"La comunicazione, l'onestà, il dirsi tutto, è ciò che rende forte una coppia. Non esiste l'individuo nell'amore, soltanto il "noi"... nella vita sentimentale il raziocinio passa in secondo ordine. Talvolta quelle pause, sono il segno della nostra inquietudine!
(LA PASIONARIA)
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Il suo silenzio era difficile da sopportare, ma dopo qualche secondo aveva sentito la sua voce, che diceva quel che voleva sentirsi dire. Qualcosa che capiva e che poteva risolvere. -"Ho paura." Si sentì sollevato, perché aveva bisogno di lui. Che fosse disponibile a farlo, di nuovo, avvicinare a lei: -"Tesoro, non permetterò che qualcuno o qualcosa possano ferirti" -"Io... Ho letto nel tuo messaggio che potevo chiamarti, se qualcuno mi dava fastidio." Il sollievo era sparito in un istante. -"Adesso basta Nat! Dove ti trovi in questo momento? Vengo a prenderti!" Sarebbe strisciato attraverso il maledetto telefono, se solo le leggi della fisica gliel'avessero permesso. Doveva raggiungerla, non c'era altro per lui. Fine. Doveva averla vicina, in carne e ossa, per poterla toccare. Natalia gli mandò la posizione. -" Bene, cerco un posto per la macchina. Ti troverò." pensò a voce alta. Il cuore gli batteva forte, mentre parcheggiava e si dirigeva verso il luogo stabilito. Si chiedeva -"Come andrà? Mi resisterà?" Non voleva mettere il dito nella piaga, ma non avrebbe neppure permesso a questa terribile situazione di andare avanti, fosse solo per un altro giorno. Doveva finire. Immediatamente. Qualsiasi cosa occorresse per risolverla, doveva essere messa in atto subito. Il sole stava appena iniziando a tramontare quando la vide. I pantaloncini da corsa le aderivano come una seconda pelle. Gli dava le spalle, mentre si sporgeva per osservare il fiume, il vento le spostava i capelli da un lato, una delle sue gambe era piegata e si appoggiava alla ringhiera, mentre una mano poggiava sul suo ginocchio. Can rallentò solo per inebriarsi di quell'immagine. Finalmente la poteva guardare, dopo quei giorni di digiuno. Era proprio di fronte a lui. Aveva bisogno di toccarla. Le sue mani bramavano di stringerla. Ma gli sembrava diversa...era dimagrita. Più si avvicinava e più lo notava. Ma non aveva mangiato ? Doveva aver perso forse tre chili. Si fermò ad osservarla, preso dalla rabbia e dalla preoccupazione e capì che questo dispiacere, per lei, doveva essere stato molto più grande di quanto non avesse immaginato. Natalia si era voltata e l'aveva visto. Sapeva che sarebbe guarita, ma non per questo avrebbe sofferto meno. Si erano guardati negli occhi e una connessione potente si era accesa fra loro, attraversando la brezza. Stava ancora aspettando di sentire da lei quelle stesse tre parole: io ti amo. Aveva invece pronunciato il suo nome. Aveva letto le sue labbra. Non poteva sentire la sua voce, per via del vento, ma vide che aveva detto il suo nome. Sembrava sollevata quanto lo era lui nel vederla tutta intera e solo a pochi passi di distanza. Bellissima ai suoi occhi, come lo era sempre stata e come sempre sarebbe stata. Ma a quel punto si fermò. Se Natalia lo voleva doveva fare un passo nella sua direzione, e mostrargli quel che provava. Lo avrebbe distrutto se non l'avesse fatto, ma era giusto che ognuno seguisse il proprio cuore. Lui lo aveva fatto. Ora toccava a lei. Si era allontanata dalla ringhiera e Can sentì che il cuore gli batteva all'impazzata, quando si fermò. Sembrava stesse aspettando un suo gesto, o che andasse a prenderla. 'No, tesoro.' Non aveva sorriso, e non l'aveva fatto neppure lei, ma c'era stata una connessione fra loro. Aveva allungato la mano, continuando a fissarla negli occhi, ma non si era mosso di un passo. E poi vide il cambiamento improvviso, uno scintillio nel suo sguardo. Aveva capito cosa voleva da lei. E ancora una volta si ricordò quanto fossero compatibili, a livello emozionale ed essenziale. Natalia lo comprendeva e già questo rendeva la sua fame più vigorosa. Iniziò a camminare lentamente, sollevando il braccio, sempre più vicina, fino a quando le loro dita non si sfiorarono, e la mano piccola e perfettamente disegnata di lei, non toccò quella di lui, ben più grande. Le afferrò il polso, con una stretta ferma, e l'attirò a sé. Contro il suo petto, corpo a corpo. L'abbracciò e seppellì il volto nei suoi capelli. Il profumo che conosceva e desiderava gli entrava nelle narici e nella testa. Era di nuovo sua. La sua Nat era di nuovo sua. La allontanò e le prese il volto fra le mani. La tenne così per qualche istante, per poterla guardare. Non aveva mai distolto lo sguardo. La sua donna era coraggiosa. La vita poteva essere dura, ma lei resisteva e non arretrava. Le guardò le labbra e lei sapeva che l'avrebbe baciata, che l'avesse voluto o no. Sperava che lo desiderasse anche lei. La sua bocca era morbida e dolce come sempre. Forse di più, perché gli era mancata. Gli sembrava di stare in paradiso, con le labbra sulle sue. Si era perso e aveva dimenticato che si trovavano in pubblico. Si era perso nella sua Nat, nell'istante in cui gli aveva risposto. Aveva risposto al suo bacio ed era stato così meraviglioso sentire il suo gusto che aveva iniziato a gemere contro la sua bocca. Sapeva cosa voleva fare. E le sue necessità erano poche: privacy. Natalia stretta a lui. Se solo le cose fossero state così semplici. Si ricordò che si trovavano nel mezzo della folla su una delle strade più trafficate di New York e, sfortunatamente, non c'era possibilità di stare soli. Smise di baciarla e le accarezzò il labbro superiore con il pollice. -"Adesso vieni via con me. Subito." Lei annuì nelle sue mani e la baciò ancora una volta. Un altro bacio per ringraziarla. Non avevano parlato, mentre raggiungevamo l'automobile. Ma si erano tenuti per mano. Non l'avrebbe lasciata andare fino al momento in cui non fosse salita sulla vettura. Quando si sedette nel posto del passeggero e le portiere erano state chiuse, si girò e la guardò meglio. Sembrava deperita e affamata e lui si infuriò e partì subito. -" Dove mi porti?" chiese - "Prima di tutto a farti mangiare. Dopo che avrai mangiato, compreremo un nuovo telefono con un altro numero. A me lascerai quello vecchio, così che io possa controllare chiunque cerchi di contattarti. Va bene? Poi ti porterò con me..." Si era voltata a fissarlo, furiosa, e un cenno di fuoco rosso scintillava nei suoi occhi, facendoli sembrare molto più neri. Voleva scuoterla, farle capire che questa storia della rottura fra loro ormai apparteneva al passato. Aveva acceso l'auto. -"Cosa vuoi da me, Can?" -"È facile", e gli uscì dalle labbra un verso indecifrabile. -" Voglio tornare a dieci giorni fa. Voglio che mi guardi con una qualsiasi espressione che non sia quella che avevi quando mi hai lasciato!" Appoggiò la fronte al volante e respirò a fondo. -"Okay... Can." La sua voce tremava, sembrava sconfitta. -"Okay... Can?" le fece il verso. -"Cosa significa? Okay, verrò con te? Okay, a me e te insieme? Okay, ti permetterò di proteggermi? Cosa? Mi serve qualcosa di più da te, Nat." Aveva parlato al parabrezza, perché aveva paura di guardarla. Cosa sarebbe successo se non le avesse fatto capire...Si era allungata verso di lui e -"Can, io... io ho bisogno... ho bisogno della verità da te. Ho bisogno di sapere cosa sta accadendo intorno a me..." Subito le prese la mano. -" Lo so, ask. Ho sbagliato a non dirti tutto..." Lei scosse la testa -"No, tu non lo sai. Lasciami finire... Onestà e schiettezza sono due delle cose che amo di te. Hai sempre dichiarato quel che volevi, cosa intendevi fare, come ti sentivi. Eri sincero con me e questo mi faceva sentire al sicuro." Ha inclinato la testa e poi l'ha scossa. -"Non puoi capire quanto avessi bisogno di questo da te. Non mi faceva temere l'ignoto, sapevo sempre ciò che volevi ci fosse tra noi. E questo, per me, funzionava. Questo mi ha fatto fidare di te incondizionatamente, ma tu hai rovinato tutto non dicendomi la verità. Ma... ora ho parlato con Asli e mi ha detto cose che non sapevo. Ho capito che non era tutta colpa tua. Ti ha messo in una posizione che non volevi... e ho cercato di vedere la questione dal tuo punto di vista.... E il tuo messaggio mi ha aiutato a capire. -"Quindi mi perdoni e possiamo metterci tutto questo alle spalle?" disse speranzoso, ma non completamente certo di quale sarebbe stata la sua risposta. -"Dimmelo subito, almeno posso sapere cosa mi aspetta. Solo in questo modo posso farcela. Perché vedi, non andrò da nessuna parte, Nat. Sei legata a me ed è meglio se lo accetti", continuò. La baciò sulle labbra. Lei fece un mezzo sorriso, mentre lui invertiva la marcia con l'auto. -"Mi sei mancato tanto, Can." -"Non puoi immaginare quanto sei mancata a me." Le sfiorò di nuovo il volto. Non poteva farne a meno. Poterla toccare significava che era davvero con lui. Sentire la sua pelle e il calore del suo corpo gli confermava che non stava sognando. L'aveva capito dopo averlo lasciato dietro le porte dell'ascensore che si erano chiuse tra loro. E grazie ad Asli che le aveva chiarito molti dubbi. Il suo kral le aveva sempre dato pace e sicurezza, l'aveva fatta sentire viva come nessun altro prima, da quando era diventata adulta. Certo, dipendeva da come tutto veniva fatto e ora credeva di capirlo di più. Lui era esigente e la controllava, non perché volesse dominarla, era così, come lei, perché sapeva che ne aveva bisogno. Can stava cercando di darle ciò che serviva perché tra loro continuasse a funzionare. Così, se quei giorni senza di lui erano stati un'agonia, la solitudine era stata fondamentale per lei. Aveva finalmente visto la realtà. La loro passione era divampata ancora di più, ed entrambi si erano scottati per via di quella fiamma che bruciava senza tregua, anche quando non erano insieme. -"Prima pensiamo a nutrirti. Con qualcosa di sostanzioso, e io ti guarderò e mi godrò ogni secondo della tua bellissima bocca mentre mangi. Di cosa hai voglia in questo momento? Pizza?" Natalia annuì. -"E che pizza sia, allora." Doveva lasciarle la mano per guidare, ma poteva appena sopportarlo. La sua donna era seduta accanto a lui. Poteva sentirne il profumo, vederla e persino sfiorarla, se si allungava un po', era così vicina.... E per la prima volta, dopo giorni, il dolore al petto era sparito. Trovarono un tavolo d'angolo, subito portarono una bottiglia divino rosso e una pizza gigante con salsiccia e funghi da dividere. Aveva cercato di non metterla a disagio fissandola troppo, ma gli riusciva difficile, i suoi occhi avevano fame di lei. Era insaziabile. -" Voglio stare solo con te, Nat, ask. Tutto il resto non ha importanza. Non fuggire da me, baby. Se hai bisogno di una pausa, va bene. Lo rispetterò e ti darò spazio. Ma devo poterti raggiungere e vederti, devo sapere che non te ne andrai... e che non mi chiuderai fuori dalla tua vita. Questo è ciò di cui ho bisogno, tesoro. Puoi farlo per me? Pensaci, rifletti, perché, sai, io ci ho tanto pensato e so che non rinuncerò mai a te, a noi." le sussurrò. Le accarezzò le labbra col pollice. Quando uscirono dalla pizzeria Natalia gli chiese di fermarsi al suo hotel, così avrebbe potuto prendere le sue cose. Salì con lei e aspettò che preparasse il suo bagaglio. Le ricordò di prendere tutto. Perché ciò che voleva era che rimanesse con lui, per sempre. E che riprendesse a chiamarlo KRAL.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...