"Il momento che segue l'errore è cruciale. Puoi continuare a difendere quello che eri. O capire chi sei."
(Fabrizio Caramagna)
"Bisogna fare attenzione al delicato confine tra la soluzione temporanea e l'errore permanente."
(Carlosbelge)
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Natalia conosceva Can meglio di se stessa. Sapeva com'era fatto e quanta tenacia ci metteva in tutto ciò che faceva, fino ad arrivare all'obiettivo prefissato. A costo di immani sacrifici, era in grado di raggiungere i risultati desiderati. Anche giocando sulla sua indiscutibile bellezza, ma sempre con simpatica autoironia. Dolce, in fondo timido, ma sensuale e intelligente, era in grado di raggiungere tutti i suoi traguardi. Lui era unico in molte cose e, quell'essere così unico e speciale lo faceva finire spesso nel mirino di chi non lo capiva o di chi ne era invidioso. Innegabilmente era un uomo di successo, pur rimanendo sempre una persona semplice, pulita e incapace di pensieri torbidi e meschini. Era desiderato da milioni di donne e ormai lo sapeva, come quel figlio che non avevano avuto, o come l'amico sincero e comprensivo, o come l'uomo della loro vita. Guardato con stizza dagli uomini per non essere come lui, Can cercava di non creare un limite drastico tra l'essere e l'apparire, cercava in tutti i modi di mostrare quello che era. Ed anche per questo era sempre il bersaglio di quella stampa gossippara, che cercava di trovare scheletri nell'armadio e, quando non ne trovava li creava appositamente con la complicità di qualche compiacente di turno. Era a conoscenza di tutto ciò e sapeva che il prezzo da pagare sarebbe stato molto alto. Doveva ignorare e avere la forza di non reagire o di gridare ai quattro venti che la sua vera vita non era quella, che gli abiti che gli mettevano spesso addosso non erano i suoi, ma creati appositamente da chi viveva di questo, per attirare l'attenzione di più gente verso il prodotto che doveva vendere. Non appena si leggeva il suo nome si scatenava l'inferno. Ma nonostante tutto, con grande forza di volontà, facendo fortemente leva su tutto il suo autocontrollo e col sostegno dei suoi cari, riusciva a resistere. Sebbene a dispetto di tutto, queste esperienze lo rendevano più forte e più famoso di quanto già non lo fosse. Cercava comunque sempre il contatto " face to face", da sguardo a sguardo con Natalia, creando quell'intensità relazionale che da pochi è vissuta e che stabiliva, tra lui e lei, una speciale "Danza di complicità" con cui provavano e condividevano il tutto di ognuno di loro. Era un dialogo muto che li nutriva, in un etereo corpo a corpo dove tutto di loro era coinvolto. Natalia, ogni qualvolta chiudeva gli occhi, si rivedeva precipitare in quel mondo incantato dove non esisteva il tempo, ma solo il piacere dei sensi accesi dalla passione per il suo uomo, accanto al suo uomo. Era innegabile. Sia l'incoercibile unione tra loro che l'attrazione, da sempre esistite, erano ancora intatte. Soltanto lontani da tutti, chiusi nel loro Universo d'amore, riuscivano a sentirsi liberi e vivi. Continuavano ad amarsi dolcemente, anche con piccoli e spontanei gesti e appassionatamente, a dispetto di tutti quegli attentati mediatici, fino a raggiungere quell'estasi che li lasciava smarriti, spossati e senza fiato per parlare. La sera prima prima di partire per Istanbul Can fu chiamato a partecipare all'ennesima ospitata presso un programma televisivo assieme al suo regista e, nonostante non ne avesse proprio voglia, non potè declinare l'invito. Come al solito ci sarebbe stata anche quella Barbie. Adesso lui si sentiva veramente in difficoltà quando c'era lei, quindi pregò Natalia di accompagnarlo, perché al termine della trasmissione ci sarebbe stato un party organizzato dall'emittente per tutti loro. -" Nat, Ask, vieni con me, ti prego. Sarà l'ultimo, spero. Non posso mancare, ma con te presente, credo che Barbie non andrà oltre come ha sempre fatto." La chiamava Barbie perché gli ricordava la bambola dalle gambe lunghe, biondissima e con forme del corpo esasperatamente evidenziate e chiaramente ritoccate. Sua moglie acconsentì di mala voglia, sapeva bene a cosa andava incontro e che doveva sopportare atteggiamenti provocatori che avrebbero messo a dura prova la sua pazienza. Si accomodò fra il pubblico e assistette all'intervista. L'ospitata si concluse con la solita domanda sulla veridicità del gossip che li voleva coinvolti in un flirt e, mentre Can rispondeva sorridendo e scuotendo la testa, lei con un sorriso spavaldo e mangiandoselo con gli occhi, disse -"Capisca chi può.", e gli mandò un bacio sulla punta delle dita, lasciando sempre più aperta la possibilità di trarre le conclusioni al pubblico presente in studio e a quello a casa. Can si fece serio e le lanciò una severa occhiata. Natalia sentiva lo stomaco rivoltarsi, avrebbe voluto alzarsi e affrontarla una volta per tutte, ma non poteva. Alla fine suo marito la raggiunse e insieme si spostarono per partecipare al party, ma proprio in quel momento la bionda le rivolse un sorriso malizioso. Ad un tratto e davanti a tutti gli altri, si avvicinò e salutò Can volutamente con un bacio sulla bocca. -" Questi sono i vantaggi di una buona intesa.", disse con un sorriso. Aveva aggiunto quelle parole in tono mellifluo e l'aveva subito preso sottobraccio, ma lui abilmente e disinvoltamente, si allontanò da lei. Delusa da questo suo abbandono, mentre lui era impegnato in una conversazione col suo regista, Barbie chiamò Natalia, si spostarono in un angolo e le disse, -" Il mio nome è stato citato spesso negli ultimi tempi, per il rapporto che c'è tra me e tuo marito. Ti sta bene? Hai qualcosa da dire?" Natalia le chiese -" Scusa, di che cosa vuoi parlare?" e fece per girarle le spalle, ma questa la trattenne e le rispose, -" Sempre dello stesso argomento, mia cara, della follia di Can che continua a volere stare con te, oppure che dovrai abituarti all'idea e fartene una ragione nel comprendere che un uomo può amare due donne contemporaneamente." -" Ma Can non ti ama." disse Natalia. -"Mi dispiace deluderti, ma ti sbagli. Io sono indispensabile per lui non vedi che mi cerca? E' lui che mi fa chiamare, perché mi vuole accanto." continuò Barbie. -"Per favore, smettila con queste che sembrano proprio fantasie di una mente malata. Ti prego, la tua bella fetta di visibilità l'hai avuta, ma ora lasciaci in pace.", rispose Natalia. E lei riprese -" Tu ti rifiuti di affrontare la realtà mia cara, Can ha dell'affetto per te, forse anche della passione... perché per lui tu sei quel miscuglio di moglie e di madre, ma sei troppo semplice e non stai bene al suo fianco. Se pensi di riuscire a tenertelo e ad allontanare la mia presenza dalla sua vita, ti sbagli di grosso. Ma se proprio ti è impossibile rinunciare a lui, è meglio che ti rassegni a condividerlo con me. Mi dispiace, ma non posso stare senza di lui ." Ora più che mai si rendeva conto che l'amore le aveva dato tanto , ma nello stesso tempo le toglieva tanto, le toglieva la serenità e la pace che aveva imparato ad apprezzare, per la forza che riusciva a trarne, e Can, l'incarnazione dell'amore per lei, colui che le dava tanto e nello stesso tempo le toglieva tanto. Nemmeno lei, che aveva amato molto e profondamente, riusciva a comprendere la complessità delle spire intrecciate in cui quel loro unico e assoluto sentimento, in modo così assurdo e subdolo, era caduto. Volle sperare con tutta se stessa che il trasferimento ad Istanbul aiutasse a risolvere il problema, ma ci credeva poco. Nel giro di tre giorni furono in Turchia. Quante volte Natalia si ritrovò a pensare....Io vorrei....Non vorrei...Perché...Erano appunto questi perché, a cui non sapeva dare una spiegazione che la portavano a chiedersi, -"Adesso cosa faccio?". Nessuno poteva effettuare una scelta al suo posto, proprio nessuno.....Avrebbe dovuto convivere sempre col dubbio di far predominare o il cuore o la ragione. E sarebbe sempre stato così! La sua esistenza si sarebbe svolta supportata da questo eterno gioco, come una palla da ping pong che volava da una racchetta all'altra, per tutta la durata della sua vita, per ogni sua scelta e per ogni sua decisione. Ma era arrivato il momento di una necessaria e profonda riflessione su come agire nell'affrontare quella maledetta situazione, se con la ragione o con il cuore. E questo la spaventava, perché se avesse preso il sopravvento il cuore, non sarebbe più esistita alcuna logica ragione. Can intuì il disagio che stava vivendo Natalia. Provò più volte a convincerla a parlarne, ma non ottenne risultati. -"Non puoi continuare a torturarmi e a totrurarti così" le disse, -" Ti prego parla, solo se ne discutiamo risolveremo tutto." Ma era una gran brutta verità quella che avrebbe dovuto discutere con lui e non ebbe il coraggio di farlo. Can si aspettava un'apertura da parte sua, che gli offrisse la possibilità di poterla aiutare a chiarire le sue idee e i suoi dubbi, ma come non mai si era chiusa, la vedeva come in un bozzolo dove tutti i suoi pensieri la costringevano e che aveva scelto di non voler condividere con nessuno. Si disperava nel vederla molto preoccupata e avrebbe voluto farla ragionare, per dimostrarle i pericoli e le insidie a cui sarebbero andati incontro se si fossero lasciati sopraffare da quella situazione paradossale. Sapeva bene qual era il problema di sua moglie, ma ignorava quali pensieri avesse scaturito in lei. Solo dopo alcune ore, di botto gli disse -"Io me ne andrò via, uscirò dalla tua vita e ti lascerò tutto lo spazio per la tua carriera. Non posso e non voglio esserti d'intralcio. Devi portare a termine, com'è giusto che sia, i tuoi progetti e i tuoi impegni, ma senza la mia presenza accanto a te. Purtroppo la situazione è precipitata. Hai ricevute molte proposte a cui sei costretto per contratto ad aderire che prevedono Barbie come tua partner e tu non potrai smentire nulla fino alla fine dei lavori e allo scadere dei termini. Il suo gioco di rendersi nota e avere visibilità con te e accanto a te è ben riuscito e queste sono le risultanze che vi hanno portato a non riuscire a gestire ciò che adesso è fuori controllo. Ti sei e ti hanno impelagato in una situazione così assurda e ingarbugliata, che temo possa mettere veramente in pericolo la tua carriera e la tua stessa esistenza. Vedi kral, l'amore solo non basta." Di contro lui le rispose devastato, -"Cresci, Nat, assumiti le tue responsabilità, affronta le difficoltà, non fuggire di fronte a loro. Sii forte per la famiglia, per noi, per te, per me..." -"Vedi, Kral, l'amore implica anche sacrifici, stavolta sono necessari perché il nostro amarci non è bastato. E' necessario salvaguardare la tua immagine, la tua credibilità, la tua persona, come anche tutti noi. Infatti mi sto assumendo le mie responsabilità. Saprò cavarmela, non sarà facile, soffrirò, lo so, ma é la decisione migliore, non c'è alternativa.", rispose lei mentre si dirigeva nell'altra stanza col volto rigato di lacrime amare, silenziose e che le bruciavano dentro come il fuoco. Preparò le sue valigie e quelle dei bambini, perché li avrebbe portati con sé. Can poco dopo la seguì ed esordì -"E così Nat mi stai lasciando? Mi stai mettendo in una posizione assurda e ridicola, fuggendo da me. Ti credevo più forte, più equilibrata. Ero sicuro che ce l'avresti fatta a reggere questa situazione e non arriverò mai a capire fino in fondo le ragioni di questo tuo gesto. Perchè, Nat, Perché?" Non gli diede più alcuna risposta. Lui uscì di casa sbattendo la porta. Lei chiamò i genitori di Can per salutarli e farli salutare dai bambini. Subito dopo arrivò un taxi per portarli all'aeroporto, per tornare a Roma. Sapeva bene che Can, pur di non perdere la sua famiglia, sarebbe stato disposto a buttare all'aria carriera e contratti, ma in quel momento era necessario allontanarlo da loro per evitargli anche di essere etichettato come un donnaiolo, irrispettoso della famiglia ed infedele a sua moglie. Una notevole aggravante che si sarebbe aggiunta a tutte le altre cattiverie e insinuazioni che già erano di pubblico dominio. E poi avrebbe tirato in ballo anche lei e i suoi bambini, alimentando gossip e magari creandone uno nuovo. Stando invece lontani, ognuno con la sua vita, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire sugli eventuali rapporti di lui con altre partners.
CAN:
Tornato a casa mi rendo subito conto del vuoto che si è creato intorno a me. Se avessi tra le mani quel manager maledetto lo stritolerei. Sto vivendo un incubo terrificante. Lacrime di dolore e disperazione mi soffocano, mi annegano. Lei se n'é andata, portando via la mia vita. L'atto di estremo amore di Natalia mi ha ucciso. Nulla sarà come prima, la mia anima è morta. Non vivo più. Porterò a termine gli impegni presi con indifferenza e distacco, sì, sono distaccato da tutto ciò che mi richiama alla vita. Guardo e non vedo. La mia anima fredda e nuda non palpita; sento, ma non colgo nessun suono e questo silenzio mi schiaccia. E' tutto vuoto e buio intorno a me. Piango come un bambino, fiumi di lacrime che non mi liberano, ma che mi trascinano con la loro portata, sempre più giù, nel dolore profondo, ad osservare impotente l'agonia della mia esistenza. Lei si è portata via il senso della mia vita. So che andrò avanti per forza d'inerzia e che un sorriso scaturito dal cuore o dalla gioia pura, non comparirà sul mio volto. Tutto sarà una recita. Non ho la lucidità di andare a ritroso a riesaminare i fatti che potranno dare risposte a tutti i miei perché in sospeso. Ma prima o poi saprò cosa ha portato la mia Nat a prendere questa decisione. E allora dovranno tremare i responsabili du tutto ciò, perché sarò implacabile. -'Anima mia ti rivedo con gli occhi del cuore e queste immagini precedono i miei pensieri che, in questa solitudine, vedo materializzarsi. Io sono indissolubilmente legato a te! Sì, ed è questo pensiero l'unica corda che adesso mi fa vibrare nella penombra! Ed ecco che ti vedo camminare, sento i tuoi passi, il tuo odore. Ti percepisco mentre riempi lo spazio tra le mie braccia aperte per accoglierti......Le chiudo intorno a te, ti abbraccio. Ti accarezzo ancor prima di toccarti, vorrei baciarti ma... ma non riesco ad unire le mie labbra alle tue.'
Natalia:
La mia anima e il mio cuore sono rimasti con lui, per questo non l'ho lasciato, dovevo andarmene ed è stata la decisione più difficile e dolorosa della mia vita. Non ho avuto la forza di raccontargli quello che Barbie mi ha detto, ma ho cercato di farglielo capire. Mi sento morire. La mia anima si è svuotata da qualsiasi alito di vita. Mi distrarrò con i bambini e me la caverò da sola. Devo farcela, Solo il tempo alleggerirà questo dolore insopportabile. Amore mio, ho dovuto rinunciare a te per non distruggerti, per difendere il mio amore. I miei pensieri sono sempre rivolti a lui, al suo unico essere il mio uomo, la persona che mi ha aiutata a vivere, che mi ha completata, di cui non posso fare a meno, ma che il fato maledetto mi ha portata ad allontanare. Mi manca come l'aria, ho freddo, tutto è buio e vuoto. -'Mio kral, solo la certezza che la nostra unione spirituale è indissolubile mi dà la forza di fronteggiare la vita, ma non è vivere questo, soltanto un sopravvivere agli eventi che ci hanno travolto.' Non sono riuscita a guardarlo negli occhi quando gli ho detto che me ne sarei andata, non ho voluto vedere lo strazio del suo cuore rispecchiato nel suo sguardo addolorato. Spero che possa perdonarmi l'amore mio, ma era l'unica soluzione per aiutarlo ad uscire da baratro infernale dove l'hanno gettato, approfittando della sua buona fede e sincerità. Lui è parte di me e lo sarà fino alla fine dei miei giorni, perché io sto vivendo a metà, quella metà necessaria per accudire i nostri figli. Non sono andata a vivere nella nostra casa, ho scelto di stare da mia madre, dove non ho molti ricordi insieme al mio kral, così quando verrà a Roma per i suoi impegni, avrà la sua abitazione da single. Ho lo stomaco chiuso e le lacrime scivolano lungo le mie gote ad ogni pensiero di lui, praticamente sempre. Chiudo gli occhi e rivivo tutti i suoi contatti con me, li sento come se fossero reali, quelle sue speciali carezze sui miei capelli, i suoi baci unici, il calore del suo corpo sul mio, ma appena li riapro, prendo immediatamente atto della realtà, vuota, fredda, triste, amara e dolorosa.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...