"Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di credere nella bellezza dei propri sogni".
(Eleanor Roosevelt)
L'associazione da lui creata e che aveva voluto fortemente, era stata il frutto di un lungo lavoro. Can, sensibile da sempre alla sofferenza, specie a quella dei bambini, non era riuscito a rimanere indifferente a questi piccoli privati dei loro momenti di normalità e di giochi a causa di lunghi periodi di ospedalizzazione. Aveva così fondato questa associazione no profit, che portava il suo nome, al fine di garantire ai bambini il gioco e la distrazione a cui avevano diritto, pur essendo ricoverati per curarsi. Non era nuovo a fare beneficenza. Si era sempre schierato dalla parte dei più deboli e bisognosi, era sempre stato presente e attivo. E adesso che era in Italia, avendo avuto modo di conoscere queste realtà da vicino, poiché aveva collaborato alla sponsorizzazione per la prevenzione del Covid e per la celebrazione della giornata mondiale del lavaggio delle mani, si era impegnato ad accorciare i tempi e a realizzare il suo sogno di sempre. Un grande progetto degno di attenzione da parte di molti e degno di essere condiviso. L'idea balzò immediata nella mente dell'autrice di questo libro. Quale miglior donazione da parte sua per sostenere un'associazione con un così nobile fine? Ecco! Aveva deciso di donargli il libro che parlava di lui come persona, nonostante i tratti romanzati, ma che evidenziavano il suo carattere, il suo modo di fare, il suo grande sapere amare. Sì, proprio per la sua associazione, cedendogli tutti i diritti, affinché i proventi delle vendite andassero tutti a favore di questi bambini meno fortunati rispetto ad i suoi e agli altri. Amore genera sempre amore. Era questo il detto così amato da lui, fatto proprio da molte sue fans, che da sempre avevano creduto in questo giovane speciale, che erano sempre state certe del suo buon cuore e della sua sensibilità. Poco importava se la sua carriera era finita. La sua immagine era rimasta unica e aveva lasciato un altro segno indelebile nel mondo. Anche questo diventava, per chi lo aveva amato come attore, un segnale di grande impronta lasciata nel sociale: Can Yaman, sempre dalla parte dei deboli e dei bisognosi. Adesso era necessario confrontarsi con emozioni differenti, legate al presente e non a quello che era stato. Doveva nascere una nuova storia basata su presupposti diversi e nuovi. Sapeva che per farlo era importante liberarsi di rancori e di timori, ma soprattutto di tutti quegli errori che li avevano fatti soffrire immensamente. Certo non sarebbe stato facile, ma era convinto che non era impossibile. Aveva puntato sui cambiamenti che c'erano stati, che lo avevano fatto riflettere fino quasi ad impazzire... che lo avevano portato a prendere una decisione radicale e, di questo, ringraziava Allah per essere sempre rimasto se stesso, con i suoi legittimi desideri, le sue speranze e nuovi progetti di vita e di lavoro. Sebbene con lo sguardo rivolto in una nuova direzione, era convinto che in fondo, loro due, erano sempre quei due ragazzi baciati dal sole che si erano incontrati sulla battigia di una spiaggia turca, le cui mani si erano appena sfiorate nell'atto di toccare la stessa conchiglia. Quella separazione gli aveva fatto sviluppare un atteggiamento differente rispetto a prima. Lui, persona sempre in continua evoluzione, pur restando uguale nella sostanza, era maturato tanto nelle sue esigenze e nei suoi bisogni. E per lasciarsi andare senza scheletri nell'armadio a questa nuova opportunità di viversi con la sua Nat, sapeva che la loro relazione non doveva essere ripresa dal punto in cui si era interrotta, ma si dovevano costruire nuove basi, più vicine alla nuova realtà che avrebbero vissuto ora. Non bisognava mai dare per scontato che le cose fossero, o sembrassero uguali a prima, perché entrambi avevano vissuto qualcosa che li aveva cambiati. Dovevano vivere l'incipit da nuovo inizio, non come un déjà-vu, con uno slancio sincero e profondo, accompagnato da una creatività sentimentale capace di renderli liberi dalle nostalgie del passato e, così intensa, da spingerli a riscoprirsi insieme sotto una luce diversa. Dovevano vivere una passione rinnovata, con la consapevolezza del loro nuovo, seppur immutato amarsi. Pensarono di trascorrere quella loro ultima notte italiana nel loro attico, dopo aver preparato le valigie. Il cielo si era appena rischiarato e la pallida luce dell'alba cominciava a colorare quel mattino speciale. Si passò la lingua sulle labbra inaridite e sospirò, guardando con dolcezza e passione il suo amore che giaceva accanto a lui e avvertì un brivido di piacere profondo, tanto da farlo tremare per qualche istante. Non resistette e poggiò ancora la sua bocca su quella di lei, come a voler placare una fame insaziabile della sua donna. Quella porta non si apriva nonostante la chiave girasse nella serratura. Erano rimasti chiusi dentro e non potevano uscire per andare a prendere i bambini. Vestiti di tutto punto, pronti per uscire, ma bloccati. In altri momenti si sarebbero innervositi, invece scoppiarono a ridere come due ragazzini. -" Ma perché non si apre?" disse Natalia ancora ridendo, -"Forse perché non vuole che usciamo e che continuiamo a stare io e te da soli a coccolarci ancora un po'..." rispose Can con la sua meravigliosa risata. Dopo aver fatto un ultimo tentativo di apertura, di nuovo fallito, posò le chiavi e sedette sul divano, mentre invitò con un cenno del braccio sua moglie a fare lo stesso. In fondo non gli dispiaceva l'idea di godere di un altro po' di intimità di coppia tranquillo, rilassato e a gustarsi serenamente quei momenti che gli erano mancati tanto e che non gli bastavano mai. Ripresero ad abbracciarsi, coccolarsi e ad accarezzarsi, guardandosi negli occhi, condividendo ogni sensazione ed ogni emozione. Solo dopo parecchi minuti, quando furono sazi l'uno dell'altro, si ricomposero e decisero di informare il portiere dello stabile in cui era il loro attico, affinché provvedesse a chiamare qualcuno che sbloccasse quella serratura. Telefonarono a casa della madre di Natalia per informare del loro ritardo, ricordando alle baby-sitter di preparare i bambini e di prepararsi anche loro per la partenza. Avevano deciso di tornare tutti insieme ad Istanbul. Avevano completato i loro lavori in Italia e dovevano occuparsi degli impegni dello studio legale in Turchia. Quando il fabbro riuscì ad aprire la porta blindata, presero le loro valigie si diressero verso l'ascensore che li portò fino al garage dove era parcheggiata la loro auto, con la quale raggiunsero i loro figli. I gemelli con un'aria grave salutarono la nonna, promettendo che sarebbero tornati presto, mentre la piccolina, appena vide i genitori, si fiondò in mezzo a loro e pretese le mani di ambedue. Lasciarono una copia di chiavi alla madre di Natalia, per eventuali controlli presso la loro abitazione, la salutarono con la zia Clotilde e si diressero verso l'aeroporto. Destinazione Istanbul. Il viaggio in Business Class fu confortevole, i bambini stettero tranquilli e, quando stavano per atterrare, le luci di Istanbul attirarono la loro attenzione. Nonna Guldem andò con l'autista e una grande autovettura a riceverli all'aeroporto. Eraclea volle stare tutto il tempo del tragitto in macchina tra le braccia della nonna, che se la stringeva al petto e la coccolava con intensa emozione. Can fu ben felice di vedere come la piccolina, pur non conoscendo personalmente sua madre, si trovasse così a proprio agio con lei e strinse la mano di Natalia che percepì subito quello che lui con quel gesto volesse dirle. Nulla più avrebbe impedito alla loro famiglia di vivere quegli aspetti fondamentali per essere sereni. Con gli occhi che sorridevano più della sua bocca, guardò i suoi figli, quelle creature frutto di un amore così grande da essere rinato più forte per ben due volte. La loro nuova vita li attendeva nella magica Istanbul dove tutto aveva avuto inizio e che avrebbe continuato ad essere lo scenario del loro futuro.
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NATALIA E CAN
RomancePuò succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...