Changkyun's pov
Quelli delle feste, a parer mio, erano i giorni migliori. Amavo davvero quell'atmosfera, amavo vedere l'hotel dipinto di rosso in ogni angolo, con addobbi da far invidia ai migliori film natalizi, e poi l'arrivo dell'inverno stava a significare che stesse per arrivare il mio compleanno, quindi, come poteva non essere il mio periodo preferito?
Ogni giorno per noi era un giorno di festa, anche quando non lo era, e quell'anno – sotto idea di Jimin – vennero forniti degli accessori rossi – oltre che per tutti i dipendenti dell'hotel, come accadde ogni anno – per i clienti, che amarono quell'iniziativa.
“Sono andate a ruba le ciabatte” ne parlai proprio con mio fratello, mentre mi sistemavo la cravatta allo specchio, sfarzosa e ricolma di strass di vario tipo, argentata, per abbinarla alla mia giacca verde smeraldo, che a parer mio era perfetta per una serata come quella “Tu che ne pensi, Jiminie?”
“Oh, sì, le ho prese anch'io” borbottò dall'altra stanza, facendomi accigliare, mentre infilavo due dita nel barattolo di cera per portarmi indietro i capelli, come un vero gentiluomo, ammiccando al mio stesso riflesso allo specchio.
“Cosa?” borbottai poi, ricordandomi di dover rispondere a Jimin, che saltellò fino al bagno.
“Le ciabatte rosse, dico, le ho prese anch'io. Jungkook mi ha detto che potevo farlo” fece spallucce, ed io ridacchiai, in modo appositamente sensuale, con lo sguardo ancora fisso su di me. Mi piacevo davvero tanto, quella sera.
“Sì, no, non mi interessa, Jiminie... intendevo, come pensi che stia questa giacca con questa cravatta? Pensi che sia troppo? No, vero?” domandai, voltandomi verso di lui, quando sistemai i capelli anche ai lati della testa, sorridendo a trentadue denti quando sgranò gli occhi.
“Dio, Changkyun, vorrei darti un morso, ma poi ti renderei meno bello!”
Neanche lui – d'altronde, come sempre – era da meno, con dei paltaloni talmente stretti che probabilmente gli si stavano fermando la circolazione del sangue, con infilata dentro una camicia bianca a sbuffo, che lo rendeva simile ad un principe, ed una giacca ricolma di glitter, abbinata alle scarpe del medesimo stile. Geniale, cazzo, avrei dovuto farlo anch'io!
“Oh, lo accetterei!” esclamai allegramente, gettandomi su di lui per abbracciarlo, prima di prendere il suo viso tra le mani “Jiminie, ma ti sei truccato!”
“Com'è venuto?” sbatté le palpebre “Ho preso in prestito alcuni dei trucchi di Soohyo. In realtà avrei voluto farmi truccare da lei o da Ririn, ma si staranno sicuramente preparando...”
“Sei bellissimo” stampai le labbra sulla sua fronte e lasciai il suo viso, invitandolo poi a girarsi, e schiaffeggiare rapidamente una sua natica “Ti fanno un culo magnifico”
“Tutto ciò che indosso mi fa un culo magnifico, perché io ho un culo magnifico, tesoro” ammiccò ed io alzai entrambe le mani, cosciente del fatto che avesse ragione, e che non potessi dirgli davvero nulla “Comunque, non so, chiedi consigli sull'eccesso alla persona sbagliata. Per me è perfetto, sei perfetto”
“Brilleremo più dei fuochi d'artificio, Jiminie!” urlecchiai, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle “Sarà un capodanno fantastico!”
E così fu, in effetti, nonostante, quando mettemmo piede in sala – in cui si trovavano già tutti i miei colleghi, che accoglievano gentilmente la clientela – mi resi conto del fatto che a brillare più dei fuochi, non saremmo stati gli unici.
“Ma quanto ben di Dio!” esclamò mio fratello, allargando le braccia, camminando verso Ririn, che fece cadere la mia mascella per terra, quasi, per lo stile che portava con sé, con il suo lungo abito nero dalle spalle scoperte ed un elegante collier che brillava quasi quanto le stroboscopiche sul tetto “La mia principessa! Sei incantevole, vieni qui!” venne, però, rapito da Nineul, che inaspettatamente somigliava tanto ad un confetto, quella sera, che saltò tra le sue braccia senza farselo ripetere due volte “Wow, pensavo di essere il più bello, questa sera, ma tu mi hai battuto! Dov'è quell'altro figurino di tu fratello?”
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...