Può succedere che un grande attore, cercato e richiesto da tutti rimanga coinvolto da uno sguardo casuale, dalla mano affusolata di una sconosciuta? Dalla percezione delle sensazioni di una semplice ragazza, incontrata per caso? Così ho immaginato l...
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Can si svegliò nel cuore della notte e si accorse in un attimo che sua moglie non era più accanto a lui. La suite era immersa nel buio e il silenzio avvolgeva ogni cosa. Poi un lievissimo rumore gli giunse dal bagno. Si alzò e si diresse curioso verso quella stanza. Non volle accendere la luce, per non distogliere la sua attenzione da quel profumo inconfondibile che cominciava ad investire i suoi sensi, facendogli percepire che la sua Nat era lì e lo stava aspettando. La porta era socchiusa e la luce che filtrava dallo spiraglio, lo portò ad avvicinarsi fino a sentire lo scroscio dell'acqua che riempiva la grande vasca. Stava per aprire la porta, quando l'acqua finì di scorrere e Natalia gli disse, - " Entra, Kral, stavo venendo a chiamarti". Sorrise e la spalancò. Lei era in piedi davanti alla vasca, i capelli di seta nera raccolti sulla testa, scalza con addosso soltanto una sottile camicia da notte bianca. -" Facciamo il bagno insieme, Kral? Io sono pronta". L'averla scoperta così, nel cuore della notte, in piedi davanti alla Jacuzzi piena alle sue spalle, aveva bloccato per un istante ogni suo movimento. Ma adesso capiva cosa voleva che facesse ed avvicinò le sue labbra a quelle di lei, mormorandole, -" Grazie baby, per le emozioni sempre nuove che riesci a regalarmi ogni volta." All'improvviso incollate assieme, le loro bocche si aprirono e le loro lingue si cercarono e si intrecciarono. L'attirò a sé, posandole le mani sulla schiena e, subito sentì il suo corpo irradiarsi di calore. -''Vuoi che ti lavi, ask? Entriamo nella vasca, allora, coraggio. Vedrai che sarà bellissimo". Insieme si immersero nell'acqua profumata e spumeggiante e Natalia baciò le mani di Can, guardandolo negli occhi. Lui rimase immobile per qualche istante a guardare la sottile camicia da notte che lasciava distinguere ogni parte del suo corpo. L'acqua della vasca la copriva fino all'altezza delle ginocchia. Proprio in quel punto l'indumento bagnato, le si era attaccato addosso, conferendole un aspetto ancora più sensuale. La guardava e si sentiva quasi mancare, talmente era grande il desiderio di possederla. Riaprì il miscelatore della vasca, fino ad ottenere la giusta temperatura, poi Can avvicinò la spugna al getto che scorreva e la guardò assorbirla lentamente. Una ciocca di capelli ricadeva sulla fronte di Natalia, coprendo leggermente il suo viso. Lui la scostò delicatamente per guardarla negli occhi e avvicinò la mano sinistra alla sua testa per scioglierle i capelli raccolti. Stava per sfilarsi la camicia da notte, ma lui la pregò di non farlo. - "No, ferma! Continua ad indossarla. Sarà più bello osservarti mentre la camicia, bagnandosi, comincerà ad aderirti addosso". Per un attimo lei rimase perplessa, ma subito capì cosa intendesse suo marito ed allora un sorriso complice illuminò suo volto. Appoggiò delicatamente la spugna gonfia d'acqua sopra la sua testa e, non appena la schiacciò tra le dita, si liberò immediatamente una piccola cascata che ricadde velocemente sul volto e sopra il corpo di lei. Per un attimo un brivido la colse, ma provò una sensazione di grande piacere nel sentire l'acqua scorrerle addosso e fermarsi, avidamente assorbita, dalla sua camicia da notte. Quella prima cascatella d'acqua che aveva lasciato ricadere su di lei, era stata in parte assorbita dalla camicia all'altezza del suo seno che, d'un tratto, si era materializzato ed ora sembrava premere con forza al di sotto del cotone bianco. Nell'aria carica di profumi e vapore acqueo del bagno, era un piacere per lui posare lo sguardo su quelle curve perfette che trionfavano sul petto di lei. Un'altra volta lasciò che la spugna assorbisse l'acqua e ripetè il movimento precedente. Questa volta Natalia chiuse gli occhi ed il suo volto si contrasse in una piccola smorfia di piacere e di attesa e Can si chiedeva quale effetto le potesse produrre il tepore dell'acqua che cominciava a scorrere sul suo corpo, in parte ancora asciutto. Strinse nella mano la spugna, sempre adagiata sui i suoi capelli, ma questa volta la spostò leggermente in avanti, proprio mentre lei reclinava il capo all'indietro. In questo modo, la sua mano scivolava sul suo viso, spostandosi dalla fronte sino al suo collo. Altra acqua ricadde su di lei e nuovamente il suo seno aderì con prepotenza alla camicia da notte. Qualche rivolo d'acqua, aveva terminato la sua corsa sopra i suoi fianchi e così, all'altezza del pube, cominciò a fare capolino l'ombra sottile che ricopriva la sua intimità. Delicatamente la fece girare, in modo da avere di fronte la sua schiena. Riempì e svuotò la spugna su di lei ancora un paio di volte, partendo dalla sua nuca per poi raggiungere il suo fondoschiena. L'ultima acqua versata aveva avuto l'effetto di far aderire completamente la camicia bianca sopra il suo corpo, soprattutto sulle sue spalle. Natalia si girò di nuovo verso Can, il suo sguardo era complice e i suoi capelli bagnati, sciolti completamente sopra il suo volto, rilasciavano piccoli rivoli d'acqua verso il basso. Lo guardò negli occhi e gli sussurrò dolcemente: -'' Ask, kral, è bellissimo, continua. Avanti, lavami, ho tanta voglia di sentire le tue mani sopra il mio corpo". Le sue parole gli trasmisero una nuova energia. Prese il tuo viso tra le mani e poggiò la sua lingua sulla bocca della sua Nat, sulle sue labbra, sul suo mento, fino a raggiungere il suo collo e poi il suo orecchio. Vi sussurrò: -" Ask, è dai capelli che ho voglia di cominciare", allungo la mano e prese lo shampoo. Se lo versò sulla mano e la immerse all'interno della sua chioma. Cominciò a massaggiare lentamente, mentre piccoli gemiti di piacere sfuggivano dalla bocca di Natalia. Can aveva la sensazione che il contatto delle sue mani sciogliesse le sue tensioni. Non poteva fermarsi, lo sentiva. Era il suo amore ed aveva bisogno delle sue attenzioni, delle sue 'cure'. Lentamente la schiuma cominciò ad avvolgere i loro corpi avvinghiati, in un abbraccio morbido e profumato. E mentre la baciava con passione, sentiva irresistibile la voglia di tirare verso l'alto la camicia che lei aveva incollata addosso, per insinuarvi sotto le mani. Lo fece senza ripensarci. I suoi palmi erano finalmente a diretto contatto con la sua pelle. Sentiva la schiuma avvolgerle e farle scivolare su di lei, annullando ogni resistenza. Le spostò sul davanti, verso il suo ventre, lo accarezzò utilizzando i pollici e lo percorse dal basso verso l'alto, massaggiandolo delicatamente. Si chinò e vi poggiò le labbra, forse conteneva già il frutto del loro amore....Nuovamente, raggiunse la sua bocca, avvicinò il viso al suo seno e lo libero dalla pressione dei tre bottoni che chiudevano in alto la camicia da notte. In un attimo, lo scoprì. Nonostante il profumo della schiuma, il suo olfatto percepì un odore inconfondibile, quell'odore di lei travolta dagli ormoni. L'odore unico della sua Nat che trasudava passione per lui. Ne fu pienamente inebriato e in quel momento un vortice di sensi li travolse completamente. Lei lo attirò a sé per la nuca e lo baciò con foga. Si tirò verso l'alto la camicia da notte, sfilandosela e lo spinse a sedere sul fondo della vasca, posizionandosi sulle sue gambe. Can impazzì quando vide le sue pupille dilatarsi per l'eccitazione, la sua bocca schiudersi e la sua lingua venire fuori alla ricerca di qualcosa, forse delle sue labbra... Tenendola stretta a sé per il bacino con il suo braccio destro, poggiò il suo viso sul volto di lei e subito si accorse di non essersi sbagliato. In un attimo, infatti, lei si fiondò sulla sua bocca e cominciò ad insinuarvi labbra e lingua, senza nessuna inibizione. Si unirono immersi nell'acqua, percependo i loro corpi come sciogliersi e fondersi, mentre si muovevano spasmodicamente, circondati dall'aria carica di vapore acqueo e con l'acqua della vasca che cominciava a schizzare pazzamente tutt'intorno, tra un incomprensibile sillabare, mugolii, gemiti e, infine, il loro oblio col raggiungimento dell'estasi. Il giorno dopo avrebbero raggiunto Roma e Natalia si sentiva proprio elettrizzata da quella sosta. Sua madre e sua zia avevano intenzione di fermarsi a casa loro e lei voleva incontrare le sue amiche. Propose a Can di sostare più di quanto avessero previsto nella sua città, magari saltando qualche porto dell'itinerario stabilito in precedenza. Come sempre lui acconsentì. Vederla sorridere contenta non aveva prezzo. Non appena approdarono al porto turistico, si mise in contatto con alcune sue amiche e con una sua ex compagna di liceo che, non appena chiuse la chiamata con lei, diede conferma all'organizzazione di una cena con tutti gli ex compagni di classe. Finalmente si poteva realizzare quel progetto che da anni accarezzavano, visto che stavolta c'erano tutti, Natalia compresa. Al mattino, Natalia e Can aprirono con non poca difficoltà gli occhi, dopo la notte movimentata che avevano trascorso. Si alzarono e si avventarono sulla colazione. Una lunga giornata li aspettava. Lei mentre guardava suo marito, pensava alla sua vita con lui, a come era cambiata. Aveva due figli e la sua famiglia cresceva bene, certo tra alti e bassi, ma era serena, felice di quello che aveva e dell'uomo splendido che le stava accanto. Lo squillo improvviso del cellulare la distolse dai suoi pensieri. Rispose a Carmen, una sua vecchia amica ex compagna di banco al liceo. -" Ciao, Ca, come mai a quest'ora? Stiamo facendo colazione. Tutto bene?" e l'altra -" Tutto a posto, Nat. Sei già a Roma? Perché, per domani sera, sembra che ci siamo tutti per realizzare, finalmente, quell'incontro di classe. Vedi quindi di organizzarti. Allora, ci vediamo prima noi due? Devi avere parecchio da raccontarmi. Dove ti trovo? A casa tua? A che ora ci vediamo?" Natalia dovette aspettare un po' prima di poter parlare, il fiume di parole continue dell'amica non le aveva lasciato spazio. Solo quando fece una pausa le rispose che era già a Roma, che si sarebbero potute incontrare già prima di pranzo, al bar dove erano solite fermarsi ai tempi della scuola. L'idea di una cena tra vecchi compagni, una rimpatriata di quelle che sicuramente avrebbero fatto bene allo spirito, la entusiasmò molto e, ancora di più, il sentire che tutti avevano dato la loro conferma, come lei.