"Affronta gli ostacoli e fa qualcosa per superarli. Scoprirai che non hanno neanche la metà della forza che pensavi avessero."
(Norman Vincent Peale)
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CAN:
"Da circa un mese e mezzo non ho più nessuna notizia della mia Nat, viviamo lontani. Ed io semplicemente... muoio perché un pezzo della mia anima se n'è andato. Possibile che il mio destino debba essere questo? Mi alzo al mattino e già soffro e vado a letto la sera con la stessa angoscia che non mi dà tregua per tutto il giorno, come un'esplosione continua nella mia mente, sempre lei, sempre lei. Mi sento distrutto nel fisico e a livello psicologico. Ho perso la voglia di compiere qualsiasi gesto e, cosa ancor più grave, non riesco a vivere la gioia delle piccole cose. Avevo una voglia così grande di vivere prima! Dove è finita? Se n'è andata insieme a lei e ora mi sento abbandonato, completamente solo, vuoto e distrutto interiormente. La mia non è più vita è il vuoto. E lei non sa a che stato di delirio io sia arrivato, neppure se lo immagina probabilmente. Come si fa a voler estromettere dalla propria vita il primo uomo a cui hai detto ti amo? Quello per cui hai dato così tanto e hai sfidato molte avversità, quello che vuole vivere solo per te, che ti chiede solo di stare accanto a te, per dimostrarti quanto sia consapevole dell'amore che sente ardere come un fuoco dentro. Non ce la faccio davvero più, non so che pensare...In fondo al cuore so che tornerà... Ma quando? Vivo nell'attesa che lei torni da me, che si accorga dello sbaglio e che riprenda il suo posto accanto a me. La mia donna, mia moglie, la mia Nat. La desidero, la sogno, e vivo.... vivo ogni istante pensando a lei, ma è dura, sto tanto male e non vedo l'ora di superare questo periodo tanto doloroso per me.....il dolore che sento per questa perdita, lo sento come un dolore fisico....."
Due mesi erano già trascorsi e, quel giorno, Burak e Nazli arrivarono in studio discutendo animatamente. Avevano ricevuto una proposta di stipulare un contratto per la sponsorizzazione di un progetto a difesa degli animali abbandonati. I fondi dei benefattori non bastavano mai e c'era adesso la necessità di organizzare qualche evento particolare, per sovvenzionare i rifugi, sempre più pieni. Nello stesso tempo avrebbero sponsorizzato lo studio legale che ne avrebbe curato i dettagli e favorito la realizzazione, sia dal punto di vista giuridico e burocratico che finanziario, non percependo nessuna parcella e facendo donazione di una buona somma di denaro. Un esempio che in molti avrebbero seguito. Natalia si era recata all'ufficio di buon mattino e aveva già completato le pratiche a cui si era dedicata nelle due ultime settimane, dopo il suo ritorno da Roma. Era rimasta con sua madre per più di un mese e, al suo ritorno ad Istanbul, si era buttata a capofitto sul lavoro. I suoi colleghi le chiesero notizie di Can e lei, non appena sentì pronunciare il suo nome, sentì una fitta alla bocca dello stomaco. Rispose che non lo vedeva da un po' di giorni, per impegni di lavoro e che, in realtà, non sapeva dove si trovasse. Neanche loro l'avevano sentito né visto e avrebbero voluto consultarlo prima di prendere la decisione di aderire o no al progetto. Lui amava molto gli animali, in particolare i cani, come del resto anche Natalia, e avrebbe sicuramente voluto partecipare a questo evento, dando le dritte giuste per la realizzazione. E poi, se lui avesse presenziato, una moltitudine di gente avrebbe partecipato, non fosse altro che per vederlo. Un altro pugno allo stomaco per Natalia. -"Non devi evitare i nostri inviti e le nostre cene, Nat", la rimproverò Nazli. Natalia scosse la testa. -"Per me è meglio così. Tu non sai quanto ho lavorato in questo periodo. Ma posso darvi una mano per il progetto. Sono sempre stata interessata a questi animali e, in Italia ho preso parte a molte manifestazioni per la loro tutela e salvaguardia". -" Grazie, Nat. Ci metteremo subito all'opera, allora." risposero insieme. -"Can sarebbe sicuramente d'accordo. Se non riusciamo a contattarlo, procediamo lo stesso e poi lo informeremo." Cominciarono a prendere contatto con le varie associazioni, presero appuntamenti, stilarono contratti e infine Natalia, raccordandosi con tutti gli interessati, riuscì a stabilire la data e ad individuare lo spazio dove si sarebbe svolta la mostra canina, le sfilate e gli intrattenimenti vari per raccogliere i fondi. Dio quanto gli mancava. Con il suo entusiasmo travolgente, col suo sorriso e quelle sue fossette.....Ma stava dimostrando a sé stessa di riuscire ad essere forte da sola. Era eccitatissima. Per la prima volta in vita sua, si era scoperta un talento organizzativo che la rendeva felice. Faceva del bene a quei cani e procurava più fama e notorietà allo studio legale dove lavorava. E, se non fosse stata all'altezza, la prossima volta si sarebbe impegnata il doppio. Finalmente la sua vita cominciava ad assumere forme proprie. Nazli e Burak vollero complimentarsi con lei per come aveva gestito tutta l'organizzazione. Non ce l'avrebbero fatta senza il suo prezioso aiuto in tempi così ristretti. -"Grazie per la fiducia." rispose . - "Vuoi scherzare? Hai lavorato sodo e con grandi risultati. Io non regalo niente a nessuno, sai?" rispose Nazli. Se ne andarono insieme e lei rimase ancora all'ufficio a sistemare in ordine tutti i contratti e le autorizzazione per l'evento. Aveva tanta voglia di telefonare a Can. Voleva chiamare suo marito, che probabilmente tra poco avrebbe chiesto il divorzio. Ma era giusto dargli per primo la buona notizia perché era stato lui a dirle che lei era molto più di quel che pensava di essere. Bussarono alla porta. Se era lui, si sarebbe buttata tra le sue braccia, implorando perdono. Corse ad aprire. Sulla soglia c'era una signora anziana. Quel viso non le era nuovo.. -" Natalia?" chiese -" Sì, si accomodi. Con chi ho il piacere...." - "Sono la nonna di Can." Lei si sgonfiò come un palloncino, ma riuscì a simulare un sorriso. - " Buona sera. Sono contenta di conoscerla". L'anziana signora la baciò sulle guance, poi entrò facendo risuonare il bastone sul pavimento. - "Bambina, sono l'unica a sapere del vostro matrimonio, nemmeno i suoi genitori ne sono al corrente e ho giurato a mio nipote che non ne avrei fatto parola con nessuno. Il mio leone è diventato l'ombra di se stesso. I suoi occhi sono spenti, non esce, ha rinviato tutti i suoi impegni. Perché siete arrivati a questo , pur amandovi tantissimo?", chiese la signora Yaman. Natalia le raccontò ogni cosa. -" Can è sempre stato un bravo ragazzo. Il suo compito era proteggerti e lo ha fatto. Ti ha guardata in modo diverso da tutte le altre, lui ti ama più di se stesso. Ma adesso è il tuo turno. Devi prendere tu la decisione. Devi essere abbastanza forte da metterti davanti a lui e chiedergli di amarti per sempre. Ed è un rischio che devi correre. Io credo in te, bambina, per quello che mi ha raccontato lui e per come ti ha descritta. Non è ora che cominci anche tu?" - "Non lo so. Non lo so proprio." disse lei con voce tremante. La nonna di Can fece un profondo sospiro e guardò fuori dalla finestra. -"Speravo che andasse diversamente, e invece sei così incerta ancora!" Volle abbracciare quella nonna. Rimasero così fino a quando non si sentì talmente forte da lasciarla andare. Percepì, comunque sarebbero andate le cose, che quella donna sarebbe sempre stata dalla parte del loro amore. La nonna aveva lasciato un profumo di buono dietro di sé, lo stava ancora annusando, quando riudì nella mente le sue parole. Un flash la illuminò all'istante. E lei capì. Lui l'amava e lo sapeva. Aveva dubitato di se stessa già troppo. Quando si sarebbe concessa di essere felice? Can Yaman non era al di là della sua portata. Lei lo poteva vivere e, con lui, tutto quello che aveva da offrirle. Quell'ultimo periodo senza di lui le aveva dimostrato che ormai sapeva stare in piedi da sola. Era in grado di realizzare i suoi sogni con i mezzi a sua disposizione. Poteva fallire senza crollare, chiedere senza paura quello che le stava a cuore. Avrebbe potuto trovare la forza di riuscire a farcela senza di lui, adesso. Ma non era quello che voleva. Suo marito l'amava, ma aveva detto di volere accanto a sé una donna forte. E lei non aveva mai osato dargli tutto, perché aveva sempre temuto di poterlo deludere. Continuarono a tornarle in mente le parole della nonna. Sì, era arrivato il momento di credere in se stessa. Si sentiva più tranquilla adesso. Più sicura. Si fidava del proprio istinto e sapeva che era arrivato il momento di andare avanti. Il momento di andare a riprendersi il suo Kral.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...