65. Segreto

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Jungkook's pov

Trovavo divertente quanto sconsiderato aspettare di mettere i bambini a letto per ubriacarci come se avessimo ancora diciotto anni l'uno, mentre invece, in quella stanza – come al solito, avvolta dal fumo delle sigarette e dal pungente odore dei vari alcolici che aprimmo ed immischiammo – l'età media girava dai venticinque ai trent'anni, circa, senza considerare i cinque che avrebbero dovuto avere miliardi di anni e perciò avrebbero dovuto fungerci un po' da padri e madri, invece erano sconsiderati tanto quanto noi, se non di più.

Quella stanza era diventata un covo di grasse risate, e solo una volta tornato sobrio mi resi conto del fatto che nessuno di noi stava tentando di contenersi, con il rischio che i bambini si svegliassero e per qualsiasi motivo venissero da noi, cosa che, però, fortunatamente non accadde.

Gettai la testa indietro ad una battuta da una voce che non riconobbi, che probabilmente non faceva neanche ridere, e Ririn ne approfittò per baciarmi il collo, all'altezza della gola, facendomi ridacchiare per il solletico che quello scroscio di labbra mi fece provare, mentre la mia mano si strinse di più intorno alle sue spalle per farla accovacciare contro di me.

“Sembri un pappone così, Jungkook” mi fece notare Soohyo, versandosi probabilmente il cinquantesimo bicchierino di whiskey, alzando un sopracciglio nella mia direzione, indicando poi con un cenno del mento l'altro mio braccio, poggiato invece dietro le spalle di mio fratello, che sghignazzò.

“Lo sono” risposi schioccando la lingua sul palato “Loro due sono le mie preferite” la mia lingua non aveva un freno, come ogni volta in cui alzavo un po' troppo il gomito, e la mia frase catturò su di me gli occhi sconvolti di Ririn e Kihyun, che si girarono in contemporanea, la prima con un ghigno malizioso sul volto, ed il secondo con le sopracciglia corrucciate.

“Eviterò di contestare il fatto che qui il più grande sia io” borbottò lui, inarcando un sopracciglio con fare superiore, che mi fece ridacchiare.

“Ma sei anche il più inesperto” puntualizzai, leccandomi rapidamente le labbra, ma Yoongi rispose al posto di mio fratello, che schiuse le labbra ma senza proferire parola.

“Posso contraddirti” ridacchiò, indicando con un dito Minhyuk, seduto a capotavola, con le braccia incrociate e le sopracciglia alzate, mentre Changkyun, seduto accanto a lui, immischiava le carte da gioco per la loro partita, essendo effettivamente loro due gli unici sobri della serata.

“Intendevo tra noi tre” indicai me, Ririn e Kihyun, e subito incastrai lo sguardo con quello di Hyungwon, che alzò un sopracciglio e mi indicò, con le labbra premute tra loro, lievemente inarcate di lato.

“Mi inquietate” borbottò, riferendosi a noi tre, e questa frase fu alquanto divertente per Ririn, che sghignazzò con una mano davanti la bocca, domandandogli il perché “Non lo capisco...” rispose lui, continuando a scrutarci con attenzione “ma mi avete sempre dato una brutta impressione, sembra che nascondiate qualcosa”

“Smettila di parlare per indovinelli, Hyungwon!” rise Jooheon, sporgendosi oltre la schiena di Hoseok, stringendo la sua giacca dalla schiena, che lo fulminò con lo sguardo “Digli cosa pensi davvero!”

“Parlate di noi tre nel tempo libero, o cosa?” domandò Kihyun senza un pizzico di risentimento, anzi, sembrava anche alquanto divertito quando avvicinò di più la sedia alla mia.

“E' palese quello che sta pensando, perverso com'è!” si difese Jooheon, portandosi una mano sul petto, mentre Hyungwon inclinò la schiena verso il tavolo, per ricominciare a guardarlo.

“E' palese il fatto che lo pensi anche tu, finta verginella puritana!” lo indicò, mentre tutti e tre continuavamo a ridere complici, lanciandoci rapide occhiate che forse, però, risultarono fin troppo chiare agli occhi degli altri.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora