"Sappi che sceglierei te. Sceglierei te mille volte. Che fosse per me, sarai già lì ad abbracciarti per tutta la notte. O tutta la vita."
(Charles Bukowski)
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Ai suoi occhi Natalia era come la "Grande Madre", la dea che aveva preso possesso della Terra e le si sedeva in grembo. Il contenitore in cui si formava la vita e che aveva generato qualcosa di vivente. Lei era la sua Dea della fertilità, della gravidanza e della nascita, da venerare. Lei che continuava a dare sostentamento ai frutti del suo ventre, ora non più gonfio, attraverso le sue mammelle ingigantite, dai capezzoli turgidi, dove spesso si attaccavano due piccole bocche. Era anche la sua Signora del Tempo, poiché responsabile del nutrimento e della crescita. La sua donna, custode del fuoco del suo amore, padrona del suo cuore e del suo letto. Lentamente stava riacquistando le forze. Riusciva a muoversi senza sentire più i punti tirare. Le sue gambe erano di nuovo stabili e riusciva a recuperare il sonno perso. Fra poco meno di una settimana avrebbe dovuto incontrare il suo ginecologo per l'ultimo controllo. Dopo una mattinata estenuante a tirarsi il latte, cambiare pannolini e a nutrire i gemelli, Natalia, approfittando del loro sonno, si era comodamente seduta sul divano, aspettando che arrivassero sua madre e zia Clotilde. Voleva fare una doccia tranquilla, sicura che ci fosse qualcuno pronto ad accorrere, se i bambini si fossero svegliati. Non appena arrivarono e andarono nella cameretta dei piccolini, si fiondò sotto il getto dell'acqua e si gustò tranquilla quel momento rilassante. Notò che la sua ferita era completamente asciutta e rimarginata e che non aveva più le perdite ematiche del dopo parto. Si sentì incoraggiata e più serena al pensiero che tutto stesse tornando alla normalità. Indossò un paio di pantaloni larghi di una tuta con una felpa a maniche lunghe che le ricadeva fino alle ginocchia. Si era appena sistemata quando qualcuno oltrepassò la porta d'ingresso. Can era vestito con un pantalone color kaki e una camicia nera che lo rendevano ancora più affascinante di quello che normalmente era. Gli andò incontro e si spostò su un lato, per dargli possibilità di camminarle a fianco fino al soggiorno. Il suo volto si avvicinò a lei e la baciò sulla fronte. -"Non ti aspettavo così presto, kral. Pensavo dovessi tornare dopo", disse Natalia senza riuscire a nascondere il suo entusiasmo. Si avvicinò a lei con un lungo passo e la strinse a sé, inebriandosi della sensazione di quel corpo caldo premuto contro il suo. -" Kral, ask, ancora non si può. Devi lasciarmi andare", mormorò lei. Can la strinse ancora di più. -"Non posso. Non riesco. Mandami ancora via, Nat. Altrimenti non risponderò delle mie azioni. Lo so che non si può, ma sto facendo fatica a trattenermi, perché io so che ci apparteniamo. Che la mia anima è la tua. E la tua, la mia." Quell'allontanamento forzato da lei sapeva di desolazione e solitudine. Natalia fece un passo indietro e lo guardò per un lungo istante. Gli occhi di suo marito erano pieni di tormento, ma bruciavano di passione. Il riflesso perfetto dei suoi. E fu in quel momento che prese la sua decisione. Gli strinse la mano portandolo nella loro camera. Richiuse la porta dietro di sé e si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo. Lui allungò il braccio avvolgendole la vita e stringendosela. Gli sarebbero bastati baci, carezze e abbracci. Respirare il suo odore. Un'altra settimana di pazienza. Per lei, per loro. Lei era una donna da venerare come una divinità e non la protagonista dei suoi sogni erotici. Lei era tutto. Un pacchetto completo che possedeva e dal quale gli era impossibile stare lontano.
CAN:
Non riesco a togliermi dalla mente quando non sorrise più. Le apparve sul viso un'espressione talmente sconvolta, che lasciai il telefono aperto e corsi verso di lei. -" Cosa c'è ask?". Ero terrorizzato, ma non volevo farglielo capire. La feci sedere in macchina e volammo verso l'ospedale. -"Ho paura..." mi mormorò . Non l'avevano nemmeno sedata e non le avevano dato nulla per alleviarle i dolori. E lei era preoccupata per noi, per i nostri piccoli che stavano venendo al mondo. -"Ho paura, kral!". Il mio cuore piangeva e i miei occhi bruciavano per trattenere le lacrime.. "Amore mio infinito. Grazie per i nostri meravigliosi figli. Li hai cresciuti nel tuo corpo anche se per metà appartengono a me. Il tuo impegno mentale e fisico è stato straordinario. Hai affrontato nove ore di travaglio, travaglio che è una parola che non rende neppure l'idea dell'atrocità del dolore e della sofferenza. Sei stata grande, anima mia. Perdonami per essere stato io la causa di tutte queste sofferenze. Sei stata una guerriera, che ha vinto non una sola battaglia, ma la guerra del parto e hai riportato, per me e per te la più grande delle vittorie, i nostri figli. E non c'è niente al mondo più grande di te. Ti aspetto, come il sole mentre cammino sotto una violenta pioggia. Ti giuro che l'attesa aumenta il desiderio e non c'è niente al mondo che amo e voglio di più che di stringerti forte a me. Tu, piccola grande madre, mia Dea madre. Mia quiete dopo ogni tempesta, porto sicuro della mia anima sbattuta dalle correnti, come barca alla deriva. Tu sei la mia casa."
NATALIA:
I suoi occhi luccicavano in maniera sospetta. Lui era tenero e premuroso, mi rassicurava. Lo vedevo soffrire e cercare di non farmelo capire. Come sempre mi stava proteggendo. Amore mio, mio kral.... Quei dolori squarciavano anche l'anima. Ero esausta. Non mi ha mai lasciato la mano. Sentii finalmente la puntura di un'iniezione e poi percepii che mi stavano praticando un'incisione. Io guardavo solo lui. Mi baciava. Era emozionatissimo, quando tagliò ambedue i cordoni. Poi lasciò la mia mano, solo per andare a vedere i nostri figli. Di colpo non sentii più nulla. Mi risvegliai e lui era con me, si stese accanto a me e mi ringraziò. " Amore mio, io ringrazio te per esserci sempre stato. Per l'amore e il sostegno che ogni giorno mi dai. Per farmi sentire viva e desiderata, anche in questi momenti. Per avermi dato la gioia di essere madre. La madre dei tuoi figli. Non me l'hai chiesto, ma ho voluto chiamarli come i tuoi genitori. Ringrazio Dio per averti nella mia mia vita. Non c'è niente al mondo che farei io senza te. Perché io non ti cambierei per niente al mondo... Aspettiamoci, come i lidi aspettano l'estate. Aspetto te che porti il sole, il mio sole nelle giornate più buie. La mia ancora di salvezza. Con te accanto sento che riuscirò ad accudirli. Grazie, per aver incrociato il mio cammino, grazie, di esistere per me, per noi ."
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...