Parte 46 ORA DIMMI.......

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"Per me la più grande bellezza sta sempre nella massima chiarezza."
(Gotthold Ephraim Lessing)


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Entrarono a casa, dopo aver attraversato un prato, camminando su una stradina di lastroni di pietra che si divideva in due e raggiungeva da un lato l'abitazione e dall'altro una grande piscina. Finestre a tutta altezza si affacciavano sulla città su due lati. Le camere spaziose e con bagni attigui, con luminose vetrate, coperte da tende oscuranti, erano staccate dalla zona giorno. La grande cucina, con una penisola al centro, sembrava di quelle professionali ed era attrezzata nei più piccoli particolari. Il salone era ampio con un lungo tavolo disposto davanti ad una parete attrezzata, sul lato senza aperture. C'erano tre diverse zone in cui sedersi, ognuna con un divano a tre posti dai colori diversi a contrasto dalle pareti. Lui si tolse la giacca e l'appese all'appendiabiti cromato. Poi tornò dov'era rimasta lei, poco oltre la soglia. Natalia non era mai stata gelosa della sua vita passata, nonostante il sentimento unico che li legava. Fatto sta che piano piano, con la convinzione che il suo aspetto fosse cambiato a causa della gravidanza, cominciò a sentirsi "meno" per lui. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era caduta durante la sfilata. Gli occhi di quella donna, bramosi di lui, non riusciva a cancellarli dalla sua mente. Il  senso di inadeguatezza costante e a tratti schiacciante già le lacerava l'anima, avendo sempre l'immagine di lui con quella o con quell'altra, anche quando era in intimità con lei. Si sentiva brutta, goffa e insoddisfacente. Nonostante Can fosse sempre attratto e le manifestasse costantemente il suo desiderio, si era convinta di non piacergli più. Un niente se messa a confronto alle tante altre.  Forse aveva sbagliato a considerarlo come un uomo diverso. Uno di quelli che crede fermamente nell'amore e nella sua versione più pura? O semplicemente sbagliava lei, che considerava l'approccio fisico anche mentale? Se non avesse vissuto un determinato e intenso sentimento, non sarebbe mai riuscita a provare attrazione. Non era solo una cosa intima, ma esclusiva. E mai più avrebbe trovato nella vita un'altra persona in grado di farla sentire innamorata come lo era adesso. Questo lo sapeva, ma la gelosia  aveva sempre la meglio sulla ragione e le scatenava contraddizioni e confusioni mentali continue. Si ritrovò a voler controllare il suo telefono quando gli arrivava un messaggio, a domandarsi chi c'era dall'altra parte quando lo vedeva parlare al cellulare, a reagire male ad una sua uscita con qualcuno. Se ne vergognò e si rese conto che non era per niente piacevole. Non aveva motivo di pensarlo, non aveva mai fatto nulla che potesse portarla a questo e l'aveva sempre rispettata, collocandola al di sopra di tutto. Ma nonostante ciò il tarlo nella sua testa c'era. Quella donna era riuscita nel suo intento, destabilizzarla. Una rapida serie di immagini le attraversò la mente, mostrandole centinaia di modi in cui l'avrebbe baciata, accarezzata, coccolata. Scosse la testa per scacciarle, ma non ci riuscì. Avvertiva un dolore al petto, proprio fisico. Lo chiamò per parlargliene. Gli fece notare il malessere che stava vivendo per la sua gelosia retroattiva e lui, come sempre, la  ascoltò e la consolò. La rassicurò che non era cambiato nulla, la strinse tra le sue braccia e la baciò, con tutto il suo amore, prima di cominciare a raccontarle della sua storia con Orzu. L'ombra di un sorriso gli aleggiò sulle labbra e, incredibilmente, lo rese ancora più bello. -"Dio mio...Can, mio kral dimmi....Fa che possa trovare pace. Quella me l'ha tolta. Vuole te. Ed io non sopravvivrei, lo sai." -" Nat, baby, ask, Orzu è stata la mia ragazza per sei mesi. Aveva molti problemi, tra cui disturbi alimentari. Ho cercato di aiutarla in tutti i modi, ma non era sincera. Fingeva con me, non parlava mai con verità. Poi ho scoperto che si incontrava con un tizio con cui faceva uso di stupefacenti, a mia insaputa. Cercò di giustificarsi negando e raccontandomi altre bugie. Una così con me non poteva stare. L'ho lasciata e le ho detto che non l'avrei più voluta rivedere. Questo è successo quattro anni fa. Certo ho avuto molte ragazze, magari bellissime, mi piacevano, ma non le amavo. L'unica con cui ho scoperto il vero amore sei stata tu. Questo lo sai. Io sono innamorato follemente di te! Perché? Perché non c'è storia! Tu sei unica e speciale, come te non c'è nessuna! Tu sei me. Tutte le donne del passato sono state solo semplici ombre, mentre tu sei il mio sole....Colei che mi dà vita. Nessuno può scalfire il mio amore per te e nessuno osi pensare di poterlo fare, non lo permetterò. Tu sei al di sopra di tutto e, dalla tua posizione, puoi guardarle tutte dall'alto. Per me ci sei tu soltanto. E togliti dalla testa di non piacermi, perché sei la più bella per me, la tua bellezza adesso la vedo ancora più prorompente e speciale. Ti amo e ti desidero ogni istante del giorno e della notte." L'abbracciò, una lunga scia di lucidi baci sul suo volto trovò la fine sulla bocca. Quel bacio lungo e profondo le trasmise tutta la passione e il trasporto di Can. La rassicurò.  E continuò: -"Se la dovessi incontrare ancora, sorridi... non abbassare lo guardo. O ignorala! Sei solo tu la mia regina! Tutto di me ti appartiene." Amava così intensamente Natalia, che un futuro privo di lei gli era inimmaginabile.  Andarono a letto che era molto tardi. Attraverso le finestre ad arco si vedeva la morbida luce dell'alba che illuminava il cielo di Istanbul. La tensione e la stanchezza li avevano travolti, tanto che dormirono fino all'ora di pranzo. Decisero di non muoversi da lì per qualche giorno e fecero molti progetti di modifiche per mettere in sicurezza la villa, in previsione di stabilirvisi, prima della nascita del bambino. La piscina doveva essere recintata, creare uno spazio esterno per i giochi, adattare ed arredare una delle camere per il piccolino, creare una piccola nursery in un angolo per il bagnetto e il cambio....Gli spazi di Bebek non sarebbero stati sufficienti.                                                                                                                                                                                  I lampi nel cielo furono seguiti da un tuono che sembrava provenire direttamente dall'inferno. E poi cominciò a piovere, una pioggia così forte e insistente da coprire persino lo scampanellio della porta di ingresso. Can aprì e si trovò di fronte Asli che era appena arrivata a portare dei vestiti e delle scarpe per Natalia. Nella villa lei non c'era mai stata prima e lì non c'era nulla di suo. Quando si tolse il prezioso abito che aveva indossato alla sfilata, si infilò una felpa di suo marito e un paio di bermuda e così era rimasta. Lui aveva informato la sua personal stylist della situazione che si era venuta a creare con i giornalisti e della conseguente loro fuga verso la proprietà Yaman. L'amica, dal canto suo gli raccontò dell'episodio sgradevole con Orzu e del suo subdolo tentativo di mettere in difficoltà Natalia. Can ora ebbe tutto più chiaro. Salutò Asli e la ringraziò. Chiamò subito sua moglie e le disse di prepararsi, porgendole i capi appena arrivati e la portò con sé sul set. La donna che, splendida, era seduta davanti a lui era mille miglia lontano da quella sconvolta con cui aveva parlato qualche ora prima. - "Tutti, qui dentro, pensano che tu sia meravigliosa, Nat."le disse prendendole la mano. -"E tu, invece?" lo provocò lei. -"Sono perfettamente d'accordo con loro", replicò Can, il tono leggermente malfermo. -"Be', grazie, kral" mormorò lei, scattando istantaneamente in piedi. Lo seguì verso il suo camerino. -"Qual è la seconda cosa che dovevi dirmi?"chiese. Lui le prese con delicatezza una mano, appoggiandovi le labbra. - "Un bacio." -"Kral... non dobbiamo... " provò a protestare Natalia, cercando di divincolarsi da quella presa salda. -"Non dobbiamo cosa?" mormorò lui, chinando il capo e cominciando a tracciarle con la punta della lingua la linea sottile del collo. -"Lo sai benissimo!" Tentò di sgusciare fuori dalle sue braccia, ma proprio in quel momento Can l'attirò a sé, e lei si ritrovò schiacciata contro il suo fisico prestante e muscoloso. -"Mmm, so tutto, è vero" scherzò lui, impadronendosi delle sue labbra. -"La situazione ci sfuggirà di mano, kral", tentò di argomentare. -"È proprio ciò che voglio" rispose l in un soffio. -"Guarda che, se continui, non riuscirò a resistere." Il tono di lei era quasi supplichevole. -"E allora lasciati andare, baby." Per un istante ancora Natalia continuò una lotta debole, perché anche lei lo desiderava con la stessa intensità. Fecero l'amore in modo veloce e selvaggio lì, nel camerino di Can. -"Chiudi a chiave la porta!" gemette lei. -"Già fatto" sussurrò lui, eccitato.                                                                                         -"Oh, cielo!" sospirò lei quando ebbero finito, fra le sue braccia. -"È stato come essere in paradiso." Can la guardò. Aveva gli occhi socchiusi, un'espressione di soddisfatta beatitudine sul viso. In quel momento comprese che era tutto tornato a posto, tutto come prima. Aveva messo fine ai fantasmi del suo passato che avevano attentato alla loro serenità. Ne avevano avuto bisogno entrambi! -"Ricomponiti, Nat, ask," le ingiunse, staccandosi da lei e sistemandosi la camicia nei pantaloni. -"Dobbiamo uscire da qui, baby." Natalia spalancò gli occhi, perplessa.      -"Per andare dove, scusa?" lui rise e le rispose -" Io sul set, tu con me. Sei tu la scintilla di cui ho bisogno. Tu mi fai sentire vivo, amore mio, più vivo di quanto non avrei mai creduto possibile."   Natalia lo fissò. In cuor suo sapeva che non le avrebbe mai detto delle parole simili, se non fossero state vere. Lui le accarezzò la guancia con la punta delle dita, un gesto di affetto, dolce e molto intimo. Aveva sviluppato una dipendenza da quelle carezze. Appoggiò la guancia contro il palmo della sua mano. 

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora