"Non aspettare di essere felice per sorridere. Ma sorridi per essere felice."
(Edward L. Krame)§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
La sera prima, al tramonto, avevano gettato l'ancora nel porto dell'isola greca di Mykonos. I lampioni conferivano un bagliore caldo alle facciate candide della maggior parte delle case e, in lontananza, si sentiva il mormorio della gente nei bar e nei locali all'aperto. Mentre la brezza serale li accarezzava, fecero progetti per il giorno successivo. Sarebbero scesi sull'isola di mattina per fermarvisi fino a sera, con i bambini e, se avessero voluto, anche con la madre e la zia di Natalia. Ne parlarono con il comandante, per definire l'itinerario da seguire, tenendo conto della presenza dei gemellini e delle due signore anziane che avevano accettato di buon grado la loro proposta. Appena scesi dallo yacht, si resero conto di quanto quell'isola fosse meravigliosa, con le sue casette bianche, coperte di bouganville, i suoi vicoli stretti pieni di negozietti e paesaggi mozzafiato, con splendide spiagge bagnate da un mare pulito, dai colori che andavano dall'azzurro al turchese, al blu delle profondità del Mediterraneo. Dopo aver visto le bellissime spiagge e fatto una suggestiva passeggiata nel suo centro principale, la Chora, poco distante dal porto, si fermarono ai mulini. Lì, Guldem e Guven si divertirono molto e, immancabilmente, socializzarono con Pedro, il pellicano mascotte di Mykonos. Mentre i bambini con le babysitter e le due nonne sostavano in una spiaggia attrezzata con lettini, gazebo e giochi acquatici per i piccoli, Natalia e Can andarono a visitare Ano Mera, un tipico paesino in stile cicladico, nel centro di Mykonos, famoso per il monastero Tourliani, dove appresero che, sull'isola, c'erano ben 365 chiese, una per ogni giorno dell'anno. Fecero poi una sosta a Mikri Venetia, un quartiere noto per le sue caratteristiche case antiche affacciate sul mare, un tempo abitate da pescatori, oggi sedi di ristoranti, caffetterie, bar e negozi. Lì si fermarono a mangiare autentiche specialità locali, Kleftiko, agnello al limone cotto al forno; Moussaka, una sorta di lasagna a base di zucchine o di melanzane; Kopanisti, un formaggio di capra speziato; Spanakopitakia, dei fagottini di pasta fillo ripieni di feta e spinaci; Louza, carne di maiale sottilissima, arrostita con molte spezie; Barbouni, triglie fritte con limone e verdure al vapore; e, per finire, Amygdalota, biscotti allungati, morbidissimi a base di mandorla che profumano di rosa; mentre l'acqua si colorava di rosa e arancione al tramonto. I ristoranti sul lungomare erano affollati di marinai e turisti che si godevano il pesce fresco e buttavano giù un ouzo dietro l'altro. Le tipiche bravate di chi aveva bevuto parecchio dopo il tramonto, non erano uno spettacolo a cui voleva che assistesse sua moglie. Perciò Can si affrettò a recuperare il resto della famiglia per portarli al sicuro.
Tornarono allo yacht, tutti insieme. Fecero una doccia, si cambiarono e uscirono nuovamente per godere un po' di sano svago e divertimento. Abbracciati, passeggiarono lungo il Paradise Beach. Si fermarono in un locale dove si ascoltava musica e si ballava. Ballarono, si baciarono e si sorridevano, come tutte le giovani coppie. Anche loro erano giovani e innamorati e sempre di più.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...