Parte 14 L'AMORE.

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"L'amore è forse l'unico sguardo che ci è concesso dell'eternità." 

(Helen Hayes)


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 Mentalmente e fisicamente con quel taglio di capelli tornò ad essere semplicemente Can Yaman, lasciando per sempre il leader sicuro di sé e disinvolto Can Divit, quel personaggio che aveva completamente assunto con il suo look unico, con i suoi movimenti e i suoi accessori, con la sua imponente fisicità e il suo stile un po' selvaggio e spavaldo, sebbene appassionato e dolce. Quella mattina si svegliò presto, si fissò allo specchio e osservò il suo volto, diverso, rispetto a quello che era abituato a vedersi, sembrava più scarno senza la folta barba. La stanchezza degli ultimi mesi aveva lasciato anche dei segni fisici in lui. I suoi lineamenti apparivano più tirati e il sorriso spontaneo stentava ad apparire sulle sue labbra, risultava un po' forzato. Tutto di lui ne uscì provato per il risultato di quel terribile periodo, reso pesante, quasi insopportabile dai molti viaggi, dalle calunnie, dai  pettegolezzi alimentati dalle interviste pilotate da giornalisti che volevano infangarlo. Si sentì solo un ragazzo della sua età, con le sue titubanze e le sue incertezze, spinto a dubitare della sincerità e della fiducia che aveva riposto in molti.. ..E fidarsi, ora per lui, era diventato un problema. Stava veramente male. Soffriva molto e volle concentrarsi su Natalia, sì, lei. Il suo pensiero lo fece respirare più facilmente, ma la luce del suo sguardo ora era diventata più fioca, quasi spenta. Il viaggio di ritorno a Istanbul da Smirne, a Can sembrò molto più breve. Suo padre era seduto sul lato passeggero, accanto a Burak che guidava, mentre lui e Natalia erano sul sedile posteriore dell'auto. Si tennero per mano tutto il tempo, si parlavano e baciavano con gli sguardi, ma lei notò un velo di tristezza negli occhi di lui. Non vedeva l'ora di arrivare a casa, per poterlo ascoltare, era sicura che aveva bisogno di parlare.  Lui la guardava e sorrideva, distoglieva lo sguardo e la guardava nuovamente, come a voler cogliere i suoi pensieri. Era incredibile il senso di serenità che gli faceva provare il solo averla vicina e tenerle la mano. In quel momento le ombre scure erano svanite, un pallido sole sembrava prendere il loro posto. Avvicinò la bocca al suo orecchio e le sussurrò-"Tu sei il mio sole...." all'udire quelle parole, Natalia lo guardò fisso negli occhi, gli sorrise e gli strinse di più la mano. La fissò con gli occhi ardenti di desiderio, era talmente acceso che dovette chiudere le palpebre, mordendosi il labbro inferiore, girato verso il finestrino. Moriva dalla voglia di baciarla con tutta la passione forte dettata dal bisogno di sentirsi unito a quella ragazza così unica e speciale per lui. La voleva, ma aveva deciso che non era il momento, perché avrebbe solo fatto sesso, per il suo naturale bisogno fisico. Con lei no. Con lei doveva fare l'Amore, quello con la A maiuscola, non sesso. La guardò nuovamente, e la immaginò aperta e pronta per lui. Voleva la certezza che lei fosse la prima. La prima che amava realmente e in maniera totalitaria, la prima che gli era entrata nell'anima, la prima che l'avesse reso suo. Che l'avesse fatto innamorare. E sembrava proprio sulla giusta strada, lui che non si era mai innamorato veramente. Quella sera dormirono insieme, abbracciati, l'uno nelle braccia dell'altro, dopo essersi accarezzati intimamente e baciati fino allo sfinimento, senza però culminare nell'atto sessuale completo. Si svegliarono ancora stretti, come se avessero avuto paura di ritrovarsi di nuovo lontani. Can Yaman era a letto con una ragazza e non aveva fatto sesso. Chi l'avrebbe detto? Lui , esperto amante che aveva avuto storie e avventure, in molti letti e con molte donne, sempre senza amore, ora si ritrovava a proteggere Natalia, che voleva sua, dal sesso, perché da lui doveva ricevere solo amore. Si sentì come un ragazzino alla sua prima cotta. Invece era un uomo alle prese col suo primo vero amore.

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora