15. Strani rumori

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Jimin's pov

“Ieri questi due si sono divertiti...” dissi tra me e me, dando un paio di copi alla porta dietro di me, con un ghigno soddisfatto sulle labbra, nel mentre che la mia mente ricominciava a vagare, mentre mi domandavo che cosa fosse successo in particolare.

“Ci hai sentiti?” mi domandò Jooheon con gli occhi sgranati, ed io annuii con convinzione, nonostante non stessi parlando di loro, ma ormai ero in ballo.

“Ho sentito tutto, mio caro demone dagli ormoni impazziti...” sghignazzai internamente, mentre dal mio sguardo traspariva una serietà quasi surreale, e lo sguardo del corvino restava fisso sul mio in attesa di chiarimento “Ogni singolo gemito, ogni richiesta, ogni colpo-”

“Jimin, c'è Nineul accanto a te!”

“-ogni cigolio del letto-”

“Ma non abbiamo usato il letto”

“Ah no?” oh, questo non ci voleva “Mi sarò confuso...” rimasi sul vago, guardando altrove, ma il suo sguardo, inizialmente sconvolto, si trasformò in uno più serio ed accigliato, mentre Changkyun ridacchiava di fianco a lui, strizzando il mocio, e Nineul ci ascoltava con un po' troppo interesse.

“Non ci hai sentiti veramente!” si sistemò le mani sui fianchi con fare offeso, ed io non riuscii proprio a trattenere un'altra risata.

“Beh, no, infatti” ammisi, facendo spallucce “Parlavo dei due clienti di mezza età che alloggiano qui, ma visto che tu – da bravo maniaco quale sei – pensi soltanto al sesso e a Soohyo e al sesso con Soohyo, quindi è la stessa cosa, pensavi che parlassi di voi due!” mi alzai in piedi, con le braccia incrociate al petto ed un mezzo sorriso sulle labbra “Uno a zero per Jimin!” esclamai infine, dandomi una pacca sul culo, che fece esplodere tutti e tre in una grassa risata.

Capitava spesso che ci ritrovassimo insieme: io e Nineul avevamo preso già da un po' l'abitudine di seguirli nei vari piani in cui pulivano, trovando particolarmente divertente il modo in cui si fingessero infastiditi dalla nostra presenza.

“Comunque, Chan,” intervenne la bambina, che continuava a dondolarsi con le ginocchia strette al petto, per gioco “io sentivo mamma e papà!” disse quasi con fierezza, ma la cosa divertente fu la differenza delle nostre reazioni a quella frase che tutto aveva meno che innocenza.

“La mia bambina...” mormorò Changkyung, spalmandosi le mani sul viso, mentre io e Jooheon espandemmo le nostre labbra in due grossi sorrisi, curiosi delle storie che aveva da raccontare quel piccolo angelo, che di angelo forse non aveva poi tanto.

“Oh, davvero?” chiese infatti lui, accovacciandosi davanti a lei, mentre i suoi denti bianchi spiccavano sotto la luce che lo colpiva in pieno.

“Sì, ma adesso non succede più...” borbottò lei, inclinando la testa di lato e guardando un punto dietro di se, come se stesse riflettendo.

“Dovresti ringraziare!” esclamai per tirarle su il morale, nonostante avessi già capito che cosa la turbasse.

“So che per loro è una cosa importante... quindi-”

“No aspetta, cosa?” la interruppe mio fratello, avvicinandosi a noi, che creammo una sorta di capanna sopra Nineul.

“Me lo ha detto papà”

“Cristo-”

“Changkyun, per favore!” lo interruppe Jooheon, prima di girarsi di nuovo verso la bambina, curioso “E quindi, che ti ha detto papà?”

“Non importa quello che ha detto papà...” le sue piccole gambette scivolarono, stendendosi per terra: non aveva voglia di scherzare, e questo era evidente “Il problema è che adesso non succede più, né si baciano, né si abbracciano!”

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora