Parte 65 IL RITORNO ALLA NORMALITA'

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"Vivere è sperimentare ,  non restare immobili a meditare sul senso della vita ."

(PAULO COELHO)


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La luce rosata dell'alba filtrava dalle tende, inondando la stanza di un soffuso tenue barlume. Giochi di ombre leggere creavano disegni dalle forme astratte e sfumate alle pareti, ma rendevano i loro corpi, stesi a dormire, luminosi in modo diverso, insolito. Erano riusciti a riposare, finalmente a casa, nel loro letto, seppur ancora doloranti, nella solita loro posizione, abbracciati. Ancora una settimana di convalescenza e avrebbero potuto riprendere le loro abitudini di vita. Trascorsero l'ultimo periodo all'insegna del relax familiare. I bambini, a modo loro, li coccolavano, con baci umidi e carezze dolcissime e la ripresa fu veloce e piacevole. Dopo l'ultimo controllo all'ospedale, ebbero il via libera, per riprendere la vita a pieno ritmo. Can doveva riprendere le riprese interrotte e, con Natalia, decise di passare prima dallo studio legale, dove lei voleva fare il punto della situazione del suo lavoro e poi alla sede della casa di produzione. Quasi con emozione si prepararono per uscire. -"Pronta?" chiese lui, sorridendo. Lei inspirò rispondendo al sorriso. "Prontissima" disse convinta. -"Bene."  rispose, facendole un cenno con la testa per invitarla a precederlo verso la porta, Can la seguì e la indirizzò, con il braccio verso la Jeep. Il sole che entrava dalla vetrata nello studio dava ai suoi capelli neri delle sfumature bluastre e rendeva ancora più luminosi i lineamenti del suo viso. Lui rimase abbagliato, come se l'avesse vista per la prima volta. Ma era sempre così, sotto qualsiasi luce la vedesse, trovava in lei un qualcosa sempre di più bello, una nuova scoperta di volta in volta.  Quel giorno avrebbero registrato degli episodi ad Istanbul, impegnando Can per tutta la giornata. Si diressero verso gli studi della Gold e vi rimasero fino a tarda sera. Stanchi, ma soddisfatti, tutti i componenti del cast, decisero di festeggiare la fine della riprese istanbuliote, brindando alla conclusione di quella parte del progetto. Infatti, dopo tre giorni di pausa, giusto il tempo per prepararsi,  sarebbero partiti tutti per la Francia, dove era previsto un soggiorno di una decina di giorni, per girare alcune scene a Parigi, altre in un castello della Normandia e, altre ancora in Costa Azzurra. Da lì si sarebbero poi diretti in Italia, in Sicilia, dove si sarebbe conclusa la serie. Can, dopo essersi accomiatato dai colleghi, propose a Natalia di concludere la serata in un ristorante situato all'ultimo piano di un lussuoso edificio, proponendole di provare delle pietanze internazionali. Arrivarono al piano e le chiese di dare uno sguardo al panorama. Lei annuì, mentre il maître li conduceva al tavolo migliore della sala, un'alcova privata con comode poltrone, da dove, attraverso le ampie vetrate, si godeva una fantastica vista sul Bosforo, puntellato di luci. Si sporse in avanti per cogliere una visuale migliore della città, ormai avvolta nell'oscurità, mentre fuori il vento inseguiva le nubi che si raccoglievano intorno alla luna, circondandola di un alone di mistero. Era quello il linguaggio di Istanbul, con il quale comunicava il suo cuore palpitante ai suoi abitanti, specie a quelli che sapevano ascoltarla e coglierla. Can osservava la sua donna di fronte a lui, le guance un po' arrossate a causa dei due bicchieri di vino che l'aveva convinta a bere, alcune ciocche di capelli che sfuggivano allo stretto chignon, cadendo ad ammorbidire il contorno del viso, già così armonioso. La sua Nat era veramente bella, speciale e lui si sentiva intrigato ed attratto da lei come il primo momento in cui si erano avvicinati in spiaggia. L'aver superato insieme quell'ultimo terribile incidente, gli aveva dato la consapevolezza che insieme erano forti, osò pensare, quasi invincibili.                           Natalia scosse il capo, troppo frastornata per dissimularlo.-" Perché?" sussurrò. -"Perché no?" rispose lui, fissandola. Lei strinse le labbra. Ovviamente avrebbe risposto così. Perché no, infatti. Stare accanto a lui, anche durante le riprese, poteva diventare pesante per tutti, cast, regista, produttore....-"Smettila" le intimò gentilmente Can continuando a fissarla negli occhi. "Smettere cosa?" -"Di pensare che sono esagerato e capriccioso. Sai che per me è è un'esigenza, è una conditio sine qua non. O sempre con me o al diavolo tutto! Non posso correre nessun altro rischio." -"Ma lo sei, capriccioso." replicò lei ragionevole. - "Non è così?"  Suo marito piegò la bocca. -"Perché non la smetti di pensarci? Ti dà fastidio stare col tuo uomo? Se è così......" I suoi occhi diventarono scuri, come un cielo notturno senza luna e senza stelle. Lui aveva bisogno della sua presenza continua, aveva bisogno di lei sempre. Con lei accanto avrebbe superato sempre tutto.  Quelle parole le causarono quasi un brivido. Poteva osare fare una cosa simile? Mai. Gli sorrise e gli carezzò una guancia. -" Va bene Nat?" -" Va bene kral." Sorridendo, lui le prese più fermamente il braccio, mentre l'attirava a sé per baciarla. Natalia sentì il calore risalire lungo tutto il suo arto, e poi defluire, radiandosi, in tutto il suo corpo,  accendendo la fiamma del desiderio. Lei quasi sussultò, sorpresa dall'immediato cambio di stato. -" Amore mio, sei bravissima nell'organizzazione degli eventi, curandoli anche dal punto di vista legale. Puoi organizzarli tu. Sai bene che quasi tutti i ricevimenti ufficiali a cui prenderemo parte, saranno a scopo benefico. Mi rappresenterai sempre tu legalmente e curerai i miei contratti assieme ai miei manager. Per non parlare delle scene di baci in primissimo piano, dove saranno le tue labbra ad essere baciate da me. Ne ho già parlato col mio produttore ed è pienamente d'accordo con me. Tutto avrà un risultato migliore. Tutto ciò che fa parte della mia vita sarà migliore con te accanto a me." Vide solo tanto amore negli occhi di Can. In modi diversi avrebbero entrambi obbedito al richiamo del dovere di salvaguardare il loro amore. Ne avevano già pagato il prezzo. Lei annuì e per un lungo momento lo guardò, facendo roteare il vino nel bicchiere. Lui le tese la mano e lei la prese, le dita di lui si intrecciarono con le sue. -" Andiamo allora, che ne dici? È tempo di passare alla seconda parte della nostra serata. Natalia sentì una scossa riverberarle in tutto il corpo. Il sorriso del suo kral si fece lupesco, mentre la faceva allontanare dal tavolo. Abbracciati, si diressero verso la Jeep. Le labbra di Can erano calde e morbide sulle sue. Le braccia che la stringevano mentre la lingua si insinuava in lei. Tremò, non per il freddo, ma per il desiderio sopraffacente che la sommerse con un uragano di sensazioni. Troppo. Lo respinse. -"Non dovremmo..." -"Perché no?" chiese lui, sorpreso.              -"Siamo in macchina, come due liceali.....e c'è gente intorno a noi. Kral, ask, mi fai arrossire." Lui le prese la mano e si portò le sue nocche alle labbra. -" Nat, baby, ask.... Questo è esattamente quello che sono con te, proprio un liceale."                                                                                Si fermarono a Bebek. La tirò teneramente a sé e le catturò le labbra, un bacio più dolce e più profondo di quelli che si erano già scambiati. Ella rovesciò indietro il capo e si lasciò avvolgere da sensazioni squisite, mentre la bocca di lui tracciava un appassionato sentiero di baci lungo il suo collo fino all'incavo dei seni. Un leggero solletico le percorse il corpo, e lui sorrise contro la sua pelle. Can riusciva a far cantare sempre di piacere il suo corpo, con dolcezza e sensualità. Poi, quando finalmente si unirono, le strinse il viso tra le mani in modo che incontrasse il suo sguardo intenso, pieno di... amore... La baciò ancor più intensamente mentre il piacere li sopraffaceva. Natalia si svegliò al sole invernale che inondava la loro camera da letto di Bebek. Sbatté le palpebre e si girò, compiacendosi della vista di suo marito accanto a lei, col braccio sotto la sua testa e ancora addormentato. Stupendo. I ricordi della notte le si accavallarono nella mente come un caleidoscopio di sensazioni. Era stato tutto meraviglioso. Lui tenero, premuroso, e tuttavia appassionato, perfino selvaggio. Si era sentita custodita e temeraria allo stesso tempo, libera eppure meravigliosamente al sicuro. Con lui si sentiva sempre così. Piano, per non svegliarlo, scivolò fuori dal letto e si avviò verso il bagno. Pensò di spostarsi nello studio per portarsi avanti con il lavoro, tenendo conto che si sarebbe dovuta assentare per seguire Can. Come se potesse avvertire i suoi pensieri, lui aprì gli occhi, stiracchiandosi, e si sollevò su un gomito a guardarla. -" Buongiorno, ask. Dove stai andando?" - " Volevo fare un salto di là, allo studio, per terminare delle pratiche. -"Pensavo che il tuo lavoro al momento fosse prenderti cura di me..." Pigramente, si sporse per afferrarla. -"Torna a letto, Nat, ask. Tutto il resto può aspettare." La tirò sul di sé, baciandole le spalle mentre le mani percorrevano tentatrici il suo corpo. Nessuno dei due era disposto a rischiare di rinunciare ad una vita di passione. Tutti e due erano talmente coinvolti che bruciavano come le fiamme delle candele, al solo passaggio del vento. Le sfiorò i capelli con le dita. -" Nat, amore mio tu sei la ricchezza più grande per me, sei al di sopra di tutto." Poi la baciò di nuovo e ancora. 

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora