Parte 11 LA TELEFONATA

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"Falla quella telefonata..,Scrivilo quel messaggio...Non fermare le tue mani........Non vivere di rimpianti...Vivi di emozioni".

( LA PASIONARIA)

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Can era uscito dall'ufficio dei suoi manager, salì in macchina e si avviò verso casa sua. Lungo il tragitto si era formata una lunga coda di macchine e di altri mezzi, da fargli impiegare più del doppio del tempo in cui normalmente  ci arrivava. Il traffico di Istanbul non è roba da poco, considerando i milioni di abitanti che ci vivono. Guardava in continuazione il suo telefono, ma non c'erano messaggi nuovi e nessuna chiamata persa. Questa volta con lui in Italia sarebbe partito suo padre. Amava viaggiare con lui, era sempre stato il suo punto di riferimento, da lui si sentiva amato, protetto, sostenuto ed era sempre il primo a gioire delle sue vittorie e dei suoi successi. Avrebbero decollato nel primo pomeriggio del giorno dopo alla volta di Roma.


Can

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Can.

"Chissà com'è andata stamattina, avrei voluto vederla all'opera. C'era Burak, ci pensava lui, avrà risposto a tutte le sue domande. Lui mi conosce meglio di chiunque altro. Partirò tranquillo, sapendola nelle sue e nelle mani di Nazli. Non la lasceranno sola, le terranno compagnia, in quella nuova casa, a meno che non vada a farsi qualche passeggiata al mare....Magari la chiamo, per vedere come si è trovata... se ha avuto difficoltà...Oh. Nat, baby, credo di non resistere a non vederti per qualche giorno, mi dai un senso di serenità, tu mi dai la sensazione di respirare aria fresca e pulita... Ma se la chiamo rischio di rovinare tutto, non so se riuscirò a trattenermi dal dirle cosa mi provoca, non vorrei che mi fraintendesse, per me è importante. Stanotte non sono riuscito a chiudere occhio, sentivo il su profumo, dentro il mio abbraccio, il calore e la morbidezza delle sue labbra sulla mia guancia, che tocco magico, caldo e delicato nello stesso tempo, come lei. No, non posso chiamarla, risulterei invadente.... meglio di no, ma almeno la sentirei, oggi sarà difficile vederla, ho troppi impegni, preparativi per il viaggio, contratti da confermare definitivamente prima della partenza.....I miei manager continuano a chiamarmi, per vederci per gli ultimi accordi. Non voglio rispondere in questo momento, devo pensare....Ma  perché non chiama? Neanche un messaggio? Speriamo sia contenta e che si trovi bene. Non so nemmeno se riuscirò a vederla prima di partire e questo non lo voglio proprio, Voglio portare con me il suo profumo e il suo calore per tutta la durata del mio soggiorno in Italia. Ora la chiamo, almeno per sentirla...."

Natalia.

"Mi aspettavo di trovarlo allo studio, ma non c'era. Però l'ha detto ieri che doveva prepararsi per la partenza e che avrebbe avuto diversi impegni. Non voglio chiamarlo, non voglio sembrargli asfissiante, ma lo dovrei ringraziare ancora per quello che ha fatto per me, dirgli che mi sono trovata bene e che sono riuscita a portare a termine il lavoro senza intoppi. Quanto mi manca,,, Quelle sue generose braccia aperte, pronte ad accogliermi in un abbraccio caldo e protettivo....mi mancano, persino la sua voce mi manca e non voglio pensare al suo sorriso, bello e simpatico come pochi. Oh Can, mi sento la vita stravolta da quando ti ho incontrato, sento il tuo profumo attorno a me, forse le cose che hai toccato ieri si sono impregnate? O è solo una mia sensazione? Dall'euforia, stanotte non sono riuscita a dormire, sarà stato il nuovo letto...o la nuova casa...Allora mi sono alzata, ho riguardato tutte le cose che avevamo guardato insieme.... E tu, con quanta tenerezza fingevi di stupirti come me e con me, per tutto quello che ti eri preoccupato di farmi trovare. Oh, Can, oh...Che persona speciale.... dovrei chiamarlo. Si infastidirà? Lascio perdere.... Ma no, io lo chiamo."


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Si chiamarono quasi in contemporanea e i loro telefoni risultarono tutti e due occupati. Subito dopo quello di Natalia squillò. Era Can. "Nat, scusa, ma volevo informarmi sulla tua giornata, tutto bene? Sono stato molto preso da impegni oggi, non sono ancora arrivato a casa per via del traffico." -"Can non sai che voglia avevo di sentirti! Ho provato a chiamarti poco fa, ma era occupata le linea. Come vanno i preparativi per il viaggio? Tutto pronto?" -"Tutto quasi pronto, solo che non so se riusciremo a vederci domani prima del volo, partirò nel primo pomeriggio e dovrò trovarmi in aeroporto almeno due ore prima del decollo" le rispose. A Natalia sfuggì un sospiro che avvolse un" Oh No!"e Can sentì la sua voce tremare. -" Nat, Nat, rispondimi, non essere triste. Nat, ti prego non piangere. Arrivo a casa, prendo i bagagli e vengo lì. Ho deciso, partirò per l'aeroporto da lì. Staremo un po' insieme, Ok?"                                                                      Arrivò a tarda sera, entrò nel suo appartamento, posò le valigie e corse da lei. Appena aprì la porta, spalancò le braccia pronto a riceverla e lei vi si lanciò, circondandogli il collo con le le sue. Nascose il viso sul suo petto, un po' intimidita da tanta possenza e per non fargli vedere che aveva pianto. -"Guardami, Nat"  disse Can. -"Non ce la faccio" rispose lei.                                             "Perché no? Piccola, guardami" disse alzandole la testa con un dito e in quel momento i loro occhi si incontrarono. "Vedi? Non è difficile" disse sorridendo. Sorrise anche lei. "Sei troppo importante per me." Si abbassò e delicatamente poggiò le labbra su quelle di lei. Si staccò solo per dirle- "Desideravo queste labbra, così dolci da baciare, da amare..." Poco dopo chiese accesso alla sua bocca e lei accettò d'impeto. In pochi attimi si lasciò esplorare dalla sua lingua per la prima volta. La stringeva così forte che le sembrava di soffocare, ma non avrebbe mai voluto staccarsi da lui. La sua bocca passò a baciarle il collo, mentre la spingeva contro il muro. Gemette quando trovò il suo punto debole, all'attaccatura del lobo dell'orecchio, così, per farle piacere, continuò a baciarla e succhiarla in quel posto. -"Non sai quanto mi mancherai, Can"-"Anche tu piccola. Anche tu," disse riprendendo a baciarla. Piano le morse il labbro inferiore, lei mise le mani nei suoi capelli, mentre quelle di lui si spostarono sui suoi fianchi. Dormirono insieme, abbracciati, sotto le coperte. La testa di lei appoggiata sul suo petto, mentre lui le cingeva la schiena. Non vollero andare oltre.

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora