Può succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...
Proprio nell'attimo in cui lui girò la testa verso di lei, i loro occhi si incontrarono. Lo guardò fisso, ricambiando il suo sguardo con intensità. Natalia non aveva idea di come lo faceva sentire quando lo guardava in quel modo. Era qualcosa che le riusciva naturale come respirare e che lui aveva sperimentato fin dalla prima volta. Il suo fascino riusciva a penetrargli nella pelle e aveva sempre avuto l'effetto di far fare sobbalzi al suo cuore. Il loro amore, la loro intesa, la loro attrazione, così come la complicità e la passione, erano iniziati con un gioco di sguardi che avevano fatto scaturire quelle sensazioni profonde e particolari che costantemente li dominavano. Con gli occhi si nutrivano l'uno dell'altra, si divoravano completamente a vicenda. E quando non erano vicini, si continuavano ad alimentare con le memorie dei loro sguardi. Il loro percorso di vita insieme era unico e speciale da sembrare lontano anni luce dalla realtà, ma era la loro realtà. I capelli di lei, lunghi e neri, legati in una coda morbida o sciolti oppure raccolti, erano sempre immagini fisse nella sua mente, per non parlare delle sue forme armoniose, anche se, quello che occupava il posto più alto dei suoi ricordi, era il primo sorriso che gli aveva dedicato durante il loro primo incontro. Sì, perché l'aveva illuminata di una luce unica, difficile da descrivere, che solo chi l'ha vista e vissuta può comprendere, e che non si era mai più spenta nei suoi pensieri. Quante volte la barriera del pudore era caduta tra loro, con sguardi di baci e di carezze intime davanti agli occhi di tutti oppure quando lei era intenta a provare qualche capo d'abbigliamento scollato e cercava la sua approvazione con gli occhi, mentre indicava, abbassando il mento, quella scollatura all'altezza del decolleté esuberante. Scene conturbanti che davano il colpo di grazia ai freni inibitori per la morale e, gli incroci di quegli sguardi, palesavano tutta la passione erotica, al punto da sentire i cuori avvicinarsi e battere all'unisono fino a togliere il respiro ad entrambi. Quella parete divisoria che l'aveva tenuta a distanza dal manifestargli il suo amore, si era andata sgretolando fino a sparire. Ormai si sentiva libera di vivere la sua passione e di donarsi completamente al suo uomo, non avvertiva più quello sbarramento che le impediva di lasciarsi andare. Lei si avvicinò un po', mantenendo lo sguardo fisso su di Can. Era lo stesso modo in cui lo guardava ogni volta che lui osava di più, per misurare la sua reazione. I suoi occhi lo fissavano intensamente e il suo respiro diventava subito affannoso. E ogni volta lui capiva che lei lo desiderava tanto quanto lui desiderava lei. Una parte nascosta di lui aveva bisogno di questa prova, forse ora più che mai. Incurante di tutto, Natalia continuava ad avvicinarsi verso di lui, sicura. La percezione del suo desiderio lo inebriava. La sua mente gli riportò il sapore delle sue morbide labbra su di sé e si sentì come in volo. Come l'aveva desiderata in tutti quei mesi! In automobile nessuno di loro due parlò, ogni tanto lui si girava a guardarla e lei ricambiava lo sguardo. Sentiva il sangue ribollire nelle vene al ricordo di ogni volta che aveva accarezzato le sue labbra con la sua bocca e assaporate con la lingua... Scosse leggermente il capo per allontanare quel ricordo in quel momento. Allora le prese la mano e la tenne nella sua per tutta la durata del tragitto. La lasciò solo quando scesero dalla macchina per entrare nel portone della loro casa. La riprese quindi per mano e insieme entrarono nella cabina dell'ascensore. Di colpo Natalia abbracciò Can e lui la strinse tra le sue braccia. Sempre abbracciati raggiunsero il loro piano attico ed entrarono in casa. Ancora nessuno dei due parlava e lui non rallentò la stretta per alcuni minuti, durante i quali le diede più baci di quanti ne avesse mai dati in tutta la sua vita. Furono baci delicati, casti, ma pieni di tutto quello che serviva. Si staccarono e nessuno dei due riuscì a distogliere lo sguardo dall'altro. Così le loro bocche si unirono ancora, questa volta con più intensità e, appena si scollarono, si guardarono, occhi negli occhi, come per essere sicuri di provare la stessa sensazione, come per scavarsi in fondo all'anima. In quel momento lui ebbe la consapevolezza che le infinite notti di tanti mesi sarebbero sfociate nella luce del giorno. Che il buio che aveva avvolto la sua vita sarebbe svanito, illuminato dal sole del suo amore. Si sentiva sereno, non aveva rimpianti per la scelta che aveva fatto, ne era valsa la pena. La sua fortunata carriera e la fama si erano rivelate qualcosa di effimero e superfluo, soltanto un'illusione inutile di fronte al valore dei suoi sentimenti veri e rispetto alla sua vita nella famiglia e con la sua donna. Non gliene importava, non era e non sarebbe stata la sua vera realtà. La cosa che contava più di tutto era davanti a lui e, mai più, giurò a se stesso, l'avrebbe persa. Aveva aperto una finestra nella sua anima e fatto volare via tutte le ombre che avevano oscurato la sua esistenza, lasciando solo la trasparenza e la ialinità della reale naturalezza dei suoi sentimenti. Nulla aveva più valore della sua vita e della sua famiglia. E sua moglie gli aveva mostrato di aver compreso quella sua decisione fondata sulla maturazione del suo amore, dei suoi valori e delle vere priorità. Per lei lui era semplicemente il suo Kral, l'uomo del quale si era innamorata, al quale aveva donato la sua verginità, il suo cuore, la sua vita e, l'unico, che il suo corpo aveva sempre continuato a desiderare. La bocca di Can era ardente e dolce allo stesso tempo. Anche il profumo leggermente muschiato della sua pelle accaldata le procurava turbamento. Ondate di desiderio le invasero il corpo, mentre la accarezzava, facendo sì che un turbinio di emozioni possedessero la sua mente. Lui aveva sempre avuto quell'effetto su di lei e le aveva dato anche la certezza di cosa fosse veramente l'attrazione chimica tra due persone. Il bisogno che aveva di lui era immenso...Il contatto improvviso con la lingua di Can la stordì all'istante e le fece emettere un suono sommesso. Lui le passò le mani tra i capelli e la tenne stretta, come se temesse che lei potesse allontanarsi in quello stesso momento. - "Nat, baby, ask..." mormorò Can a voce bassa, con un tono incredibilmente sexy. Lui allungò una mano e le passò delicatamente il pollice sul labbro inferiore, che ancora vibrava per il bacio appena concluso. Spostò la sua bocca sul collo di lei, sfiorando la sua pelle sensibilissima sempre più' insistentemente. Con la lingua andava su e giù fino ad arrivare al lobo dell'orecchio destro che mordicchiava delicatamente per regalarle qualche brivido in più. Lei emise un sospiro. Con molta naturalezza si diressero verso la loro camera, si liberarono dei vestiti e si distesero sul loro letto, continuando a baciarsi e a coccolarsi per tutta la notte, fino all'alba quando tutta la loro passione repressa esplose e si amarono in modo quasi famelico, diventando una cosa sola, fino allo sfinimento più volte. Rimasero così avvinghiati a lungo a gustarsi quel prolungato intimo contatto, come insaziabili l'uno dell'altra, stremati, quasi privi di energia per potersi muovere, ma felici. -"Amore mio. Solo mio." Coprì il suo viso di baci. -"Io ti amo." Le baciò le labbra. -"Ti adoro." Le baciò gli occhi e il naso. -"Ti amo. Oh, mio Dio, quanto ti amo! Non posso pensare a te lontano da me. Io non ho mai voluto nessun'altra donna come moglie, come madre dei miei figli, come mia compagna e amante.... Ti amo, e ti amerò fino alla morte." Troppo spossata per muoversi, Natalia rimase sdraiata tra le braccia di Can, godendosi quei momenti. Quando lui si spostò, per guardarla negli occhi, lei si accorse di quanto fosse intenso il suo sguardo. Lui si chinò per baciarla ancora, felice per quello che avevano condiviso e pronto a ricominciare.
CAN:
Noi, sul nostro letto, fermi, immobili. Io e lei. Stupenda....Bellezza perfetta per me, più di un'opera d'arte. Noi con i nostri corpi non avvinghiati, ma con le nostre anime fuse insieme, le nostre menti sgombre dai pensieri. Lei distesa accanto a me, su un fianco. Mi osservava. D'altronde tutto era semplice, ridotto all'essenziale, io e lei. Uomo e donna, maschio e femmina, Can e Nat, uguali, divisi, ma uniti per alchimia di corpi e anime. La sua pelle di luna spiccava sulle lenzuola blu. Quella brama di lei incontrollabile mi aveva avvinto. Dentro di me la sentivo da sempre. Allungò il braccio e alzò la sua mano per accarezzarmi il viso e poi il petto, mentre i miei addominali facevano fatica a resistere. Così fissai il mio sguardo sul suo viso. Allah, quanto era bella. Potevano esserci mille e mille altre donne migliori di lei, ma la mia Nat era semplicemente la più bella. Guardai il suo collo, il posto che preferivo colmare per primo di molteplici baci e carezze, durante i nostri momenti di intimità. Continuai a percorrerla con gli occhi, passando dal suo petto che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. La sua carnagione mi chiamava, mentre percepivo il suo odore che mi stordiva. Lentamente si avvicinò a me, accostò il viso al mio e iniziò a baciarmi. La bloccai. Lei era mia. E io ero suo. Noi insieme, veri, privi di illusioni. Sicuramente, veri. Staccai per un attimo le labbra dalle sue per guardarla in faccia, la fissai in quegli occhi di velluto nero, amanti carezzevoli, che da sempre erano riusciti a catturarmi l'anima e ad ammaliarmi. Eravamo l'uno la preda dell'altro. Il nostro gioco non era finito. La mia mano sfiorò il suo braccio appena... e io rabbrividii, la sua pelle era seta. Allah, se la volevo, ma non potevo in quel momento. Sarebbe stato come frantumare una magia preziosa. Preziosissima e pura. Non doveva esserci nessuna forzatura, doveva essere una danza tra noi due, imprigionati dall'armonia del nostro amore unico e vero. Ad un tratto socchiuse gli occhi, mi prese la mano e intrecciò le sue dita alle mie, stringendole. La mia mano rispose. E, con un singolo e inatteso movimento, m'intrappolò sotto di lei. La guardai stupito, lei si abbassò, mi mise le braccia intorno al collo e mi baciò con l'ardore che solo lei sapeva regalarmi. Ricambiai quel bacio con tutto me stesso, sicuro di averle trasmesso la consapevolezza che noi due eravamo sempre una cosa sola. In quell'attimo la bloccai, era arrivato il momento di aprire le danze e la nostra danza era appena cominciata... Il sole traspariva appena dalla tenda della finestra. Sembrava voler colorare il suo corpo di nuove tinte e sfumature. Ridisegnava in lei tutta la bellezza del momento trascorso. Mi resi conto che l'oscurità di tanti mesi era finalmente stata vinta dalla luce del giorno. Che il buio che aveva avvolto la mia vita era svanito, illuminato dal sole del suo amore. Mi sentivo sereno, non avevo rimpianti per la scelta che avevo fatto, ne era valsa la pena. La mia fortunata carriera e la fama si erano rivelate qualcosa di effimero e superfluo, soltanto un'illusione inutile di fronte al valore dei miei sentimenti veri e rispetto alla mia vita all'interno della mia famiglia e con la mia donna. Non mi importava, sapevo che non era e non sarebbe mai stata la mia vera realtà. La cosa che contava più di tutto era davanti a me e mai più, giurai a me stesso, l'avrei persa. Avevo aperto una finestra nella mia anima e avevo fatto volare via tutte le ombre che avevano oscurato la mia esistenza, lasciando solo la reale trasparenza e la naturale sincerità dei miei sentimenti. E la mia Nat mi stava proprio dimostrando di aver compreso quella mia decisione fondata sulla sofferenza con la conseguente maturazione del mio amore, dei miei valori e delle mie vere priorità. Tra le mie tante vite vissute e le esperienze maturate, avevo scelto qual era la mia, l'unica mia realtà. La notte su di noi non sarebbe mai più calata, di nuovo lo giurai a me stesso.