Può succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...
" Milioni e milioni di anni non mi daranno ancora abbastanza tempo per descrivere quel piccolo istante dell'eternità in cui mi abbracciasti e io ti abbracciai."-(Jacques Prévert )
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Nonostante Can fosse sempre stato in grado di leggere sua moglie come un libro aperto, stavolta non riusciva a captare i suoi veri pensieri, ne percepiva le sensazioni, ma non riusciva a coglierne l'insieme completo. Gli atteggiamenti di lei lo lasciavano ben sperare e di questo ne era contento. Conosceva profondamente la sua Nat e sapeva che il suo messaggio d'amore doveva passare prima per la sua mente e poi per il suo cuore, perché si abbandonasse a lui. Lei doveva sentirsi al sicuro, sicura di sé e desiderata e lui doveva dimostrarle tutto il suo amarla costantemente, la doveva stupire, affascinare e sedurre. Doveva concentrarsi ad ascoltare tutto di lei, ogni suo gesto, ogni sua espressione, ogni sua smorfia, ogni sua mossa per comprendere ciò di cui necessitava, per lasciarsi andare a rivivere il loro amore insieme. Lo studio legale internazionale con cui Natalia collaborava a Roma, in rappresentanza dello studio legale Yaman & Co di Istanbul, doveva inaugurare una nuova sede con nuovi uffici.Tutti i collaboratori e i consociati furono invitati a partecipare al party d'inaugurazione. L'invito era stato ricevuto anche dai colleghi istanbulioti e, trattandosi di un evento importante, erano stati tutti pregati di non mancare. Se anche Nazli e Burak fossero intervenuti Natalia sarebbe stata felice di poterli rivedere in quell'occasione. Can era già a Roma, ma non era certa della sua partecipazione. Comunque glielo avrebbe chiesto. Si mise subito in contatto con Nazli per chiederle se avesse deciso di presenziare all'evento e alla sua risposta affermativa ne gioì. Cominciò a prepararsi mentalmente ad incontrare l'amica che tanto l'aveva sostenuta in Turchia, colei che le era stata molto vicina davvero durante i suoi periodi più bui ad Istanbul. A quei ricordi si emozionò e due lunghe scie di lacrime le rigarono le gote. Una grande tristezza la avvolse al pensiero di quanto amore ci fosse in lei per suo marito, ma era come bloccato da un qualcosa che nemmeno lei stessa riusciva a comprendere, che gli impediva di venire fuori. Lo percepiva come un sub in apnea trattenuto negli abissi marini da grossi pesi. Si chiedeva cosa le impedisse di lasciarsi andare, ma non riusciva a capire. Il suo uomo era lì, soffriva per il suo distacco, l'amava e la desiderava, ma non sapeva che stava lottando contro quella resistenza sconosciuta anche a lei. Che desiderasse con tutte le sue forze di unirsi a lui, con tutta se stessa, non aveva dubbi, ma non ci riusciva. Fece un paio di respiri profondi, ricacciò indietro le lacrime e pensò di chiamare Can per sapere se avesse anche lui ricevuto l'invito. Digitò il numero e immediatamente lui rispose, -" Dimmi, Nat, che c'è?" e lei, -" Come hai risposto subito! Ciao. Volevo chiederti se avessi ricevuto l'invito dello studio legale per il party d'inaugurazione dei nuovi uffici nella nuova sede." -" Sì, l'ho ricevuto. Ci andrai?" rispose lui. E lei di rimando, -" E tu, cosa pensi di fare?" Can le disse, -"Nat, se ci sarai tu ci sarò anch'io." Natalia riprese, -" Va bene. Deduco che ci andremo tutti e due... Sai, verranno Nazli e Burak, l'ho sentita qualche minuto fa e me l'ha confermato." -"Mi fa piacere sentirlo, Nat. Intanto che ne dici se ci incontriamo? Magari possiamo andare insieme ad acquistare qualcosa per l'occasione? Mi piacerebbe avere un tuo consiglio." propose lui. -"Ma certo. Va bene. Anche a me piacerebbe un tuo consiglio sulla scelta dell'abito che potrei indossare." rispose lei. -" Allora passo a prenderti fra una quindicina di minuti. A tra poco. Sto arrivando." La naturalezza di come si svolse il loro interloquire la fece riflettere su quanto forte fosse il loro essere coppia, come se il tempo si fosse fermato a prima di vivere quell'incubo che aveva fatto tanto male a tutti e due e che in lei aveva lasciato una ferita non ancora cicatrizzata. Quel maledetto blocco. Sorrise a quel ricordo, ma era tutto così vero in quel momento che lo richiamò subito e gli disse -" Can.....Ho pensato....Vogliamo pranzare insieme?." -" Va bene Nat." le rispose lui. Natalia non immaginava nemmeno la felicità che aveva procurato in Can questa sua improvvisa voglia. Attese il suo arrivo in ansia e trepidante, come un'adolescente al primo appuntamento d'amore. Non appena suonò il campanello, sobbalzò, passò davanti allo specchio dell'ingresso e si guardò, sistemandosi i capelli. Aprì la porta e rimase immobile a guardarlo, mentre un breve rossore ricopriva le sue guance. Lui la stava osservando con uno splendido sorriso. La sua espressione non era più tirata e i suoi occhi apparivano molto più sereni. Si sentiva abbracciare da quello sguardo e, infine, uscirono tenendosi per mano. Natalia notava che stava provando sensazioni stranissime, ansia e gioia si alternavano in lei. In alcuni momenti si sentì confusa e smarrita, ma bastava che stringesse per un attimo la mano di Can per sentirsi invasa da quel calore che solo il contatto con lui le procurava. Doveva superare quel blocco e gettarsi nelle sue braccia, come tutti e due desideravano. Il bisogno di lui era fortissimo e si rendeva conto che, per quanto potesse aspettare, sarebbe finita sempre solo tra le sue braccia. Questione di tempo? Forse... Non c'era altro posto per lei in questo mondo. Le dita di lui giocavano con quelle di lei, sfiorandosi, accarezzandosi, intrecciandosi come a formare una rete, come una trama di fili per tenerli uniti e annodati. In tutta la loro vita di coppia non avevano mai fatto una simile esperienza. Non era mai successo che per scegliere un outfit fossero stati insieme ad assistere pazientemente alle prove dell'uno e dell'altra di capi d'abbigliamento. Natalia da sola aveva fatto degli acquisti in tal senso, ma lui mai. Qualcuno aveva sempre sempre selezionato e scelto quello che avrebbe indossato in svariate occasioni. Com'era meravigliosa questa normale realtà. Can interessato e coinvolto nella scelta del capo di sua moglie, seduto ad aspettare pazientemente che lei uscisse dal camerino, ogni volta con una mise diversa, in attesa di vederle addosso quella più adatta. E Natalia si ritrovò, per la prima volta, coinvolta nella scelta di qualche capo d'abbigliamento per lui.