corsa mozzafiato, con alti e bassi, fin dall'inizio. In quel momento, Can ebbe l'impressione di ricominciare da capo, forse anche per quello scenario mozzafiato che si presentava davanti ai suoi occhi. Pensò a come l'avesse completamente conquistato. A quando avevano cominciato a parlare senza riuscire a smettere. A quel loro primo incontro casuale e perfetto. A quando nel suo appartamento, avevano fatto per la prima volta l'amore. A come fosse stata per lei la prima volta, ma anche per lui che il vero amore non l'aveva mai fatto con nessuna, prima di incontrare lei. A quanto erano storditi dalla felicità. A quanto fosse innamorato pazzamente di lei. A quanto desiderava starle sempre vicino, con tutto il suo amore, a parlare tanto di loro, dei loro progetti. Che solo con lei avrebbe vissuto i giorni migliori della sua vita. Follia, incoscienza? Ma era giusto così, tutto aveva un senso. Erano appena rientrati da una passeggiata abbracciati, quando si portò alle labbra la mano di Natalia e vi depose un bacio. Gli bastò quel lieve contatto con la sua pelle per respirarla. Si chinò su di lei, affondandole il viso nei capelli, proprio all'attaccatura del collo e si inebriò, inspirando quel suo unico profumo, di cui non era mai satollo. Fecero insieme la doccia, uscirono avvolti in grandi asciugamani e si diressero verso i due lati del grande letto, per vestirsi. Lui chiamò il suo nome, a bassa voce. "Nat..." Un suono intimo. Dolce. Pieno della promessa di tutti i piaceri che sarebbero seguiti. E, inevitabilmente, fecero proprio faville. L'ultimo giorno alle Maldive doveva essere indimenticabile e così lo conclusero, con una cena a lume di candela sulla spiaggia, eleganti, a piedi nudi e a bere sorsi di champagne fra languidi e profondi baci di grande passione. Le parole non servirono più, tutto di loro comunicava di essere, ognuno per l'altro, l'aria nei polmoni, il sangue nelle vene, la vita nel corpo. Tornarono ad Istanbul diversi. Gli sguardi avevano una luce più intensa ed erano costantemente alla ricerca di incontrarsi. Si era rafforzato tra loro due quel legame già forte, arricchito da una strana e nuova forma di comunicazione che li aveva fatti rinascere. Arrivarono a Bebek su taxi diversi. Appena raggiunsero la loro camera, stremati dal viaggio e dalle intense giornate vissute insieme, crollarono. Se i loro animi erano ora tranquilli e sereni, i loro corpi avevano necessità di riposare e, quella notte, dormirono come sassi. Tra il fuso orario e la stanchezza fisica, si svegliarono abbracciati, il pomeriggio del giorno dopo.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...