Parte 19 TRAVOLTI DAGLI EVENTI

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"A volte la realtà ha un modo tutto suo assolutamente inaspettato di presentarsi, e quando la diga cede la sola cosa che si può fare è nuotare."


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Natalia:

"Piove. Rabbrividisco. Non per il freddo, è l'eco di quella notizia che mi affoga in un diluvio che porta con sé tristezza e dolore. Chiudo gli occhi. Penso a te, ai progetti fatti insieme. Stare qualche giorno a Roma, noi due. Pianificare i tuoi lavori in Italia, trovare una casa dove abitare per il lungo periodo che ti avrebbe visto impegnato.....E penso a te. Mi accarezzo al ritmo delle gocce che si infrangono contro la finestra. Le mie dita ora sono le dita della tua mano e ripercorrono il loro tragitto di carezze su di me. Dal sistemarmi la solita ciocca di capelli ribelle, al definire il mio profilo.....E sei dovuto tornare in fretta a Istanbul. Maledetta pandemia. Ora stiamo vivendo tutto questo. Io chiusa in casa qua e tu chiuso in casa in Turchia. Chissà quando ti rivedrò....E quanto hai rischiato! Tra tutti quei fans, stretti intorno a te, così vicini.... E poi, appena rientrato dall'ospitata in televisione, dove per sicurezza non hanno fatto entrare il pubblico, Cuneytsayil è venuto a riferirti che dovevate partire subito, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di non poter rientrare, perché stavano chiudendo tutte le frontiere. E, qualche ora dopo eravamo tutti e due in aeroporto, io diretta a Roma e tu ad Istanbul. Di colpo tutti i sogni sono stati infranti, i progetti sono andati in fumo e ci siamo ritrovati soli. Di nuovo soli...".                            

Con la pandemia del Covid-19,  diversa da tutto ciò che era stato conosciuto nel passato, si stava vivendo una pericolosa catastrofe sanitaria planetaria, con un crollo finanziario ed economico e con forti tensioni diplomatiche sulla questione della chiusura delle frontiere. Un incubo, come quello  delle grandi epidemie da peste, diffuso in tutto il Pianeta. Situazione gravissima, oltre che  particolarmente angosciante. La parola d'ordine in tutto il mondo fu"RESTA A CASA; NON USCIRE", per cercare di contenere i contagi e i decessi, che aumentavano giorno dopo giorno in maniera esponenziale. Tutto si fermò. Molte ditte chiuse, così come scuole, luoghi pubblici e di preghiera. Le strade erano deserte e gli ospedali stracolmi di contagiati, non bastavano più al reale fabbisogno umano di cure nei reparti di terapia intensiva, dai quali la maggior parte non ne uscì viva. Tutto ne risentì in maniera pesante. Nessuno avrebbe immaginato una tale catastrofe.  Anche in Turchia si visse il periodo di chiusura per la prevenzione e il contenimento del virus killer. Ai cittadini fu intimato di non lasciare le proprie abitazioni, se non per gravi motivi.            La serie che Can doveva iniziare a registrare a breve, venne sospesa e rinviata a data da destinarsi, così come slittarono le date degli altri contratti che aveva firmato. Così trascorreva le sue giornate allenandosi, studiando lo spagnolo, suonando la batteria e a cercare d'entrare nel nuovo personaggio che avrebbe dovuto interpretare. Un nuovo ruolo per lui, infatti doveva saper ballare, il tango in particolare e suonare strumenti musicali, tra cui la batteria.                          Tra una pausa e l'altra chiamava Natalia. Il solo sentirla, lo faceva star meglio. In un attimo gli sfilavano davanti agli occhi tutti i momenti che avevano trascorso insieme.
 

Can:

"Non immaginavo che in Lombardia la situazione fosse già così critica. Avevo lasciato ad Istanbul un certo stato di allarmismo, ma non a questi livelli. Proprio in quei due giorni la situazione precipitò completamente e ho dovuto rivedere tutti i miei piani e progetti, per far subito ritorno in Turchia. Da un momento all'altro potevano chiudere le frontiere. Avevamo organizzato il nostro tempo insieme a Milano, poi l'avrei raggiunta a Roma, dove ho intenzione di prendere in affitto una casa, per tutte le volte che verrò in Italia, ho apposto la firma su più  contratti. Non le avrei fatto pesare la solitudine e avrei recuperato una parte del tempo che eravamo stati lontani. Lei è venuta a trovarmi a Milano, lasciando sua madre nelle mani di un'assistente sanitaria per due giorni.....  E meno male...altrimenti non ci saremmo rivisti. Mi è bastato solo sfiorarla e, quel contatto, mi ha portato in un'altra dimensione, accelerando i battiti del mio cuore e alimentando le mie fantasie. Sono pazzo d'amore per la mia Nat. Con lei tutto ciò che mi opprime scompare, divento impaziente e mi intristisco se non riesco trascorrere del tempo con lei, non vedo l'ora di averla vicina..... E mi torna in mente  il viso teso di Cuneytsayil, quando è arrivato a riferirmi che dovevamo partire subito, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di non poter rientrare, perché stavano chiudendo tutte le frontiere, non riesco davvero a dimenticare la sua espressione, nel momento in cui si è avvicinato a noi per darci quella tremenda notizia. E, quando qualche ora dopo eravamo tutti e due in aeroporto, lei diretta a Roma ed io ad Istanbul, ho preso coscienza che nulla dipende da noi. Quel maledetto virus ci stava già facendo male, iniziava a farci soffrire. Di colpo tutti i sogni sono stati infranti, i progetti sono andati in fumo e ci siamo ritrovati soli. Di nuovo soli... Ora stiamo vivendo tutto questo. Tu chiusa in casa a Roma e io chiuso in casa in Turchia. Chissà quando ti rivedrò...Oh Nat baby...Chiudo gli occhi. Penso a te, ai progetti fatti insieme. Ai tuoi sorrisi di speranza ....Riguardo per l'ennesima volta la mia mano che ti ha sfiorato il viso in quell'ultima carezza, dopo averti baciata con tutta l'anima all'aeroporto, mentre le nostre strade si dividevano, portandoci verso i nostri imbarchi diversi. E ci siamo ritrovati soli. Di nuovo soli..."

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NATALIA E CANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora