Parte 39 UNA PERFETTA ORGANIZZAZIONE

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"Se non ricordi che Amore t'abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato."

( LA PASIONARIA)

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Can lesse i cartelloni fuori dall'area dove si sarebbe svolto il sensazionale evento. La scritta STUDIO LEGALE YAMAN&CO, troneggiava dappertutto. Il nome di Natalia, sotto "ORGANIZZAZIONE E CURA DI", era scritto in una calligrafia elaborata e le luci bianche, appese all'esterno, catturavano l'attenzione dei passanti. Lui trasse un profondo sospiro e si augurò di trovare la forza per arrivare indenne in fondo alla serata. Ricevere l'invito a quella sua prima organizzazione fu, per lui, sorprendente e ironico. In un primo momento era stato sopraffatto dall'orgoglio, poi dalla malinconia. La sua bella e  talentuosa moglie finalmente riconosceva il proprio valore e lui non le era stato accanto per festeggiare. Ma non poteva negare il bisogno di vederla ancora una volta in tutto il suo splendore, di assorbire con gli occhi il suo lavoro, e intanto di ricordare il loro incontro d'amore. Dio, che nostalgia. Spinse il cancello, esibì il suo pass ed entrò. L'area  era grande e luminosa, suddivisa in quadranti. Dei camerieri in giacca bianca distribuivano calici di champagne, vino bianco e stuzzichini. Gli invitati all'evento chiacchieravano in piccoli gruppi, soffermandosi davanti ai cani pronti a sfilare. Lo sguardo di Can andò subito al posto giusto, come se avesse annusato la sua presenza. Natalia stava ridendo alla battuta di un uomo. Il suo abito nero scintillava sotto le luci. I riccioli scuri erano raccolti, ma lui sapeva che sarebbe bastato togliere qualche forcina per farli ricadere morbidi sulle sue spalle. Gli occhi le rilucevano di una gioia interiore e di una sicurezza che lui non le aveva mai visto prima. Sì. Era felice anche senza di lui. Mandò giù il nodo alla gola e si avvicinò al primo poster. Erano immagini straordinarie e lui si rese conto che il talento di sua moglie era acceso da una passione e da una profondità che potevano sconvolgere l'intero mondo delle scelte di fotografie che ritraevano sofferenze e felicità nelle pose di quegli animali. Qualcuno tentò di attaccare discorso con lui. I camerieri gli si fermavano accanto chiedendogli se gradiva qualcosa. Can non rispose a nessuno. Si stava imbevendo di quella sensazione di avere appena scoperto una parte segreta dell'anima di Natalia che lei gli aveva tenuto nascosta, ma che adesso si era rivelata in tutta la sua gloria. Burak e Nazli lo avevano informato che aveva fatto tutto da sola, curando ogni particolare, senza tralasciare nessun dettaglio. Quanto ne era innamorato! Era arrivato presto per essere sicuro di evitare la calca. Un piano ridicolo e tutto maschile il suo. Intrufolarsi, dare un'occhiata, torturarsi un po' e sgattaiolare fuori. Poi tornare a casa e sbronzarsi. -"Can?" La sua voce.  Lui strinse i denti e si voltò. Natalia gli sorrise con calore e lo spiazzò. Fu come un sole improvviso e lui ebbe paura di scottarsi. Fu pervaso da un bisogno primitivo e doverlo trattenere gli diede quasi le convulsioni, ma riuscì a sorriderle anche lui, in qualche modo. -"Ciao, Nat." rispose- "Sei venuto."riprese lei.-  Lui alzò una spalla. -"Dovevo vedere." - disse. Perché lei lo fissava con tutta quell'intensità? Per torturarlo?  -"Sono contenta. Che ne pensi?" chiese. Lui faticò a tirare fuori la voce. -"E'... è tutto...", disse, allargando le braccia per accennare a quanto era stata capace di organizzare. Natalia sbatté le palpebre, come per ricacciare indietro le lacrime e lui si sentì sanguinare il cuore. Alla fine di quella conversazione pensava che sarebbe morto. -"Vieni di qua, è lì dietro, separato dagli altri." lo invitò -"Non posso, Nat. Devo andare."-  disse. - "No! Ti prego, Can. Lo devi assolutamente vedere." insistette lei. Era questo l'amore? Un dolore lancinante che ti trascinava sott'acqua come una marea improvvisa, e non ti lasciava più tornare in superficie? Inghiottì la seconda protesta. -"Okay."e la seguì in fondo alla sala, dove c'erano dei gradini e una zona rialzata, illuminata da un faretto. Il poster pendeva dal soffitto in splendido isolamento. Can alzò la testa e lo guardò. Era lui. Il titolo era tracciato nella parte alta, come sulla copertina di un libro CAN.  A petto nudo. A piedi nudi. I jeans bassi sui fianchi. I lineamenti un po' appannati e in ombra, fissava negli occhi il suo cane. Il suo viso era un miscuglio di emozioni e gli occhi tempestosi emanavano qualcosa. Lo toccarono nel profondo. C'era tutto, in quello sguardo. Vulnerabilità. Determinazione. Un pizzico di arroganza. Bisogno. E la capacità di amare. Il cuore stretto in una morsa, si voltò di scatto. Natalia gli era davanti, gli occhi scuri pieni di adorazione, amore e una forza che lui non le conosceva. -"Ti amo, Can Yaman. Ti ho sempre amato, ma prima di poterti dare quello che mi chiedevi, avevo bisogno di amare anche me stessa. Io non lo so, forse è troppo tardi, ma ti prometto che, se mi darai un'altra possibilità, ti starò al fianco e sarò la donna che meriti. Perché io sono quella donna. L'altra metà della tua anima. La domanda non è mai stata se io fossi tornata da te. La domanda è, tornerai tu da me?"-  La gioia gli corse nelle vene come un fiotto di adrenalina. Fece una mezza risata e la prese tra le braccia. -"Io non me ne sono mai andato, amore mio!"-  La baciò subito, in bocca, con tenerezza, come per sigillare finalmente la promessa che si erano scambiati mesi prima a New York.  Lei si staccò, poi baciò Can  sulle labbra e si allontanò, per tornare poco dopo con uno sguardo attonito. -" Hanno acquistato tutti i biglietti d'ingresso e della lotteria. Hanno fatto moltissime donazioni e hanno fatto rilanci continui per acquistare i poster. Quello con te, è stato pagato una cifra altissima. Molti altri hanno fatto formale richiesta per l'adozione di parecchi cagnolini. Non è magnifico?"- Can sorrise. -"Non mi sorprende. Il tuo lavoro mi ha spiazzato. Ma ci conviene metterci subito all'opera. Dovrai organizzare moltissimi altri eventi."- Lei rise e gli affondò le dita nei capelli.  Guardò con orgoglio la donna che amava. Sua moglie. La sua metà. Sua per sempre. Conclusero la serata insieme, baciandosi di sguardi e mangiandosi con gli occhi. Tutto si svolse come previsto e, molta più gente apprezzò l'impegno e la serietà dello studio legale Yaman&CO.          -"E ora che ne dici se andiamo a casa?"-  chiese Can.                                                                                               Natalia si svegliò tra le braccia di suo marito che l'aveva amata fino allo sfinimento. Dio quanto le era mancato.  Lei sollevò la testa dal cuscino, poi la lasciò ricadere. Era spossata, ma felice come non mai. Lui la baciò per l'infinitesima volta. Sorrise e si alzò. Lei sentì i suoi passi che andavano fino alla cabina armadio e ritornare. Il suo odore le fluttuò fino alle narici, facendola stiracchiare vogliosa. Suo marito la stava trasformando in una donna piena di autostima a trecentosessanta gradi e lei ne era entusiasta.  -"Ho un regalo per te, ask." disse. Questo la fece scattare a sedere. La ragazzina in lei si sciolse al pensiero che le avesse comprato qualcosa. -"Davvero?"- disse.  -"Sì. L'ho tenuto da parte. Speravo che un giorno saresti tornata e avrei potuto dartelo."-  La scatola, rettangolare, era avvolta in una carta rosso fuoco. Lei si morse il labbro tutta felice, cercando di capire cosa mai potesse contenere. -"Cos'è?" chiese.  - "Aprila." le rispose. Strappò la carta come una bambina il giorno di Natale che scarta il suo dono e sollevò il coperchio. Rimase senza parole. Su un cuscinetto rosso erano poggiate due vere nuziali. Le loro. Lo guardò con sguardo interrogativo e si sentì rispondere.   -" Prego, signora Yaman, dammi il tuo anulare sinistro."-  Le infilò quell'anello che troppo aveva già atteso per essere indossato. Natalia prese l'altro e lo mise al dito di Can. Non si sarebbero più nascosti. Chi voleva capire, avrebbe capito. -"Domani ti porterò da mia madre e andremo a dare la notizia a mio padre. Fra un paio di settimane andremo anche da tua madre, in Italia." disse lui. -" Va bene, kral. Ma dobbiamo andare anche da tua nonna." rispose Natalia, con un mezzo sorriso.




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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora