Doyoung's pov
Ormai eravamo in macchina da una quantità indefinita di ore, in silenzio e con lo sguardo fisso davanti a noi, mentre aspettavamo che qualcuno ci dicesse di poter entrare in ospedale.
Infondo quello era un bel momento: il giorno prima avevano convocato Jungkook e Ririn per un'altra chiacchierata con i dottori, ma questa volta - a detta loro - non si concluse con i soliti volti sconvolti, bensì con un abbraccio dei due ed una corsa verso la camera di Raekyung, per comunicarlo che sarebbe potuto ritornare a casa.Ed in quel momento eravamo lì proprio per quel motivo, ed io mi sentivo così bene al pensiero di essere con loro in un momento così importante, così familiare, tanto che la notte precedente non riuscii a dormire - se con me ci fosse stato Wonho, mi avrebbe dato dell'esagerato come "sempre" a detta sua - perché come ogni volta mi diedero la dimostrazione di essere parte di qualcosa.
"Doyoung" Jungkook mi guardò dallo specchietto retrovisore, ed io mugolai in risposta "Neanche il suo cazzo di gatto quando lo portiamo dal veterinario raschia i sedili così tanto" ridacchiò, prendendomi in giro, ed in effetti non mi accorsi di star strisciando nervosamente le unghie contro il sedile finché lui non me lo fece notare.
"Il mio cazzo di gatto..." Ririn ripeté le sue parole, scuotendo la testa ed accennando ad una risatina "Il giorno in cui tu e Rum andrete d'accordo, sarà un giorno migliore per l'umanità"
"Ripetimelo quando non graffierà i miei disegni e non cercherà di infilarsi nel nostro letto" si girò verso di lei ed alzò un sopracciglio, prima di sbadigliare e poggiare la fronte sul volante "Non ho chiuso occhio stanotte..."
Ridacchiai a quelle parole, e Ririn si girò verso di me con gli occhi sgranati. "Che cosa ti stanno facendo quei mostri?"
"Cosa?" risi anch'io, non capendo il significato della sua domanda, confondendomi ancora di più nel vedere Jungkook ridere in modo stranamente spensierato, il che - almeno davanti a noi, perché Ririn ci teneva a smentire le nostre credenze, difendendo il suo burbero marito - era un evento più unico che raro "Non ho capito..."
"Amore, mi sa che qui l'unica ad aver pensato male sei tu" continuò a ghignare sotto i baffi, ed io cercai di capire di che cosa stesse parlando, facendo mente locale nei meandri dei miei ricordi.
"Che cosa ho detto?" chiesi quindi, con le sopracciglia aggrottate, trattenendo una risata nel vedere Jungkook asciugarsi una lacrima.
"Ti diverti con così poco..." sua moglie roteò gli occhi, fingendosi infastidita, ma vidi chiaramente l'angolo rialzato delle sue labbra.
"Io ho detto che stanotte non ho chiuso occhio, e tu hai sorriso, e Ririn era convinta che tu avessi pensato che non avessimo dormito perché avessimo scopato, ma no, mio pudico amico, sarebbe stato un modo decisamente più produttivo di passare la notte, ma l'ho passata con le mani incrociate sul petto e lo sguardo fisso davanti a me come un pazzo maniaco in procinto di organizzare un omicidio" sorrise alla fine della frase, in modo appositamente molesto, mentre io ancora cercavo di recepire tutte le informazioni che disse in modo insolitamente veloce.
"Quando c'è Doyoung smentisci la tua nomina di quello che non dice frasi più lunghe di dieci parole" Ririn lo prese in giro ancora prima che potessi rispondere che, no, avevo riso semplicemente per il modo in cui Jungkook sembrò disperarsi, e non perché avevo supposto il motivo per cui accadde. Ormai avevo imparato a non imbarazzarmi e a ridere insieme a loro.
"Perché lui se le merita" disse lui con sufficienza, distogliendomi dai miei pensieri, come se avesse appena detto una cosa più che ovvia, motivo per cui fece spallucce e si rilassò contro il sedile, mentre io continuai a rimuginare su quella frase anche per i secondi successivi, trovandola estremamente bella da dire ma soprattutto da ascoltare.

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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanficSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...