Parte 5 NUOVE SENSAZIONI

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                   " La luna tonda e piena sembrava una perla su un mare di diamanti.."



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La superficie del mare che rifletteva la luna, era diventata una distesa d'argento, poi di un blu scuro, quasi nero. Questo fu lo spettacolo che Natalia e Can si trovarono di fronte, non appena giunsero alla spiaggia. Avevano pensato di rimanere seduti in automobile a chiacchierare comodamente, ma quasi contemporaneamente aprirono le portiere per ammirare in maniera più diretta lo spettacolo di quel cielo e di quel mare che erano un tutt'uno. Respirarono come a volerne cogliere anche l'odore.-" Avevi ragione a voler venire in spiaggia" iniziò lui per primo, "dove potevamo trovare qualcosa di più bello?"- "Mi sento già più rilassata, Vedi?" rispose lei. "Ma comunque tu hai lasciato il tuo impegno di questa sera per venire qua con me, mi dispiace."- "Non pensarci, è stato un piacere anche per me, credimi ne avevo bisogno, non sai quanto apprezzi la pace e il silenzio, specie quando mi si presentano all'improvviso come stasera. Colgo l'attimo. Vieni sediamoci ed ammiriamo questo quadro di luce nel buio." Le prese la mano e insieme si spostarono verso la riva. Si sedettero e iniziarono a chiacchierare, chiedendo ognuno qualcosa all'altro. Lei raccontò dei suoi lunghi e sacrificati studi, della sua sudata laurea, del bisogno di allontanarsi da sua madre, iperprotettiva fino al soffocamento, della sua decisione di provare a vivere con suo padre che conosceva veramente poco e che negli ultimi dieci anni aveva visto solo un paio di volte, dopo la loro separazione e il suo trasferimento in Turchia. Al contrario di sua madre, invece, per lui, a momenti, era come se lei non ci fosse; che lei aveva girato per Istanbul e che aveva cercato di trovarsi un lavoro, per poter essere indipendente, per potersi trasferire a vivere da sola, ma che non era facile perché non conosceva la lingua turca. -" Sinceramente tutti i giorni mi chiedo, e adesso? Cosa sono venuta a fare? Lo scoglio della lingua è enorme, conosco solo l'inglese oltre all'italiano."Can aveva ascoltato con attenzione tutto ciò che Natalia raccontava di sé, con quel fiume di parole che la alleggeriva dall'angoscia di non aver potuto condividere il suo stato con alcuno, fino a quella sera, e, quando la sentì trarre un lungo respiro, alla fine del suo raccontarsi, capì che veramente si era liberata di un peso. Istintivamente le sistemò qualche ciocca ribelle dei suoi lunghi e ricci capelli neri, che la leggera brezza aveva scomposto, con grande delicatezza, mentre i suoi occhi ricaddero sulle sue mani delicate, dalle dita affusolate e dalle unghie non laccate. Anche lui si raccontò, parlò della sua infanzia, della separazione dei suoi genitori, della loro costante presenza nella sua vita, dei suoi studi, della sua laurea, della svolta casuale che aveva preso la sua carriera lavorativa. Le disse di essere stato in Italia parecchie volte e che amava questa Terra come se fosse la sua, che lì vivevano molti suoi amici. Si scambiarono i numeri di cellulare e, mano nella mano, si avvicinarono alla Jeep. -"Andiamo a mangiare qualcosa insieme?"propose Can -"Ma certo, magari in un posto poco affollato.Oppure scendo io dall'auto, prendo due pizze e andiamo a mangiarle da qualche parte. Che ne dici?" disse Natalia.-" Che bell'idea! Va bene, andiamo e poi troveremo un posto dove fermarci."rispose Can. Le sorrise e le accarezzò la guancia col dorso della mano. La Jeep si arrestò davanti a un locale sul lungo mare e invece di lei scese lui, poco dopo tornò a chiamarla, le porse la mano, dopo aver aperto la portiera e la invitò a seguirlo. Natalia ubbidì in silenzio e insieme entrarono da un ingresso secondario, si diressero sotto un patio nella parte posteriore e si accomodarono uno di fronte all'altra nell'unico unico tavolo. Can spiegò che il locale era di un suo vecchio amico e che quel tavolo era sempre riservato per lui. Panini con sardine e verdure, contorni di pomodori, peperoni e cetriolini,  accompagnati da un buon te turco, da tante risate e da mani unte, furono la loro cena. Consumarono quel pasto con appetito e sorrisi, in un clima di schietta spensieratezza, percependo ambedue un miscuglio di piacevoli sensazioni che andavano dal gusto, agli sguardi, ai sorrisi, allo sfiorarsi le mani, alle carezze delicate sul viso di lei e sui suoi capelli. Quando la riaccompagnò a casa, non appena spense il motore dell'auto, lui disse -" Sono stato veramente bene con te, ho trascorso una serata unica nel suo genere. Dobbiamo rifarlo presto." Uscì dall'auto, girò, le aprì la portiera, la accompagnò fino alla porta della sua abitazione, la vide entrare e prima che Natalia chiudesse, continuò:" Buona notte Baby, a prestissimo." E le mandò un bacio sulle punte delle dita. Non era passata neanche un'ora, quando il telefono le vibrò per l'arrivo di un messaggio -" Dormi?" Era Can.

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora